L'ennesimo attacco al Papa e l'Abbazia di Trisulti in mano ai tradizionalisti americani (Report)
Prosegue la battaglia dei cattolici tradizionalisti (in particolare americani) contro Papa Francesco accusato di eresia e di distruggere la fede cattolica. Una nuova lettera firmata riprende le vecchie accuse e cerca di mantenere caldo il fronte antibergoglio. Emerge una regia non troppo occulta da cui spunta il nome di Steve Bannon, lo stratega di Trump (e - sembra - anche consigliere di Salvini e di tutti i "sovranisti" europei), e la concessione da parte statale dell'importante abbazia di Trisulti, del XIII secolo. Questa si trova in terra ciociara, a pochi chilometri da Roma. Recentemente abbandonata dai Cistercensi di Casamari per mancanza di vocazioni è stata affidata
alla Fondazione Dignitatis Humanae Institute il cui presidente è Benjamin Harnwell, ex politico conservatore inglese. Lui dirigerà la scuola politica sovranista che “sarà la casa di un numero di progetti che sottolineeranno il fatto che l’uomo è fatto ad immagine di Dio”. Ma anche ammette sornionamente: “così nella Certosa andremo a scuola di populismo con Bannon”.Bannon e Humane Dignitatis Insitute però non sono lupi solitari. Fanno parte di un disegno ambizioso dietro cui agiscono immani forze conservatrici cattoliche con enorme potere economico che hanno intrapreso una guerra sempre più vocale contro Papa Francesco. (Corriere Canadese)
Di questo caso si è occupato recentemente anche Report, trasmissione di inchiesta di Rai3, mentre la vignetta in alto è di don Giovanni Berti, in arte Gioba. Vedi anche quanto ha pubblicato a dicembre Avvenire che di Bannon scrive:
Un’iniziativa dichiaratamente ispirata a Steve Bannon, il produttore cinematografico statunitense che ha curato la campagna elettorale per l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca e a cui fa riferimento il “Dignitatis Humanae Institute”, ovvero la fondazione internazionale che si è aggiudicata, nel febbraio scorso, la concessione della Certosa per 19 anni, con un affitto di 100.000 euro l’anno, a seguito del bando firmato dall'allora ministro alla Cultura Dario Franceschini.Vedi anche l'articolo riportato da Faro di Roma e, come risposta alla lettera antibergoglio, quanto scrive su Il Sussidiario don Mauro Leonardi:
Verrebbe voglia di non scriverne ma non è possibile perché ne parlano tutti. Mi riferisco all’ultima “lettera-appello” che dichiara “eretico” Papa Francesco. Con il pretesto di agitare lo spettro dello scisma, i soliti docenti universitari, teologi e uomini di Chiesa scrivono sui siti che l’estate scorsa avevano dato spazio alla richiesta di dimissioni formulata dall’ex nunzio Carlo Maria Viganò e accusano Bergoglio d’eresia. Anche l’elenco dei punti dottrinali che, secondo gli accusatori, sarebbero stati contraddetti dal Papa è trito e ritrito e si riferisce soprattutto ai passaggi di Amoris Laetitiae in cui si parla della comunione eucaristica ai divorziati risposati.
In Vaticano si è consapevoli che dietro questi attacchi ci sono certamente anche alcuni miliardari americani che desiderano imprimere una svolta liberista e tradizionalista alla Chiesa. Non ci si può dimenticare per esempio che Tim Busch – che si era vantato sul New York Times di aver organizzato la pubblicazione del precedente Manifesto contro il Papa dell’ex nunzio Viganò grazie a un giornale di proprietà della catena televisiva EWTN del cui consiglio di amministrazione fa parte – finanzia sia la business school che porta il suo nome nella Catholic University of America sia il Napa Institute, anch’esso dedicato alla promozione del capitalismo e dell’ideologia liberista nel mondo cattolico.
Nel dialogo con i gesuiti in Cile nel gennaio 2018, Papa Francesco aveva detto che, personalmente, non leggeva neppure quelle accuse “per igiene mentale” e questo, ripeto, sarebbe, se potessi, l’atteggiamento giusto da tenere.
Ciò che più colpisce in negativo di questi manifesti – che, va detto, ad ogni riedizione trovano un numero sempre minore di firmatari – è l’ossimoro sostenuto. Proprio i redattori di tali proclami dovrebbero sapere infatti che dietro l’idea cattolica dell’autorità papale, c’è la consapevolezza di Fede che i cristiani siano assistiti dallo Spirito Santo nella persona del suo Capo Visibile e abbiano quindi certezza di non poter cadere in errore nell’essere da lui guidati alla salvezza della propria anima. Quando Pio IX proclamò il dogma dell’infallibilità papale, che di tale certezza di Fede è il vertice, non fece un colpo di mano ma definì un convincimento che era già largamente condiviso dalla maggioranza dei vescovi e che, soprattutto, fonda la sua autorevolezza nelle parole di Gesù quando, nell’Ultima Cena secondo il vangelo di Luca, dice a Pietro “conferma i tuoi fratelli”.Aggiungo che qualsiasi sacerdote, o anche semplice cristiano che sia davvero in contatto con la gente, sa che non esiste alcun pericolo di scisma se per scisma si intende qualcosa di paragonabile a quanto avvenuto in passato con la Riforma, gli Anglicani, il mondo ortodosso e via dicendo. La stragrande e assoluta maggioranza dei cristiani è serenamente con il Papa. Il popolo di Dio sa che la salvezza della propria anima è una cosa seria e pertanto non può immaginare che Cristo lasci gli uomini senza quella guida spirituale che prende norma dalla fede del Papa. Ho sentito dire che, nel XVI secolo, Erasmo da Rotterdam, a chi dubitava della verità dell’Eucarestia, avrebbe detto: “non posso credere che Cristo abbia lasciato che per quindici secoli la sua Sposa adorasse un pezzo di pane”. Non trovo conferma sul web di una affermazione così lampante ma una verità così evidente rimane fulgida anche se non fosse stata detta dal grande filosofo. Anzi, quasi quasi, preferirei che fosse farina del sacco di chi me l’ha detta, ovvero di un credente sconosciuto. Proprio perché la salvezza della nostra anima è la cosa più seria che esista, la conoscenza della verità di fede deve essere sostenuta dallo Spirito Santo attraverso la Chiesa che non può sussistere se non è in comunione con il Papa. Chiunque tu sia, scherza con sapienti, cardinali e teologi, ma lascia stare il Papa.