Sul ritiro spirituale per la "fedeltà gay" e sulla condanna senza misericordia di alcuni cattolici intransigenti
Insorge a queste parole, tra gli altri, Costanza Miriano, dal suo blog, con un post dal titolo: "Come può la Chiesa chiedere fedeltà al peccato?". Abbiamo recentemente invitato la Miriano a parlare nella nostra parrocchia sul tema educativo e l'abbiamo ascoltata in tanti e, credo, con molto interesse. Qui però dissento dal suo tono, dalle condanne, dal merito del suo intervento che così inizia:La diocesi di Torino dà lezione di fedeltà alle coppie gay. O, meglio, «la propone, perché non vogliamo erigerci troppo a maestri, ma vogliamo dire che anche i gay meritano la fedeltà». Don Gianluca Carrega, responsabile della «pastorale degli omosessuali», racconta di un personale sorpasso negli inviti ricevuti dai suoi amici: l’anno scorso ha partecipato a un solo matrimonio che potremmo definire «tradizionale», di una coppia etero, e a ben tre unioni civili gay.«È stato bello, ogni volta una festa: quella legge ha portato molti frutti, io li ho visti e li riconosco», racconta il sacerdote che ha ricevuto l’investitura ufficiale dall’arcivescovo, monsignor Cesare Nosiglia.
Caro don Gian Luca Carrega, mi dispiace molto che lei abbia ricevuto in un anno un solo invito a un matrimonio (non si dice “tradizionale” come scrive la Stampa: è l’unico matrimonio possibile, quello senza aggettivi, quello sacramentale, quello fra un uomo e una donna) e ben tre unioni civili, che lei definisce gay, e che invece si chiamano omosessuali, perché gay è una parola supina all’ideologia omosessualista. I gay infatti non sono affatto più contenti della media delle persone.
Mi dispiace molto per lei, ma si faccia due domande. Forse lei non è abbastanza credibile, come sacerdote. Forse non profuma di Cristo, forse nessuno attraverso di lei segue la proposta di fede della Chiesa perché lei non fa evangelizzazione per inseguimento, come vuole il Papa. Forse attrae solo un determinato tipo di persone perché lei gliela manda per il verso loro: cioè dice loro che va bene così, che va bene quello che stanno vivendo, che nella vita è tutto uguale purché si stia bene. Che non c’è bene e male assoluto. Discerniamo. Non è questo il compito di un pastore, di un sacerdote. Il suo compito sarebbe quello di annunciare la Verità di ogni uomo, che è Cristo.Il che, a me, pare un discorso poco corretto, anche se iniziato con il "forse". Giudicare un sacerdote come uno che "non profuma di Cristo", perchè esprime opinioni che non si condivide, mi sembra un atto di superbia e di poca carità. Ma andiamo oltre:
Adesso si mette a fare anche dei corsi per invitare queste persone alla fedeltà di coppia omosessuale. Cioè lei invita ad essere fedeli al peccato. Un intento diabolico, direi. Un uomo che cerca di essere casto, un omosessuale che cerca Dio, come dice il Papa, se ogni tanto cade – anche in rapporti occasionali – se si pente e si confessa può accedere all’eucaristia. Uno che ha come programma di vita quello di peccare tutti i giorni finché morte non lo separi, no.
Siamo d’accordo che – in generale – la fedeltà sarebbe meglio della promiscuità. Ma siamo sul piano dei valori. Per insegnare questo bastano i corsi di affettività della buona scuola, basta la Fedeli, bastano la buona educazione, il buon senso, il moralismo. Me li può insegnare anche un ateo, anche un buddista, se è per questo. Lei invece è un sacerdote della Chiesa Cattolica, lei deve testimoniare l’incontro con Cristo e renderlo possibile anche a noi, suo popolo. Lei ha la responsabilità di tramandare ai nostri figli il deposito della fede, quella per cui sono morti gli apostoli e i martiri in duemila anni. Non è roba sua. Non si può permettere di farne strame. Non può entrare come una volpe nel pollaio.
Se vuole veramente il bene di queste persone li inviti a fare percorsi come quelli di Courage, che proprio a Torino ha già salvato tante persone, o Luca Di Tolve, non dica loro di rimanere dove stanno perché per far quello non serve il sangue versato da Cristo per loro.La Miriano forse dimentica quanto papa Francesco raccomanda nell'Amoris laetitia (n. 305) parlando delle coppie "irregolari":
Un Pastore non può sentirsi soddisfatto solo applicando leggi morali a coloro che vivono in situazioni “irregolari”, come se fossero pietre che si lanciano contro la vita delle persone...Credendo che tutto sia bianco o nero, a volte chiudiamo la via della grazia e della crescita e scoraggiamo percorsi di santificazione che danno gloria a Dio. Ricordiamo che «un piccolo passo, in mezzo a grandi limiti umani, può essere più gradito a Dio della vita esteriormente corretta di chi trascorre i suoi giorni senza fronteggiare importanti difficoltà».
