V domenica di Pasqua: "Io sono la via, la verità e la vita"
Vangelo: Gv 14,1-12
“Non sia
turbato il vostro cuore”: è il desiderio espresso da Gesù per i discepoli che
si troveranno presto ad affrontare un momento particolarmente critico.
(1L) Magari
restiamo turbati dalla mediocrità e contraddizioni che vediamo nella Chiesa
stessa: Fin dall'inizio della storia della Chiesa, come trapela nella
prima lettura, vi sono state tensioni, divisioni, mormorii. In quei giorni,
aumentando il numero dei discepoli, quelli di lingua greca mormorarono contro
quelli di lingua ebraica, perché nell'assistenza quotidiana venivano trascurate
le loro vedove.
(2L) Che contrasto con la bellezza della vocazione
cristiana descritta con tale passione da Pietro nella seconda lettura: Voi
siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato
perché proclami le opere ammirevoli di lui che vi ha chiamato dalle tenebre
alla sua luce meravigliosa. Siamo chiamati a proclamare le meraviglie di Dio in
maniera che ispirino gioia, che tocchino il cuore. Sul nostro volto, sul volto
della nostra Chiesa, dovrebbe risplendere la luce meravigliosa di Dio - come
dice ancora Pietro.
Come non
rimanere “turbati”? Avendo fede: fidatevi di me e di Dio.
Fidatevi
della meta finale del vostro pellegrinare: la vittoria è nostra, anche se i
nemici cercheranno di farvi credere di essere più forti e invincibili, capaci
anche di eliminarmi.
Non è
così: “verrò di nuovo e ci prenderò con me”. E conoscete la via per raggiungermi.
Quale
via? Tommaso esprime ancora una volta i nostri dubbi.
La
risposta è importante: “Io sono la VIA, la VERITA’ e la VITA”: le 3 V che
descrivono Gesù e si aggiungono alle immagini di domenica scorsa quando si
autodefiniva come la PORTA e il Buon PASTORE. Io sono la strada vera che
porta alla vita. Perchè ci sono molte vie false che non portano alla
vita, ma alla morte interiore, alla schiavitù dei vizi, alla chiusura in noi
stessi.
La via è lui stesso, perché lui solo è verità,
lui solo è veritiero, lui solo non ci mente, non ci delude mai. Lui solo ci ha
provato il suo amore per noi, la sua amicizia per noi, fino a morire per noi.
Lui solo è con noi ogni giorno, ogni istante: Io sono con voi fino alla fine
del mondo.
VIA e
PORTA sono simili: senza una porta rimane solo un MURO e il cammino è sbarrato,
chiuso. Senza una VIA andiamo errando incapaci di raggiungere la META.
E la META
è Dio: “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. In me lo conoscete e lo
vedete: “Io sono nel Padre e il Padre è in me”. E’ “il Padre, che rimane in me
che compie le sue opere”
“Chi
crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più
grandi di queste!”
La meta
non è dunque solo il Paradiso, la vita eterna, ma è incontrare Dio, entrare in
questa intimità che avvolge il Padre con il Figlio, entrare nella vita piena,
vera, sovrabbondante.
Le
tre porte (Papa Francesco)
Per conoscere Gesù, per trovare la via, per andare alla verità e alla vita, bisogna aprire tre porte: pregare, celebrare, imitare Gesù. La prima è pregare: lo studio senza preghiera non serve. I grandi teologi fanno teologia in ginocchio. Se infatti con lo studio ci avviciniamo un po’, senza preghiera mai conosceremo Gesù. Quanto alla seconda – celebrare - anche la preghiera da sola non basta; è necessaria la gioia della celebrazione: celebrare Gesù nei suoi sacramenti, perché lì ci dà la vita, ci dà la forza, ci dà il pasto, ci dà il conforto, ci dà l’alleanza, ci dà la missione. Senza la celebrazione dei sacramenti non arriviamo a conoscere Gesù. E questo è proprio della Chiesa. Infine, per aprire la terza porta, quella dell’imitatio Christi, la consegna è di prendere il vangelo per scoprirvi cosa ha fatto lui, com’era la sua vita, cosa ci ha detto, cosa ci ha insegnato, in modo da cercare di imitarlo.