IV domenica di Pasqua: "io sono la porta"
Gesù usa 2 SIMILITUDINI:
1. Nella prima parla (in maniera "vaga") del PASTORE DELLE PECORE:
- Questo passa dalla porta dove c'è il GUARDIANO (Dio) che gli apre (lo riconosce come suo inviato);
- Le PECORE ASCOLTANO la sua voce: ascoltiamo la voce di Gesù che parla attraverso la Parola di Dio e attraverso i suoi inviati?
- IL PASTORE le chiama ciascuna per nome (ha con loro un rapporto personale e intimo: e noi?)
- e le CONDUCE FUORI (non chiede di rimanere all'interno del recinto - la Chiesa, luogo di rifugio per i momenti di pericolo - ma fuori, nei pascoli, nella vita quotidiana): "il nostro non è un Dio dei recinti chiusi, ma degli spazi aperti, di liberi pascoli" (E. Ronchi)
- CAMMINA DAVANTI ad esse: Gesù precede e seduce, affascina con il suo esempio: le pecore lo SEGUONO (si fidano e lasciano che sia lui ad indicare la strada da percorrere: e noi? Seguiamo le sue indicazioni?). Gesù ci indica la strada: chi segue Gesù non sbaglia! Ci sono STRADE SBAGLIATE indicate da persone a cui interessano solo i nostri soldi (cartomanti, veggenti...);
- Chi non passa per la porta del recinto è invece un LADRO e un brigante: ci sono falsi inviati (riconoscibili dal fatto che non guidano il gregge, non li conoscono per nome, non hanno un rapporto d'amore con esse...). Entrano per i propri interessi, per il proprio tornaconto.
2. Questa similitudine non viene capita, allora la chiarisce con una seconda:
- "IO SONO LA PORTA DELLE PECORE" (non del recinto: non gli interessa tanto farci entrare in un recinto o istituzione, ma offrirci il passaggio verso Dio, verso una vita piena, beata e bella);
- Chi entra attraverso di me sarà SALVATO = ENTRERA' E USCIRA' E TROVERA' PASCOLO: Gesù promette a chi lo segue "un di più di vita, un centuplo di fratelli e case e campi. Promette di far fiorire la vita" (E. Ronchi);
- Altri si sono autoproclamati Messia, ma sono ladri e briganti non ascoltati dalle pecore (e presto dimenticati), venuti per rubare, uccidere e distruggere;
- "IO SONO VENUTO PERCHE' ABBIANO LA VITA E L'ABBIANO IN ABBONDANZA": "sono venuto perché abbiate la vita piena, abbondante, gioiosa. Non solo la vita necessaria, non solo quel minimo senza il quale la vita non è vita, ma la vita esuberante, magnifica, eccessiva; vita che rompe gli argini e tracima e feconda, uno scialo di vita, che profuma di amore, di libertà e di coraggio" (E. Ronchi).
E. Ronchi: Cristo non è venuto a pretendere ma ad offrire, non chiede niente, dona tutto. Vocazione di Gesù, e di ogni uomo, è di essere nella vita datore di vita.
«Gesù non è venuto a portare una teoria religiosa, un sistema di pensiero. Ci ha comunicato vita ed ha creato in noi l'anelito verso più grande vita» (G. Vannucci).
Allora urge cambiare il riferimento di fondo della nostra fede: non è il peccato dell'uomo il movente della storia di Dio con noi, ma l'offerta di più vita.
«Gesù non è venuto a portare una teoria religiosa, un sistema di pensiero. Ci ha comunicato vita ed ha creato in noi l'anelito verso più grande vita» (G. Vannucci).
Allora urge cambiare il riferimento di fondo della nostra fede: non è il peccato dell'uomo il movente della storia di Dio con noi, ma l'offerta di più vita.
E' la Giornata di preghiera per le vocazioni (sacerdotali e consacrate): Dio ci conosce e ci chiama per nome, ci conduce per strade particolari: VOCAZIONE = CHIAMATA (a fare qualcosa di importante). "Il buon pastore chiama le sue pecore, ciascuna per nome": io sono un chiamato!
Domandiamoci: cosa vuole da noi Dio? Perchè ci ha donato quelle passioni e capacità? Cosa ci fa vibrare il cuore?
E più in generale: domandiamoci: cosa farebbe o direbbe Gesù al mio posto, in questa situazione?