Cattolici emergenti: José Tolentino Mendonça (e gli esercizi spirituali tenuti al Papa)
Primo "straniero" segnalato tra i "cattolici emergenti", il sacerdote, teologo, scrittore e poeta portoghese José Tolentino de Mendonça ha guidato le meditazioni per il Papa e la Curia Romana durante gli Esercizi di Quaresima 2018 (l'intervista del video è dello scorso anno).
Nato a Madeira nel 1965, Jose Tolentino de Mendoça è voce letteraria e poetica del suo Portogallo, vicerettore dell’Università Cattolica di Lisbona, consultore del Pontificio Consiglio della Cultura, studioso della Bibbia, editorialista di Avvenire, esperto di Pessoa, Saramago, Pasolini e Flannery O’ Connor.
Non sono mancate le polemiche su di lui: amico di una suora "femminista" che ha scritto una "teologia queer": Suor Maria Teresa Forcades i Vila, che proprio in questi giorni si trova in Italia per presentare il suo libro “Siamo tutti diversi! Per una teologia Queer” (Castelvecchi Editore).
Tra i titoli più noti della produzione di Tolentino, in italiano sono disponibili:
con prefazione di Ravasi che scrive:
«A José Tolentino Mendonça, Dio donandogli la fede gli ha contemporaneamente dato la capacità di cantarla. Fede e poesia intrecciate insieme, dunque. E queste pagine ne sono una limpida testimonianza. Esse attingono alla sorgente della Bibbia, alla radice della fede, risalendo all'Oltre e all'Altro divino... essendo la fede un viaggio, elenca la lista dei grandi viaggiatori della fede. Dal nomade Abramo a Mosè, guida della marcia verso la libertà; dal fuggiasco Elia, al migrante renitente Giona, che impara la verità su Dio solo recandosi all'estero; da Gesù che non ha neppure una pietra ove posare il capo e che è in marcia permanente, fino ai discepoli inviati in tutto il mondo e a un Paolo instancabile viaggiatore missionario...»“Padre nostro che sei in terra” (2013, Qiquajon)
(2013 Paoline)
«Questo libro svela il significato profondo dell'amicizia e, allo stesso tempo, il suo segreto: la serena accettazione dei limiti. L'autore esplora questo tema attraverso un raro insieme di riferimenti, un'immersione profonda nella Parola di Dio, associata anche ad una penetrante comprensione delle radici classiche della nostra civiltà, una sensibilità rispetto alla poesia, purtroppo così assente all'interno della teologia. Si tratta di un libro che rivela un profondo rispetto per l'altro, un libro che bisogna assaporare» (dalla presentazione di Timothy Radcliffe, O.P.).(2014, LEV)
(2015, Vita e Pensiero)
(2016, Emi)
(2016, San Paolo)
Chiamate in attesa (2016, Vita e Pensiero)
(2017, San Paolo)
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“Elogio della sete” è il tema delle meditazioni di Quaresima affidate al religioso.
“Abbiamo una sete che è simile a quella di cui Gesù ha parlato sulla Croce. Gesù – spiega - ha detto solo: ‘ho sete’. In questa parola c’è il riassunto del suo progetto, della sua umanità. Nella nostra sete abbiamo la possibilità di ritrovare la nostra umanità come Dio la vede”.
La fede non è un’ideologia: è un’esperienza. La sete è un tema che lo mostra bene. La sete non è un’idea, ma rivela la vita nella sua realtà. Non è un caso che la Sacra scrittura faccia della sete un tema ricorrente. Per esempio, più di una volta, nei Vangeli ascoltiamo Gesù dire che ha sete. Che cosa significa questa sete? E che cosa può significare per noi in questa stagione concreta della vita della Chiesa? La spiritualità e la mistica cristiane hanno coltivato con saggezza la tematica della sete, ma quest’ultima per noi può funzionare anche come un’utile mappa per affrontare il presente.Gli Esercizi sono stati così strutturati:
Riflessione introduttiva: “Apprendisti dello stupore” in cui commenta la prima parte del racconto di Giovanni (Gv 4.5-24) sull’incontro tra Gesù e la samaritana al pozzo:
1 “La scienza della sete”;La richiesta di Gesù provoca in noi perplessità e sconcerto, perché “siamo noi quelli venuti a bere” al pozzo, e sappiamo che la sete è fatica e bisogno. Ma Gesù è affaticato per il viaggio, e sta seduto vicino al pozzo. E nel Vangelo, quelli che stanno seduti per chiedere, ricorda don Tolentino, sono i mendicanti. Anche Gesù mendica, il suo “è un corpo che sperimenta la fatica dei giorni: consunto dalla cura amorevole degli altri”. Non è solo l’uomo ad essere mendicante di Dio. “Anche Dio è mendicante dell’uomo”.Con la sua debolezza, prosegue il predicatore portoghese, Gesù “è venuto a cercarci”. “Nel più abissale e notturno della nostra fragilità, sentiamoci compresi e cercati dalla sete di Gesù”. Che non è una sete d’acqua, è più grande: “E’ sete di raggiungere le nostre seti, di entrare in contatto con le nostre ferite”. Ci chiede: “Dammi da bere”. “Gliela daremo? Ci daremo da bene gli uni gli altri?”, si chiede ancora don José.
Riconosciamoci chiamati, perché è il Signore che prende l’iniziativa di venire incontro a noi. “Per quanto sia grande il nostro desiderio, ancora più grande è il desiderio di Dio”. E quando Gesù dice alla donna il vero della sua vita, “questo non la umilia né la paralizza. Anzi, si sente incontrata, visitata dalla grazia, liberata dalla verità del Signore”.Sentiamoci abbracciati, conclude il predicatore degli esercizi spirituali per il Papa e la Curia Romana, perché “Dio sa che noi siamo qui”. E in questi giorni, “disimpariamo, per imparare quella grazia che renderà possibile la vita dentro di noi”. Nel nostro intimo diciamo: “Signore, io sono qui in attesa di niente”. Che è come dire: sono solamente in attesa di te, “in attesa di quello che tu mi dai”.
2 “Mi sono accorto di essere assetato” («Scoprire e interpretare la sete di Dio»);
3 “Questa sete di niente” (l'accidia ci fa ammalare);
4 “La sete di Gesù”;
5 “Le lacrime raccontano una sete”;
6 “Bere dalla propria sete”;
7 “Le forme del desiderio” ("Il figliol prodigo");
8 “Ascoltare la sete delle periferie”;
9 “La beatitudine della sete".