V domenica del T.O./A
Subito
dopo aver pronunciato il grande discorso delle Beatitudini, Gesù afferma: “Voi
siete il sale della terra…e la luce del mondo”.
Voi
che siete poveri in spirito, miti, puri di cuore, misericordiosi, operatori di
pace e di giustizia…siete FELICI/BEATI, perché Dio, fonte della felicità, è con
voi, dalla vostra parte e PER GLI ALTRI SIETE SALE e LUCE.
Non
è un’esortazione (“siate sale e luce”), ma una costatazione: SIETE SALE e LUCE,
siete chiamati e ne avete le possibilità di essere tali. Sale e luce, cose
essenziali per la vita.
Il
SALE serve per conservare gli alimenti (purifica e impedisce la decomposizione)
e per dargli sapore, così voi preservate ciò che nel mondo vale e merita di
durare, vi opponete ai corruttori, date sapore, fate gustare il buono della
vita.
La
LUCE serve per illuminare e, più in generale, per vivere, così voi siete
luminosi non di luce propria, ma riflessa, fiaccola che si accende dell’amore
di Dio e illumina e vivifica chi incontra, perché
“Quando tu segui come unica regola di vita
l'amore, allora sei Luce e Sale per chi ti incontra. Quando due sulla terra si
amano diventano luce nel buio, lampada ai passi di molti. In qualsiasi luogo
dove ci si vuol bene viene sparso il sale che dà sapore buono alla vita”.
(E. Ronchi)
La
luce si manifesta nelle OPERE (“Risplenda la vostra luce nelle vostre opere
buone”). Isaia nella prima lettura, suggerisce la strada perché la luce sia
posta sul candelabro e non sotto il moggio: “Spezza il tuo pane, introduci in
casa lo straniero, vesti chi è nudo, senza trascurate i tuoi parenti”. Allora
la tua luce sorgerà come l'aurora, la tua ferita si rimarginerà in fretta…
“Illumina altri e ti illuminerai, guarisci
altri e guarirai. Non restare curvo sulle tue storie e sulle tue sconfitte, ma
occupati della terra, della città dell'altro, altrimenti non diventerai mai un
uomo o una donna radiosi. Chi guarda solo a se stesso non si illumina mai”. (E.
Ronchi)
L’amore di coppia e l’amore
per gli altri ci rendono luminosi: in chi vive concretamente tali esperienze
vediamo occhi e volto luminosi, emanano luce.
Sale e luce servono
per gli altri: a partire da me, ma non per me. Preservarsi, pensare a sé,
risparmiarsi significa rendere il sale insipido e oscurare la luce mettendola
sotto un letto: non servono più a nulla, hanno fallito il loro scopo, sono
diventati insignificanti, inutili.
Sale e luce hanno in sé l’UMILTA’
di non apparire, ma quasi scomparire: il sale deve sciogliersi per dare il
giusto sapore, la luce non fa rumore, ma fa emergere il bello che è in ciò che
illumina. Così deve fare il cristiano nella società: dare senso e sapore alle
cose, illuminarle e scaldarle. Opere di Dio, ma che si realizzano in coloro che
da lui si fanno guidare e abitare.