III domenica del TEMPO ORDINARIO: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi, credete nel Vangelo» e seguitemi!
Gesù comincia a predicare in Galilea, il
luogo dove è nato e cresciuto, il luogo della vita quotidiana. Il che vuol dire
una cosa molto semplice: il Vangelo lo incontri nella tua vita concreta,
quotidiana, non devi andare a cercare chissà dove.
L’ANNUNCIO
“Il tempo è compiuto”: normalmente,
nei primi quarant’anni pensiamo a cosa faremo dopo. Negli altri quaranta
pensiamo a cosa non abbiamo fatto prima. Invece, l’unico momento che puoi
vivere è il presente: non vivi ieri, non vivi domani, vivi adesso. Ed è
questo il momento che contiene tutto, perché Dio è presenza. Noi normalmente
viviamo nei progetti e nei ricordi: quindi, nell’illusione dei progetti, nella
delusione dei ricordi. E non viviamo il presente. È sempre nella gioia uno che
vive nel presente. Noi invece siamo tristi perché pensiamo a quel che non c’è
più, a quel che non c’è ancora. E siccome c’è solo il presente, se non vivi nel
presente vivi quel che non c’è: cioè non vivi.
“Il regno di Dio è vicino”: il suo regno (d’amore) è vicino (a noi):
credeteci, fidatevi. Dio, che è amore, regna lì dove ci si ama e dona amore lì
dove lo si accoglie e ci si affida. Il “regno
di Dio” non è l’aldilà, ma l’oggi che si apre all’eternità, è questo mondo
trasformato dalla sua presenza e da coloro che vi aderiscono e seguono il suo
insegnamento. La vita eterna non è quel che viene dopo, la
vita eterna è il tuo vivere ora ciò che è eterno, cioè l’amore di Dio e del
prossimo. Se non lo vivi ora, non lo vivi mai. Quindi la vita eterna è da
vivere ora.
Gesù dà avvio alla sua missione
con un gioioso annuncio: il regno di Dio è vicino, credeteci, fidatevi di
questa cosa buona che è nata. La buona notizia che Gesù annuncia è l'amore.
Credi nel Vangelo equivale a dire: fidati dell'amore[1].
La “buona notizia” che traspare in
tutti i Vangeli è che Dio ci ama, Dio è amore, Dio è dalla nostra parte: ci
vuole bene e per questo motivo ci vuole liberi e nella gioia. Dio – ci fa
comprendere Gesù - non chiede i nostri sacrifici, ma è lui che si sacrifica per
noi nel Figlio; non chiede di essere servito ma si mette, nel Figlio, a nostro
servizio; non limita la nostra libertà ma la prende sul serio a tal punto da lasciarci
rifiutare il suo amore. Ci vuole e ci rende veramente liberi; ci dona la vita e
ci guida perché questa sia una vita piena, buona, eterna.
Dio non aspetta che l’uomo faccia
il primo passo, che cambi vita, che produca opere buone, quasi che la salvezza
sia la ricompensa dovuta ai suoi sforzi. No, prima c’è la grazia, l’iniziativa
di Dio. In questo, il cristianesimo si distingue da ogni altra religione o
filosofia religiosa: non comincia dicendo agli uomini quello che devono fare
per salvarsi, ma quello che Dio ha fatto per salvarli; pone il dono prima del
dovere, la grazia prima del merito[2].
LA
CONSEGUENZA PER NOI: “Convertitevi e credete al Vangelo”
Convertitevi,
cioè volgete lo sguardo a Dio, rivolgetevi a
Lui, cambiate direzione per seguire suo Figlio: è a Lui che dobbiamo credere,
Lui è il Vangelo, il “lieto messaggio”: non un insegnamento, ma una Persona
concreta, vivente e operante in mezzo a noi. Gesù
proclama Gesù, la buona notizia è lui stesso. Leggendo il Vangelo, che è la
parola su Gesù, incontriamo lui. Come ognuno incontra ogni persona nella sua
parola, così incontriamo Dio nelle parole che ci ha detto.
