Il sito cattolico Korazym riporta i sette consigli che il prof. Novara, fondatore del Centro Psico Pedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti (CPP), ha scritto in una lettera indirizzata agli adolescenti, invitandoli a vivere la vita con coraggio:
Tra i 14 e i 15 anni, con una certa differenza fra maschi e femmine (più tardivi i primi) si colloca quello speciale momento della vita in cui si capisce che l’infanzia è definitivamente finita e qualcosa di nuovo sta iniziando.
Una sensazione avvertita da tutti i giovani, in terza media: è la fine della preadolescenza. Scatta qualcosa, un clic interiore che fa sembrare banale e inutile tutto quello che è avvenuto prima. Un passaggio che viene percepito dai ragazzi con euforia, ma anche con apprensione: in fondo tenere un piede nell’infanzia può non essere così male. E in quei pochi mesi si compiono scelte che possono durare una vita intera.
Nella lettera il pedagogista invita i ragazzi a viaggiare, vivere le relazioni, lavorare, giocare, imparare le lingue, leggere e condividere: la lettera di Novara agli adolescenti è un invito a buttarsi nella scoperta del mondo, a non rifugiarsi nell’isolamento di smartphone, computer e social network. E il primo consiglio che dà è ‘Viaggia!’:
Inizia a conoscere i tuoi limiti e le tue risorse nell’avventura del viaggio, nello spostamento per conoscere nuove città, lingue diverse, altre persone. Non perdere queste occasioni. Convinci i tuoi genitori. Digli che non sono capricci e che il viaggio conta come andare a scuola. Forse di più.
Il secondo consiglio riguarda le relazioni:
Vivi le relazioni. Non isolarti. Le relazioni aumentano le tue possibilità. L’indice sociale nel concreto della vita è più importante del quoziente intellettivo. I rapporti che costruisci resteranno. Le amicizie potranno perdersi ma tu avrai imparato a interagire con gli altri, a dare e a prendere, a comunicare e a gestire i tanti conflitti che si creano. Un vantaggio enorme per affrontare le mille sfide che ti aspettano.
Il terzo consiglio è quello di fare esperienze lavorative, perché è un importante stimolo di crescita:
Lavorare stanca, ma fa crescere. Appena puoi, appena un’occasione te lo consente, fai un’esperienza di lavoro. D’estate è l’ideale. Non arrivare a 25 anni senza aver mai lavorato. Si impara da ragazzi a farlo. Metti questa esperienza nel tuo curriculum. Non stare ad aspettare che tutte le pedine siano al loro posto. Provaci subito.
Un altro consiglio riguarda la riscoperta dei giochi con la compagnia, per vincere la solitudine:
Giocare su un prato è meglio che su videoschermo. Non farti fregare. Usare la realtà virtuale è comodo: videogiochi, siti web, contatti anonimi. Ma se ti lasci prendere troppo, ti trovi improvvisamente senza radici stabili, perso in un mondo che ti sembra vero ma che è solo apparenza.
Poi Daniele Novara sprona i ragazzi ad avere sete di conoscenza:
Impara. La facilità con cui si impara in questa tua età non tornerà più. Sfrutta al meglio questo momento. Le lingue anzitutto. Il nostro caro italiano all’estero serve poco. E poi la musica, lo sport, le competenze tecnologiche, l’affettività e la sessualità. E non snobbare lo studio scolastico. Tutto questo ti resterà per sempre.
Eppoi a leggere:
L’eccesso di immagini spegne l’immaginazione. Un libro non ti toglie nulla, aggiunge piuttosto alla tua fantasia la sensibilità che ci metti tu, i collegamenti che puoi fare con la tua vita, le mille emozioni che ti incendiano, le mille riflessioni che ti possono venire.
Ed infine a condividere:
Un futuro migliore dipende anche dalla tua voglia di esserci quando serve il tuo aiuto, dalla capacità di prenderti cura della città in cui vivi, della natura, degli altri. La solidarietà inizia con te”.
E conclude la lettera con una poesia del poeta Costantino Kavafis a non dimenticare ‘Itaca’:
Sei all’inizio di un lungo viaggio. Prendi tutto quello che puoi. Fai una bella scorta di esperienze…: ‘Sempre devi avere in mente Itaca – raggiungerla sia il pensiero costante. Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio metta piede sull’isola, tu, ricco dei tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Buona adolescenza!