Omelia per la VI domenica di Pasqua: "prenderemo dimora presso di lui"
Ormai prossimi alle Solennità dell'Ascensione e della Pentecoste, la liturgia della VI domenica di Pasqua presenta un brano del Vangelo secondo Giovanni (14,23-29) in cui Gesù parla della Trinità, dello Spirito (Paraclito), della pace e del suo andare al Padre e tornare in noi. Un brano breve, ma molto denso, in cui si possono delineare 4 affermazioni:
1- "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e (...) prenderemo dimora presso di lui"
> "Se uno mi ama": è la prima volta che Gesù chiede amore per se. Lo fa con delicatezza, come una proposta e con la promessa che ricorda una dichiarazione d'amore: "se accogli il mio amore, ti prometto che ti starò sempre vicino, non ti abbandonerò mai".
> "osserverà la mia parola": prima dell'obbedienza c'è l'amore. Noi ascoltiamo veramente e profondamente solo le persone che stimiamo e che amiamo: è la condizione per accogliere e vivere la sua parola, così come è la condizione per sperimentare la presenza di Dio, in Gesù, in noi. Dio prende dimora in coloro che lo amano, che lo accolgono.
2- "lo Spirito Santo vi insegnerà e vi ricorderà":
questo avviene tramite il dono dello Spirito. Gesù lo chiama PARACLITO (= avvocato difensore, colui che ci è accanto, che ci dona la vita divina) e afferma che Lui sarà MAESTRO e MEMORIA: insegna (a condizione di farci discepoli che vogliono imparare) e fa ricordare le parole di Gesù. A volte attraverso intuizioni, frasi evangeliche che vengono improvvisamente in mente. In ogni caso non c'è un corpo dottrinale sempre uguale, ma c'è uno sviluppo dottrinale: "la Scrittura cresce con chi la legge":
“Come il mondo, la Scrittura non è creata una volta per tutte: lo Spirito la “crea” ancora, si può dire, ogni giorno, via via che la “apre”. Per una meravigliosa corrispondenza egli la “dilata” nella misura in cui dilata l'intelligenza di colui che l'accoglie”. Sembra che anche a ciascuno di noi san Gregorio Magno dica: “La Parola di Dio crescerà insieme a te, perchè dalla Parola di Dio ricaverai profitto nella misura in cui tu stesso progredirai in essa…”. A questa idea che la Parola “cresce” e con essa chi la legge e la Chiesa intera, il Concilio ha dedicato una particolare attenzione: “E' con la forza del Vangelo che lo Spirito Santo fa ringiovanire la Chiesa, continuamente la rinnova e la conduce alla perfetta unione con il suo Sposo”.3- "vi do la mia pace":
c'è una pace "mondana", secondo le categorie del mondo, e una pace divina, secondo le categorie evangeliche. La pace mondana è frutto di compromessi (ingannanti) col male: "quando sarai più ricco starai finalmente in pace". La finalità è un benessere egoista.
La pace divina è buona relazione, amicizia, forza nelle difficoltà e nelle privazioni: come un bambino nelle braccia dei genitori è in pace perchè si sente amato e protetto, così è il cristiano che si abbandona a Dio, che si affida (e dunque si fida) a Lui.
"Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore" perchè:
4- "Vado (al Padre) e tornerò da voi": è il movimento dell'Ascensione che mediteremo domenica prossima. Gesù viene dentro di noi, col Padre e nello Spirito: non più come presenza fisica, ma spirituale, intima, come relazione personale. Per percepire la sua presenza dobbiamo innanzitutto accoglierlo in noi e vivere non solo superficialmente, ma allenandoci a guardarci dentro, ad una interiorità che richiede silenzio, preghiera, amore.