Convertitevi come hanno fatto quelli di Ninive,
popolo straniero e pagano che ha accolto l’appello, l’occasione per cambiare
vita, per non operare più il male, ma agire nel bene. Ninive è anche dentro di
noi: è l’uomo vecchio incredulo e cattivo.
Convertitevi e credete al Vangelo come hanno fatto
i primi discepoli chiamati da Gesù a lasciare tutto e a seguirlo senza
indugi. Indugiare significa farci bloccare dai nostri “se” e “ma”, lasciare
che il Maligno blocchi la nostra spinta a Dio e ci lasci affogare nei nostri
compromessi, nelle nostre paure, nelle indecisioni, nella mediocrità.
San Paolo ci ricorda come tutto, di fronte a Dio e
all’eternità, è relativo: Lui solo è l’assoluto.
LA
PRIMA AZIONE DI GESU’: LA CHIAMATA
La prima azione di Gesù è una “chiamata” a seguire
lui che è la via che conduce al Padre. “La fede cristiana – ci ricorda Silvano
Fausti - non è innanzitutto una dottrina o una pratica: è una relazione
personale con Gesù, il mio Signore, che amo perché lui per primo mi ama”[3].
L’essenza del Vangelo è andar dietro a Gesù. La fede cristiana è andar dietro a questa persona: seguirla.
In tutte le religioni l’uomo cerca Dio; nel cristianesimo
invece è Dio che cerca l’uomo, che lo seduce, che lo guarda con amore e
rispetto. Il suo sguardo fa pensare all’amore a prima vista, quello che ti fa
lasciare ogni cosa per seguire l’amore intravisto.
Gesù passando vide... Due coppie
di fratelli, due barche, un lavoro? No, vede molto di più: in Simone bar Jona vede
Kefa, Pietro, la roccia su cui fondare la sua chiesa; in Giovanni intuisce il
discepolo dalla più folgorante definizione di Dio: Dio è amore; Giacomo sarà
«figlio del tuono», uno che ha dentro la vibrazione e la potenza del tuono. Lo
sguardo di Gesù è uno sguardo creatore, una profezia. Mi guarda, e vede in me
un tesoro sepolto, nel mio inverno vede grano che matura, una generosità che
non sapevo di avere, strade nel sole. Nel suo sguardo vedo per me la luce di
orizzonti più grandi.
Li chiama due a due, a partire da una fraternità
umana che deve diventare una fraternità divina, rivolta a tutti. La fede non è mai un affare privato ma esperienza di
fraternità.
Venite dietro a me: vi farò pescatori di uomini. Raccoglieremo
uomini per la vita[4].
Li porteremo dalla vita sepolta alla vita nel sole. Risponderemo alla loro fame
di libertà, amore, felicità. I quattro pescatori lo seguono subito, senza
sapere dove li condurrà, senza neppure domandarselo: hanno dentro ormai le
strade del mondo e il cuore di Dio. Gesù camminava per la Galilea e annunciava
la buona novella, camminava e guariva la vita. La bella notizia è che Dio
cammina con te, senza condizioni, per guarire ogni male, per curare le ferite
che la vita ti ha inferto, e i tuoi sbagli d'amore. Dio è con te e guarisce.
Dio è con te, con amore: la sola cosa che guarisce la vita. Questo è il Vangelo
di Gesù: Dio con voi, con amore[5].
[1] E. Ronchi, omelia
per la I domenica di Quaresima, 26 febbraio 2012.
[2] R. Cantalamessa, omelia
per la III domenica del tempo ordinario (gennaio 2014).
[3] S. Fausti, idem,
p.56.
[4] “L’uomo nel mare annega e muore. Pescare uomini vuol
dire portarli dalla morte alla vita. Gesù ha pescato loro che cominciano a
seguirlo. La sua missione nei loro confronti diventerà la loro stessa nei
confronti degli altri fratelli” (S.
Fausti, Idem, p.41).
[5] E. Ronchi, omelia per la III domenica del tempo
ordinario, 2011