Ascensione del Signore (anno A)
In quel tempo,
gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro
indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si
avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra.
Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre
e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che
vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del
mondo».
Gesù, secondo Matteo, ha dato un
ultimo appuntamento ai suoi discepoli lì dove tutto
era cominciato: in Galilea. Ora – dopo 40 giorni, tempo che indica una pienezza
che avvia qualcosa di nuovo – comincia una nuova fase: sono i suoi discepoli a
dover portare avanti la sua missione. Ne hanno gli strumenti (l’esperienza di
tre anni vissuta con il loro Maestro e Signore) e la forza (quella che proviene
dalla sua presenza spirituale).
Gesù Risorto era apparso in diverse
occasioni per 40 giorni: un tempo sufficiente per poter comprendere e
proseguire senza bisogno di averlo fisicamente con loro. Gesù incarnato era
limitato dallo spazio-tempo (non poteva essere nello stesso tempo ovunque e per
sempre). Gesù risorto asceso al Padre, ma presente spiritualmente rimane con
loro (e con noi) ovunque e per sempre: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni
fino alla fine del mondo”. Così si conclude il Vangelo di Matteo, così come si
era anche aperto: il nome del Messia è l’Emmanuele: Dio con noi (per sempre).
Una inclusione che indica come sia questo il messaggio principale: Dio è con
noi, vicino a noi, dalla nostra parte, come nostro sostegno e guida…per sempre!
Ora è ovunque presente in
quel pane consacrato, ovunque presente in mezzo a coloro che sono uniti (e non
solo riuniti) nel suo nome, presente nei più “piccoli”, nei poveri…
Dubitiamo? Facciamo fatica a crederci fino in fondo? Anche i suoi discepoli, lo abbiamo ascoltato nel Vangelo, dubitarono. Di fronte ai loro dubbi Gesù si avvicinò e li inviò nel mondo come testimoni del suo amore.
Come dire: i dubbi si superano amando, perché solo amando come lui ci ha amato possiamo sperimentarlo presente e operante in mezzo a noi: il gruppo impaurito di discepoli, spinti dal mandato di Gesù e dal dono del suo Spirito, diventa un gruppo di testimoni talmente credibile da coinvolgere in pochi anni migliaia di persone. Nasce la Chiesa , nasce per mezzo di uomini e donne che sperimentano la forza dell’amore reciproco e si spingono, nei primi secoli, in tutto il mondo annunciando un Dio che è amore e che si è fatto uomo in Gesù Cristo.
Dubitiamo? Facciamo fatica a crederci fino in fondo? Anche i suoi discepoli, lo abbiamo ascoltato nel Vangelo, dubitarono. Di fronte ai loro dubbi Gesù si avvicinò e li inviò nel mondo come testimoni del suo amore.
Come dire: i dubbi si superano amando, perché solo amando come lui ci ha amato possiamo sperimentarlo presente e operante in mezzo a noi: il gruppo impaurito di discepoli, spinti dal mandato di Gesù e dal dono del suo Spirito, diventa un gruppo di testimoni talmente credibile da coinvolgere in pochi anni migliaia di persone. Nasce la Chiesa , nasce per mezzo di uomini e donne che sperimentano la forza dell’amore reciproco e si spingono, nei primi secoli, in tutto il mondo annunciando un Dio che è amore e che si è fatto uomo in Gesù Cristo.
I discepoli si prostrarono, ma dubitavano:
la fede è sempre in divenire, in cammino, parziale, messa alla prova dalla
nostra incredulità, dai dubbi. I dubbi fanno parte della nostra fede: ci scuotono
da una adesione formale e superficiale, obbligandoci ad andare in profondità, a
cercare, ad approfondire. A meno che la nostra pigrizia e durezza di cuore ci
porti ad abbandonare la questione (oggi più che di ateismo parliamo di
agnosticismo e di indifferenza), a metterla da parte, pensando di affrontarla
in altri momenti. Una vignetta che si trova facilmente su internet in diverse versioni
mostra efficacemente un uomo nelle sue fasi di vita: da bambino è troppo
giovane per pensare a Dio- da adolescente è troppo sicuro di sé per pensare a
Dio – da giovane è troppo impegnato per pensare a Dio - da sposo innamorato è troppo
felice per pensare a Dio – da adulto è troppo stanco per pensare a Dio – da morto
è troppo tardi per pensare a Dio.
Gesù ascende in cielo = sale a Dio, torna
da dove è venuto: cielo è sinonimo di Dio: torna nella realtà divina, ma con
tutta la sua umanità, con tutte le sue ferite. L’immagine che uso è quella di
un palloncino gonfiato ad elio: tende a salire in alto, ma è ancorato a terra
da un peso. Ciò che ci spinge verso l’alto, verso Dio è il suo Spirito. Ciò che
ci tiene ancorati a terra e non ci permette di prendere il volo[1] è il
nostro peccato, i nostri vizi, i nostri attaccamenti mondani.