Rassegna stampa "alternativa": blasfemia, utero in affitto, fossa comune nell'orfanotrofio (bufala?) e dissenso ecclesiale.
Patriciello su Avvenire commenta la sentenza che archivia il manifesto blasfemo del circolo Lgbt del Cassero di Bologna
Utero in affitto: il tribunale di Trento riconosce la doppia paternità di due gemelli nati negli USA da maternità surrogata.Sono passati tre anni da quando a Bologna, un circolo omosessuale legato all’Arcigay, il Cassero, pubblicò un annuncio su facebook per pubblicizzare una festa. Questi concittadini e fratelli che sempre lamentano offese e discriminazioni anche quando non ci sono, pensarono bene di pubblicare una locandina che ritraeva tre giovani travestiti da Gesù e i due ladroni intenti a mimare atti sessuali tra loro servendosi di una croce. Non occorreva allora, e non occorre oggi, essere particolarmente sensibili o santi per avvertire una grande pena e un pugno nello stomaco.Si è liberi di credere o non credere che l’Uomo di Nazaret sia il figlio di Dio, ma a nessuno, mai, è permesso di irridere, scimmiottare, schernire la fede di due miliardi di persone, cristiani di ogni confessione, che su di Lui e sulla sua Parola hanno fondato la loro vita. In un momento in cui centinaia di migliaia di nostri fratelli di fede vengono perseguitati, imprigionati, torturati e uccisi in diverse parti del mondo, in Italia il cristianesimo, da parte di qualcuno, viene fatto oggetto di osceno scherno. Solo un antipatico incidente, cui rimediare chiedendo scusa, o invece l’Arcigay aveva altro cui mirare? Beh, che non si trattasse di un incidente ci pensarono gli stessi ideatori a farcelo sapere: «Quel gesto – dissero – rappresenta una liberazione rispetto a un simbolo che quelle persone percepiscono come oppressivo». Loro, quindi, volevano davvero «dissacrare o irridere un simbolo religioso». Intenzioni chiare, e dichiarate.
Vedi i commenti su La Nuova Bussola Quotidiana: "Eutanasia e utero in affitto, i rischi di un colpo di mano" (di L. Magri) e "Famiglia condannata a morte" (di T. Scandroglio) e su Avvenire.
Sempre su Avvenire, L. Moia riflette su alcune ricerche fatte su "due mamme e due papà, nessuna differenza?"
Sulla scoperta della "fossa comune" vicino ad un orfanotrofio irlandese, l'UCCR ci invita a fare attenzione alla bufala:
Tra le falsità: NON E’ UNA FOSSA COMUNE E I BAMBINI HANNO CERTIFICATO DI MORTE; NON SONO MORTI PER MALNUTRIZIONE; CONTESTUALIZZARE GLI EVENTI AL PERIODO STORICO;Vicino ad un ex istituto gestito da suore in Irlanda, la Mother and Baby Homes, è stato trovato un “significativo numero di resti umani”. Le ossa appartengono a circa 800 bambini (796 per la precisione), di età tra le 35 settimane e i tre anni.Lo si sapeva già nel 2014, oggi semplicemente sono stati effettuati gli scavi ed è stato confermato quanto già venne detto in passato. La Mother and Baby Homes fu una casa di accoglienza per madri non sposate e i loro figli che ha operato tra il 1925 e il 1961 in Tuam, nella contea di Galway in Irlanda. Venne gestito dalle suore francesi Bon Secours sister.I media sono incredibilmente interessati alla vicenda, probabilmente perché coinvolge un’istituzione cattolica. Purtroppo la notizia è infarcita da dati falsi e i giornalisti si stanno copiando a vicenda, ognuno aggiungendo macabri particolari inesistenti. Già nel 2014, quando la notizia uscì la prima volta, diversi quotidiani si avventarono sulla vicenda inventando orrori e crimini che sarebbero avvenuti in questi istituti cattolici, salvo poi dover chiedere scusa per le falsità scritte, come fece l’Associated Press.
Infine il dialogo a distanza (riportato dal sito www.uccronline.it) di due vaticanisti su papa Francesco: Aldo Maria Valli e Luigi Accattoli