Dal Medioevo all’ateismo (Nembrini e Cattonerd)
Il prof. Franco Nembrini, commentatore della “Divina Commedia”, presidente della Federazione Opere Educative (FOE) dal 1999 al 2006 ed esperto di educazione, ci spiega il percorso che ci ha condotto da una civiltà nettamente cristiana, e medievale, fino alla secolarizzazione repentina delle nazioni del vecchio continente.Prima riflessione: Dal Medioevo all’ateismo. La storia del pensiero occidentale… cosa è andato storto? (6 marzo 2016)
Il Cristianesimo entra nella storia come un fenomeno diverso dalle altre religioni. Non più gli uomini che cercano di immaginare Dio, ma Dio che entra nella storia degli uomini. Dio che si rivela, incarnandosi e facendosi compagno agli uomini. Da questo giorno in poi gli uomini (europei, almeno!) sentono così rivoluzionata la vita, che cominciano a contare la storia dall’anno zero. Lentamente nei secoli, questo avvenimento, determina la vita degli uomini.”
“Il Cristianesimo ha generato una mentalità, una cultura, una storia. E nel Medioevo europeo ha avuto il suo punto di coscienza più alto, più chiaro. Pensiamo a Dante e a uomini che hanno vissuto la fede con una chiarezza e un’intensità che ha dato forma nuova alla vita. A dispetto degli italiani che non vedono e non sentono più nulla, in Italia ogni pietra parla di questa storia. Si riteneva a quel tempo che mai più dopo Cristo si avrebbe potuto rivolgesi ad altri dei o negare la fede. E invece qualcosa è accaduto… oggi viviamo dopo Cristo, ma senza Cristo. È accaduto ciò che poteva sembrare impossibile: scegliere nessun dio..”
“Ma da un certo punto in poi accade che l’uomo decide di mettersi al centro dell’universo, da solo. E di considerare Dio semplicemente un aspetto della realtà. Progressivamente, quel Dio messo ai margini della realtà viene messo fuori dalla realtà. Ma un Dio fuori dalla realtà, che non c’entra niente con la vita, è come se non esistesse. Non c’è più. È il passaggio dal Medioevo all’umanesimo, all’illuminismo, all’ateismo moderno".
Il primo grande tentativo di cambiare la storia da parte di questa cultura, cioè di costruire il “mondo nuovo”, comincia nel 1789, e si chiama “Rivoluzione francese”.
... nell’arco di venticinque anni esatti, è passato velocemente attraverso l’illusione di un mondo nuovo, che avrebbe portato libertà, eguaglianza e fraternità. È passato attraverso il terrore, la ghigliottina; e ha realizzato la prima grande tirannia su scala mondiale: l’Impero napoleonico. Ma poi Napoleone è stato sconfitto… e i regnanti e le chiese di allora, non capirono niente. Pensarono, semplicemente, che si potesse fare finta di niente. Questa è stata, secondo me, la tragedia culturale dell’Europa: facciamo finta che non sia successo, che sia stata una brutta pagina della storia. Dimentichiamola. Torniamo al passato. L’Europa chiamò “Restaurazione” questo terribile equivoco...Ma chi non conosce e non capisce la storia è destinato a ripeterla.
Negli ’60 e ’70 avviene la rivoluzione. Questa cultura entra improvvisamente nella vita della gente, attraverso la televisione, il giornalismo e la Scuola di Stato. Così saltò in modo violento il rapporto tra due generazioni. Una generazione di padri, che voleva dare la fede ai propri figli, si trovarono di fronte a figli che non erano più in grado di riceverla. Cos’è che non capirono questi genitori? Era accaduta una cosa senza precedenti, che non erano divisi dai loro figli da venticinque anni, ma che a separarli si erano infilati cinquecento anni di storia. Una distanza incolmabile.”

Seconda riflessione: "Da Tex Willer a Dylan Dog. Quando verità e relativismo si scontrano nei fumetti" (2 giugno 2016)
“Tutti ci siamo accorti di questo, ma a me colpì tanto in quegli anni, e su questo mi piaceva fare una lezione sui fumetti, perché in due fumetti io ho visto accadere esattamente questo cambiamento.
Tex è l’eroe, da un certo punto di vista erede del cristianesimo, almeno in questo, ha una certezza assoluta della realtà. Ciò che c’è, c’è. E dentro ciò che c’è è distinguibile in modo assolutamente chiaro ciò che bene e ciò che è male. Il bene e il male fino a prima di quella rivoluzione sono una certezza, esattamente come la verità e la menzogna. Pertanto la prima caratteristica di Tex è quella di lottare contro il male, contro il crimine.
Naturalmente non serve aggiungere che l’immagine dell’uomo tormentato dal relativismo, sempre con l’ansia di svegliarsi di soprassalto in una realtà identica ai suoi incubi, incarna perfettamente la figura dell’indagatore dell’incubo più popolare di Bonelli: Dylan Dog, creato da Tiziano Sclavinella fine degli anni ’70.Terza riflessione: "Cattolicesimo post-concilio: cosa è andato storto? Perché ci troviamo in una società post-cristiana?"
...ci troviamo in una società post-cristiana. Vale a dire non più cristiana, ma che considera il cristianesimo come superato o non più fondamentale per il progresso della civiltà occidentale. Ma, domandiamoci seriamente, perché tutto ciò è accaduto? Cosa ha provocato questo processo di scristianizzazione? Proveremo a vederlo insieme in questo articolo, facendo una breve analisi.
...cosa comportò lo svuotarsi delle chiese e lo stacco generazionale tra il mondo post-bellico profondamente cattolico e quello del boom economico che arrivò addirittura, in seguito, ad un orgoglio anticlericale come nel cosiddetto movimento del ’68? Quella degli anni ’60-70 si trattò della prima generazione alfabetizzata della storia, oltre che della prima generazione “multimedializzata“. Sì passò da una generazione semplice, che fondava il proprio bagaglio culturale e la propria fede sulle relazioni delle comunità parrocchiali, delle società rurali e sui rapporti umani di padre in figlio ad un una società più “autodidatta“, “metropolitana”, che tramite i nuovi e potenti mezzi di comunicazione, quali la televisione e la narrativa presente su tanti e diversi medium, imparò in breve tempo ad assimilare un nuovo pensiero, quello profondamente laicista che fino a non molto tempo fa era esclusivo di circoli intellettuali ed elitari relegati a certi ambienti che non staremo qui ad elencare. Quindi diciamolo… ideologicamente anticattolici. In fondo, cambiò solamente la tipologia di indottrinamento. Anche i programmi didattici della Scuola di Stato a base di alcuni luoghi comuni e varie leggende nere sul Cristianesimo non aiutarono in tal senso…
Oltre al cambio repentino di comunicazione, cambiò anche la concezione del mondo. Nacque negli ’70-80 la cosiddetta generazione del relativismo. Ovvero una generazione a cui non fu più confermata l’esistenza come una realtà definita e ordinata ad un preciso scopo, ma come un sistema fine a sé stesso in cui non è nemmeno più possibile dare qualcosa per scontato. L’unica certezza, da Darwin in poi, è che la natura si basa sul senso di prevaricazione. Nasce così una nuova “mitologia”, quella dello scientismo, alimentato proprio in quegli anni delle suggestioni della fantascienza letteraria e cinematografica...