Credo sinceramente che Gesù vuole una Chiesa attenta al bene che lo Spirito sparge in mezzo alla fragilità: una Madre che, nel momento stesso in cui esprime chiaramente il suo insegnamento obiettivo, «non rinuncia al bene possibile, benché corra il rischio di sporcarsi con il fango della strada». I Pastori che propongono ai fedeli l’ideale pieno del Vangelo e la dottrina della Chiesa devono aiutarli anche ad assumere la logica della compassione verso le persone fragili e ad evitare persecuzioni o giudizi troppo duri e impazienti. Il Vangelo stesso ci richiede di non giudicare e di non condannare. (n.308)Inoltre, citando (nella nota n.351) Evangelii gaudium, ricorda:
il confessionale non dev’essere una sala di tortura bensì il luogo della misericordia del Signore». Ugualmente segnalo che l’Eucaristia «non è un premio per i perfetti, ma un generoso rimedio e un alimento per i deboli».Mi domando: L’ideale proposto agli omosessuali cattolici è chiaro, duro e altissimo: vivere la castità per sempre, limitandosi all’affetto fraterno che può essere trovato nell’amicizia. Ma non ci si può avvicinare all’ideale vivendo una sessualità finalizzata alla relazione (e realizzazione) interpersonale caratterizzata da rispetto, fedeltà e amore? Ciò che non è perfetto è solo da condannare?
Ma torniamo alla Miriano per completare il suo ragionamento:
Lei dice che non si è posto il problema delle camere, se singole o doppie, da dare ai partecipanti al suo corso, ma che essendo un convento probabilmente darete solo celle singole. Be’, la informo, se non lo sa, che invece tra due sposi veri l’unione sessuale è uno dei momenti più santi, voluto da Dio, talmente bello che a quell’unione è affidata la generazione di nuove creature, nuovi possibili figli di Dio. Agli sposi veri non solo si potrebbe, anzi si dovrebbe dare una stanza doppia. Lei, manco le basi, proprio.Insomma ancora un tono di superbia che rasenta l'offesa, così come nel seguito:
Mi chiedo se il suo Vescovo, monsignor Cesare Nosiglia, lo sa. Lo sa che lei invita queste coppie ad avere rapporti sessuali stabili e continuativi e necessariamente sempre chiusi alla vita, contrari a tutto quello che Dio ha pensato nel suo disegno di amore per l’uomo? E se lo sa, perché non prende provvedimenti, il Vescovo? Lei sta invitando queste persone a vivere sempre più stabilmente nel loro peccato. Non so se i suoi studi di teologia l’hanno portata a vette troppo alte, tanto da farle dimenticare la prima lezione di catechismo. Il peccato originale è credere di sapere noi da soli cosa sia il bene e cosa sia il male. Per questo siamo nella Chiesa, per essere certi che quello in cui crediamo non sia un parto della nostra fantasia.
Lei dovrebbe prima capire e poi insegnare che il peccato è il nostro male, ci fa soffrire, ci fa sbagliare mira, ci fa rimanere nel nostro vomito, come diceva santa Caterina. E lei ha la responsabilità della felicità e della salvezza eterna di quelle anime. Lei ha studiato e persino insegna teologia, lei non può non sapere. O forse la pensa come il gesuita James Martin, che dice che il Catechismo istiga al suicidio. Non avete capito manco che la legge di Dio è per la felicità dell’uomo? Ma quanto può essere frustrante essere sacerdote, vivere la castità, pensando questo?
Lei dice di essere eterosessuale. Non so, ma anche questa parola è sbagliata. Nessuno può dire di sé né di essere omo né eterosessuale. Siamo persone e basta. E il disegno di Dio è che i suoi figli siano maschio e femmina. Basta. Se per delle ferite o per le misteriose vicende della vita qualcuno si allontana da questo piano, compiendo per questo atti intrinsecamente disordinati (CCC), un vero pastore non invita dei figli di Dio a rimanere nelle loro ferite, ma li aiuta a guarire.
Finché non cambia il Catechismo, lei deve obbedire. Oppure lasci il sacerdozio. Il Magistero della Chiesa non è roba sua e non può farne quello che vuole.
Pensa di riempire le chiese, così? Pensa di far salire l’audience? Non mi pare che stia funzionando.
Trovo insopportabile questo modo di cercare di cambiare la dottrina senza averne l’aria: abbia il coraggio di sollevare la questione, faccia cambiare il Catechismo, oppure fondi una sua chiesa. I Carregani. In bocca al lupo.
E da parte di un sacerdote missionario santo che sta dall’altra parte dell’Oceano, le devo recapitare questo messaggio. Lei è uno zitellone. Lei non è innamorato di Cristo. Il suo cuore non è pieno di Lui. È per questo che si cerca le amanti: la teologia, le sue idee, la fama, lo stare sui giornali, non so, non la conosco abbastanza. Il punto è che al centro del suo cuore non c’è Cristo. Riferisco il messaggio di una persona che per la fedeltà alla sua vocazione si è giocato la vita piangendo sangue, convinto che non è tutto uguale, che non va tutto bene, che c’è una legge a spiegarci come siamo fatti. Mi ha detto di dirle che prega per lei.Dobbiamo pregare per tutti, certo! Anche per chi, offendendo (in nome della Tradizione? In nome di Cristo?), giudica e condanna senza appello.
Sulla linea della Miriano vedi anche quanto scritto su La nuova bussola quotidiana:
- Ritiro spirituale di fedeltà gay, il vescovo all'appello
- La fedeltà gay è in Diocesi: la Chiesa smette di insegnare
Il clamore suscitato dall'iniziativa ha spinto ora il vescovo Nosiglia a "rimandare" il ritiro. Vedi:
Il clamore suscitato dall'iniziativa ha spinto ora il vescovo Nosiglia a "rimandare" il ritiro. Vedi:
“Stop al ritiro spirituale per gli omosessuali sul tema della fedeltà” (La Stampa)
Troppo clamore, rinviato il ritiro spirituale per omosessuali (Avvenire) con gli interrogativi di Moia:
È così strano quindi che si voglia aiutare le persone omosessuali a comprendere pienamente il progetto di Dio su ciascuno di loro? È così strano che la Chiesa decida di stare accanto a tutte le persone, al di là del loro orientamento sessuale?