Il cardinal Law e la misericordia per la "casta divina"
L'annuncio della morte del cardinal Law, ex arcivescovo di Boston è stata da tutti esclusivamente associata al fatto che fu costretto alle dimissioni - in seguito alle accuse mosse Spotlight - per non aver pubblicamente denunciato i sacerdoti responsabili degli abusi. E' il destino di chi fa uno sbaglio madornale: essere ricordato solo per quello sbaglio e dimenticato per tutto il resto. Ma la nostra vita è solo uno sbaglio? E' imperdonabile, anche in morte, chi ha chiesto perdono per i suoi gravissimi errori e si è dimesso? E' così grave che ai suoi funerali abbiano partecipato il Papa e l'ambasciatrice americana? Non c'è misericordia per la "casta divina", così come la definisce in prima pagina un indignato Gramellini?
Ecco le parole di Gramellini per Il Corriere della Sera:
Mentre tra italiani ci si divide sulla sepoltura in patria del Savoia fellone, senza fare una piega gli abitanti di un piccolo Stato confinante si accingono a tumulare nella basilica extraterritoriale di Santa Maria Maggiore le spoglie del cardinale che a Boston coprì per decenni i preti pedofili. Durante i funerali, celebrati ieri alla presenza di ambasciatori e prelati d’alto bordo, non una parola è stata spesa per le vittime dello scandalo rivelato dai segugi del Boston Globe e raccontato nel film Spotlight. Decine e decine di bambini sottoposti ad abusi e ricatti da parte di un manipolo di sacerdoti deviati, che il cardinal Law proteggeva anteponendo alla tutela dei deboli e degli indifesi quella del buon nome della sua Chiesa.Si rimane ogni volta ammaliati e sgomenti davanti allo spettacolo di questo consesso bimillenario di uomini anziani fatto di santi ma anche di una casta che a ogni costo difende e perpetua se stessa. Proprio nell’anno in cui il maschio di potere alla Weinstein ha perso il suo senso di impunità, parte dell’alto clero continua a ritenersi un pianeta a sé, slegato dalle leggi e dai costumi che valgono per tutti gli altri. La stessa logica ha guidato il cardinal Law nel proteggere gli orchi in sottana e la Curia nel proteggere lui. Prima in vita, assegnandogli un rifugio di lusso a Roma. Poi in morte, garantendogli esequie e sepoltura degni di quel principe che non è stato, ma che l’appartenenza a una lobby ristretta di privilegiati gli ha consentito di credersi.Questo invece è l'annuncio della morte e poi del funerale pubblicato nell'Osservatore Romano:
Queste alcune delle parole del cardinal Sodano che ha celebrato le esequie:Cordoglio per la morte del cardiale Bernard Law, arciprete emerito della basilica di Santa Maria Maggiore, è stato espresso da Papa Francesco in un telegramma indirizzato al decano del collegio cardinalizio, Angelo Sodano.Il cardinale statunitense, da tempo malato, è morto a Roma nelle prime ore di mercoledì 20 dicembre. Era nato il 4 novembre 1931 a Torreón in Messico e il 21 maggio 1961 era stato ordinato sacerdote, del clero della diocesi Jackson. Nominato vescovo di Springfield - Cape Girardeau il 22 ottobre 1973, aveva ricevuto l’ordinazione episcopale il successivo 5 dicembre. Quindi l’11 gennaio 1984 era divenuto arcivescovo di Boston. Era stato creato e pubblicato cardinale del titolo di Santa Susanna nel concistoro del 25 maggio 1985.Aveva riconosciuto le sue “manchevolezze” e i suoi “errori” nella gestione della tragica vicenda — venuta alla luce nel 2002 grazie alle inchieste del “Boston Globe” — dei sacerdoti di Boston accusati di abusi sessuali su minori. E si era dimesso dal governo pastorale dell’arcidiocesi statunitense nel dicembre di quell’anno, chiedendo pubblicamente scusa e perdono a tutti coloro che avevano sofferto. Presentate le dimissioni, aveva scritto una dichiarazione personale, diffusa dalla Sala Stampa della Santa Sede, con la “fervente preghiera che [potessero] aiutare l’arcidiocesi di Boston a fare esperienza di guarigione, riconciliazione e unità, di cui ha così disperatamente bisogno”. Subito dopo si era ritirato nel convento delle Suore della Misericordia di Alma, nel Maryland, per poi trasferirsi a Roma, dove dal 2004 al 2011 aveva ricoperto l’incarico di arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore.
... oggi vogliamo dare l’addio al compianto cardinale Bernard Francis Law. Per la santa Chiesa di Cristo egli aveva dedicato tutta la sua vita, prima negli Stati Uniti d’America e poi qui a Roma. Furono 56 anni di vita pastorale, prima come parroco nella sua diocesi di Jackson, poi come vescovo a Springfield - Cape Girardeau e, infine come arcivescovo nella grande arcidiocesi di Boston, fino a quando il santo Pontefice Giovanni Paolo II lo chiamò qui a Roma, come cardinale arciprete della basilica di Santa Maria Maggiore.
E proprio qui a Roma, egli ha chiuso i suoi occhi a questo mondo, per aprirli alla luce dell’eternità...
Noi oggi vogliamo dargli l’estremo saluto, ringraziando in primo luogo il Signore per avercelo dato...
San Francesco d’Assisi nel suo famoso Cantico delle creature invitava a ringraziare il Signore per tutti i suoi doni ed anche per “sorella morte”. Ma è evidente che, in primo luogo, dobbiamo ringraziare il Signore per “sorella vita”, il primo grande dono che Dio ci ha elargito!Certo, la vita è un dono, ma è anche una missione. Per un ministro di Cristo è poi una missione molto esigente ed alta è la responsabilità che egli assume di fronte a Dio ed agli uomini.Purtroppo ognuno di noi può anche mancare di fedeltà alla missione ricevuta. Per questo il sacrificio eucaristico che offriamo al Padre che sta nei cieli è anche una preghiera di suffragio per i nostri cari defunti, perché Dio, li accolga subito nelle sue braccia misericordiose.La fede cristiana ci dice che nulla di meno puro e santo entra al cospetto di Dio. Per questo la Chiesa, nostra madre e maestra, ci insegna a pregare per i nostri defunti. Lo sanno bene i fedeli delle nostre parrocchie, che sanno a memoria l’antica preghiera: Requiem aeternam dona eis, Domine... L’eterno riposo dona loro, o Signore!Anche oggi questa vuole essere la nostra invocazione. È una invocazione che affidiamo nelle mani materne di Maria, particolarmente venerata dal nostro caro cardinale Law, che qui a Roma tanto si spese per diffondere la devozione alla madre del Signore, come cardinale arciprete della grande basilica di Santa Maria Maggiore. Ora sia Maria Santissima ad accoglierlo nella patria eterna del Paradiso!