E’ RISORTO VERAMENTE?
di Corvo Maria Cristina | Apr 17, 2017 (Frammenti di pace)
E se fosse tutta una finta? Se Gesù non fosse risorto e gli apostoli si fossero
inventati tutto? Se tutta ‘sta storia della resurrezione fosse una
specie di burla storica arrivata fino a noi e tenuta in vita
dall’istintiva voglia di illuderci che la morte sia solo un passaggio?
Ecco: in questi frangenti penso a quel che
disse Charles Colson(politico e collaboratore di Nixon):
“So che la risurrezione è un fatto e la faccenda del Watergate me lo dimostra. Come? Perché dodici uomini testimoniarono di aver visto Gesù risorto dai morti, poi proclamarono quella verità per quarant’anni, senza mai rinnegarla. Tutti furono picchiati, torturati, lapidati e incarcerati. Non avrebbero sopportato quelle cose se non fosse stata la verità. Nel caso Watergate furono implicati dodici degli uomini più potenti della terra e non riuscirono a sostenere una bugia per più di tre settimane. Volete dirmi che dodici apostoli riuscirono a sostenere una bugia per quarant’anni? Assolutamente impossibile.”
Ha ragione Colson: se la risurrezione di Gesù
fosse stata tutta una bugia architettata da un gruppetto di seguaci, avrebbe
avuto le gambe cortissime. (Per chi volesse, in questo link c’è un approfondimento breve, sintetico e
realistico, intitolato:“La Resurrezione di Gesù. Un fatto vero!” )
Della resurrezione la cosa che mi affascina moltissimo
è l’idea che ora, Gesù, è vivo e sta accanto a me.Anche accanto a te che leggi. E’ vivo ed è qui.
Mi guardo a destra e a sinistra. Quant’è distante l’illusione dalla fede? L’autosuggestione dalla Presenza?
Il cristianesimo non è una
religione ma una Presenza. Gli apostoli non si sono fatti ammazzare per
testimoniare una morale ma Gesù.
Qualche volta, purtroppo, sono gli stessi cristiani a
mettere così in risalto norme e regole morali, da riuscire a far sbiadire la
bella notizia della risurrezione.
Il passa parola della gioia si
blocca e viene sostituito dalle battaglie dottrinali.
Invece (oggi come ieri) Gesù viene accolto per
contagio di Speranza.
E’ quel «Resta con noi perché si fa sera e il
giorno già volge al declino» che ha bisogno di sentire ancora «Che
sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?».
La nostra anima ha bisogno di passeggiare con
Gesù. I nostri piedi stanchi hanno bisogno di risentire «il Signore
Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno». Ad Emmaus, quella
passeggiata dell’inizio dei tempi, interrotta per paura e finita con un Adamo
ed Eva nascosti, è stata ripresa. Dio ha ricominciato a camminare con noi.
Ama sentirci riflettere. «Che sono questi
discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?» Lui sa
tutto. Ma che importa. Pur di stare con noi, fa la parte dell’ingenuo.
E questa volta né Clèopa e né l’amico si
nasconderanno dallo sguardo di Dio. Nessuno avrà paura. Ci sarà solo una
profonda, immensa, strabordante gioia. «Non ci ardeva forse il cuore nel
petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le
Scritture?»
Ogni uomo che nasce su questa terra, anche il più
cattivo o il più cretino o il più testardo o il più… che ci sia, almeno una
volta nella vita, ha fatto una passeggiata con Dio ed ha “sentito”
che quel giorno, in quel momento, lui non era da solo. Ognuno di
noi, almeno una volta nella vita, ha avuto la possibilità di godersi la
vita con Dio.
Basta non fissarsi sulla delusione del
venerdì. Dio passeggia sempre con noi.
Vorrei far conoscere una “passeggiata con Dio”
raccontata nel film: “Miracoli dal Cielo”. Il film (tratto dal libro a destra e di cui
potrete leggere il primo capitolo) racconta
la vera storia di Annabel Beam, una bambina che a soli cinque anni,
tra fitte addominali atroci e continui ricoveri urgenti, scopre di avere
una rara ed incurabile malattia che le paralizza l’intestino, creando
ostruzioni, sofferenze, pancia gonfia ed obbligandola ad un’alimentazione
dolorosa fatta con i sondini.
Un giorno del dicembre 2011, Annabel sta giocando
sul prato della sua casa, in Texas, con le sorelle Abigail e Adelynn. Si
erano arrampicate su un grosso pioppo ma il ramo su cui erano sedute
(a circa dieci metri da terra) non regge il loro peso e Annabel cade a
testa in giù, all’interno del tronco cavo dell’albero, restando
incastrata.
Il tonfo, la paura, i pompieri, le telecamere, le
lacrime…
In quella notte tremenda, la famiglia, disperata,
abbraccia il tronco dell’albero invocando Dio. Annabel, nel frattempo, è
all’interno del tronco, come morta. E’ in quel momento (racconterà
poi Annabel) che lei vede Gesù.
“Il cielo era molto luminoso e tutto era molto tranquillo. Non c’era dolore, ed è per questo che volevo rimanere. Mi sono seduta sulle ginocchia di Gesù e gli ho chiesto se potevo rimanere con lui. Ha detto: “No, Annabel, ho dei piani per te sulla Terra che non è possibile completare in cielo, ma appena i vigili del fuoco ti tireranno fuori, non ci sarà niente di sbagliato in te.”
Dopo ore di tentativi, i vigili del fuoco
riescono a tirar fuori di lì la bambina e portarla all’ospedale. Ma
nessuno può immaginare quel che sta per accadere. Una serie di miracoli,
guarigioni e conversioni stanno per entrare nella vita dell’intera famiglia di
Annabel, lasciando cuori stracolmi di gioia. Ma è il discorso finale
della mamma (fatto nella chiesa ed alla presenza di tante persone sofferenti)
che apre il cuore.
ll regista, attraverso le parole emozionate di questa
donna, fa rivedere la prima parte del film, dal punto di vista di Dio. E
lì, ogni spettatore apre gli occhi e si accorge. Finalmente tutto è
chiaro. In ogni sequenza di dolore e di paura, Gesù stava camminando
accanto a loro. Guardi quel finale, ascolti quelle parole e
pensi: “Siamo tutti sulla strada per Emmaus, con Gesù al nostro fianco“.
“Mi sembrava che Gesù mi camminasse sempre a fianco… Sentivo chiaramente che mi stava sempre al lato destro, testimone di ciò che facevo e mai potevo dimenticare, se appena mi raccoglievo un pochino o non ero molto distratta, che Lui era accanto a me”. (S. Teresa d’Avila)Fonte: http://www.intemirifugio.it