Rassegna stampa "alternativa"
Cosa c'entra la paternità con due bimbe comprate da una madre surrogata in Messico? Se lo chiede Famiglia Cristiana presentando il caso di
Emma e Sophia, un mese, due bimbe sottratte, dietro compenso economico, a una madre che le ha partorite in Messico e non le rivedrà mai più. E non meritavano di finire sulle passerelle per un delirio narcisistico di due stilisti che non esitano a sfruttare due neonate per propagandare il presunto diritto delle coppie omosessuali ad avere un figlio. Il tutto tra gli applausi ipocriti di chi ha detto che è un inno alla paternità...
Se lo chiedono su Aleteia in seguito alla scoperta che,
a una distanza di 39 anni luce dalla Terra, attorno alla stella battezzata Trappist-1, orbita un sistema composto da sette pianeti simili al nostro, tre dei quali potrebbero ospitare la vita come la conosciamo. Pianeti, come si dice, «gemelli» della Terra (La Stampa, 22 febbraio).
La risposta è già nel sottotitolo: "La teologia non esclude la possibilità di una vita oltre la Terra".
Tempi riflette sulla decisione dell'ospedale San Camillo di Roma di assumere due medici abortisti: non si fa così discriminazione privilegiando chi sceglie di fare aborti? E' vero che mancano medici abortisti? Vedi anche la riflessione sul caso di Famiglia Cristiana.
Ancora su Famiglia Cristiana (ma questa volta l'eco dello scandalo è giunto lontano) trova spazio il
caso dei fondi erogati dall’Unar all’associazione Anddos (rete nazionale di circoli/enti culturali, ma secondo “Le Iene”, destinati a promuovere/ospitare incontri sessuali anche a pagamento fra gay). Un fatto triste da commentare, perché l’Unar è un ente pubblico istituito con uno scopo meritorio, “contrastare ogni forma di discriminazione fondata sull’appartenenza etnica e religiosa”. Che ben poco ha a che fare con le finalità dell’ente beneficiato…
Una polemica molto discutibile (e dai toni inaccettabili) è quella presentata su La bussola quotidiana:
"L’intervista del generale dei gesuiti Padre Sosa, per il quale le parole di Gesù andrebbero contestualizzate perché gli evangelisti non avevano con sè un registratore, per la sua assoluta incoerenza logica, non meriterebbe alcun commento teologico ma solo una risata. Ma, trattandosi di un intervento dell’attuale generale dei Gesuiti nel dibattito sull’interpretazione di un documento pontificio così problematico come l’Amoris laetitia, si rende necessario, per responsabilità pastorale nei confronti dei fedeli ai quali l’intervista è giunta attraverso i media internazionali, un richiamo al corretto rapporto del Magistero e/o della sacra teologia con la verità rivelata, quella con la quale Dio «ha voluto farci conoscere la sua vita intima e i suoi disegni di salvezza per il mondo» (Vaticano I, costituzione dogmatica Dei Filius, 1870)".
L'affermazione "incriminata" è questa:
CHE COSA HA DETTO GESU’? NON C’ERA IL REGISTRATORE E IL VANGELO E’ SCRITTO DA ESSERI UMANI…
Ma allora, se tutte le parole di Gesù vanno esaminate e ricondotte al loro contesto storico, non hanno un valore assoluto…
Nell’ultimo secolo nella Chiesa c’è stato un grande fiorire di studi che cercano di capire esattamente che cosa volesse dire Gesù… capire una parola, capire una frase… le traduzioni della Bibbia cambiano, si arricchiscono di verità storica… Pensi un po’: per me, venezuelano, una stessa parola può avere un significato diverso se detta da uno spagnolo…Ciò non è relativismo, ma certifica che la parola è relativa, il Vangelo è scritto da esseri umani, è accettato dalla Chiesa che è fatta di persone umane.
Affermazioni che nessun esegeta serio può contraddire!
L'altra polemica de La bussola quotidiana è rivolta, sempre con toni irosi, contro monsignor Vincenzo Paglia, reo di aver parlato positivamente di Marco Pannella. Scrive Cascioli:
Sapere che un uomo che nella sua vita e fino alla fine ha fatto tanto male, come Marco Pannella, abbia però goduto dell’amicizia di un sacerdote, è in qualche modo consolante. Si può sperare che quel filo con Dio che non si è mai spezzato possa aver provocato almeno alla fine un ravvedimento, un pentimento, per salvare la sua anima. Ma la speranza si fa amarezza sapendo che quel sacerdote è monsignor Vincenzo Paglia, ex vescovo di Terni (diocesi da lui ridotta sull’orlo della bancarotta), disastroso ex presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, da pochi mesi presidente della Pontificia Accademia per la Vita nonché cancelliere dell’Istituto Giovanni Paolo II per la Famiglia, istituti dove ha iniziato una sistematica opera di demolizione di quanto voluto da san Giovanni Paolo II.