Il "mistero" della lettera mutilata. Il messaggio privato ( e manipolato?) di Benedetto XVI
Benedetto XVI, in quel messaggio, ribadisce "la continuità interiore tra i due pontificati" e condanna "lo stolto pregiudizio per cui Papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre io sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta di un cristiano oggi".
Il messaggio però non finiva qui, ma esprimeva una riserva riguardo alla scelta di due teologi curatori della collana a lui non graditi. Viganò, nel rendere pubblica la lettera ("Personale riservata"), ha pensato di non dover riferire anche questa parte. Ma qualcuno, in Vaticano, non ha probabilmente gradito questa operazione e ha fatto giungere il testo completo a Sandro Magister che ha subito gridato allo scandalo e, con lui, il gruppo antipapista?
Le cose non sono così "semplici": come riferisce Magister, Viganò avrebbe letto ai vaticanisti presenti la lettera (quasi) completa, dando però accesso alla sola prima parte, con tanto di immagine "ritoccata" e parziale della lettera:
La prima omissione:Plaudo a questa iniziativa che vuole opporsi e reagire allo stolto pregiudizio per cui Papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre io sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta di un cristiano oggi.I piccoli volumi mostrano, a ragione, che Papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica e aiutano perciò a vedere la continuità interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento.
Secondo Magister questo "paragrafo finale, omesso nel comunicato stampa, nel quale Ratzinger, con sincero candore, dà prova della sua finissima vena d'ironia. Lo si legga. E chi vuole intendere intenda".Tuttavia non mi sento di scrivere su di essi una breve e densa pagina teologica perché in tutta la mia vita è sempre stato chiaro che avrei scritto e mi sarei espresso soltanto su libri che avevo anche veramente letto. Purtroppo, anche solo per ragioni fisiche, non sono in grado di leggere gli undici volumetti nel prossimo futuro, tanto più che mi attendono altri impegni che ho già assunti.Sono certo che avrà comprensione e la saluto cordialmente.SuoBenedetto XVI
Sulla seconda omissione, riferisce ancora Magister:
Così, attraverso Vatican News, Viganò ha cercato di rimediare al pasticcio:cosa c'era ancora scritto, che Viganò s'è guardato dal leggere in pubblico e s'è premurato di coprire ben bene, nella foto, con gli undici libretti sulla teologia di papa Francesco?C'era la spiegazione del perché Benedetto XVI non aveva letto quegli undici libretti né intendeva leggerli in futuro, e quindi del perché egli aveva rifiutato di scrivere "una breve e densa pagina teologica" di presentazione e valorizzazione degli stessi, chiestagli da Viganò.Il motivo addotto da Benedetto XVI nelle righe finali della sua lettera – ci dice una fonte inoppugnabile – è la presenza tra gli autori di quegli undici volumetti del teologo tedesco Peter Hünermann, che è stato critico implacabile sia di Giovanni Paolo II che dello stesso Joseph Ratzinger come teologo e come papa.
Una nota della Segreteria per la Comunicazione, diffusa dalla Sala Stampa della Santa Sede, sottolinea che “sono seguite molte polemiche circa una presunta manipolazione censoria della fotografia distribuita come corredo fotografico. Della lettera, riservata, è stato letto quanto ritenuto opportuno e relativo alla sola iniziativa, e in particolare quanto il Papa Emerito afferma circa la formazione filosofica e teologica dell’attuale Pontefice e l’interiore unione tra i due pontificati, tralasciando alcune annotazioni relative a contributori della collana. La scelta è stata motivata dalla riservatezza e non da alcun intento di censura. Per dissipare ogni dubbio si è deciso quindi di rendere nota la lettera nella sua interezza".Vediamo i commenti antipapisti iniziando da Marco Tosatti:
una ventina di colleghi hanno accettato di ricevere un documento parziale, senza chiedere l’integrale, come sarebbe stato loro dovere. Non solo. Di fronte a una manipolazione probabile, e forse persino evidente, l’hanno assecondata. E ancora oggi – leggete i giornali – continuano sulla stessa strada, senza un mea culpa, scaricando il tutto sui fantomatici “tradizionalisti”...Si veda anche quanto scrive in modo molto pacato Aldo Maria Valli, e in modo più polemico la Nuova Bussola Quotidiana.
Sul versante opposto invece segnalo l'articolo di Luciano Sesta: "Bergoglio e pregiudizio".
Il problema è che i cattolici che stanno alimentando questa polemica non si accorgono di commettere un errore uguale e contrario a quello che rimproverano a Viganò. Sono cioè tanto interessati a mettere Ratzinger contro Bergoglio, di quanto lo sarebbe Viganò a reclutarlo in suo favore. Nella Bussola Quotidiana si definisce un’“idiozia” l’operazione mediatica di far apparire a tutti i costi Ratzinger un sostenitore di Bergoglio, senza però accorgersi che lo è altrettanto l’operazione mediatica di metterglielo a tutti i costi contro, come traspare dalla penna nervosa di Cascioli, l’autore del pezzo, che ci tiene a dimostrare che i passaggi della lettera in cui Benedetto XVI declina l’invito sarebbero un’evidente prova dell’assoluto disinteresse, se non del disprezzo, che il papa emerito nutrirebbe nei confronti di papa Francesco. Fra i due papi, lo sappiamo, c’è una differenza enorme. Ma che questa sia una differenza fra la vera Chiesa che fu e quella che, abbandonata dallo Spirito Santo e nelle mani del papa “progressista”, è ormai in disfacimento – che è il presupposto di tutte queste polemiche – è tutta un’altra questione.C'è infine chi si chiede "come è possibile che la LEV (Libreria Editrice Vaticana) abbia commissionato a un signore che ha "capeggiato un'organizzazione in opposizione al magistero papale" un saggio teologico sul Papa regnante"?