II domenica di Avvento: Giovanni ci invita a preparare la strada
Seconda tappa
del nostro cammino di Avvento: dopo l’invito perentorio a vegliare, a
svegliarci dal nostro torpore spirituale (a causa dell’indifferenza, dell’egoismo,
delle distrazioni…) ecco l’invito a preparare la strada al Signore che “viene”
(non che è venuto o che verrà, ma che viene anche oggi ad incontrarci).
Secondo protagonista dell’Avvento: dopo Maria, “porta dell’Avvento”,
ecco Giovanni, il cugino “strano” di Gesù che era andato a vivere nel deserto.
Lui è il “precursore”;
L’ultimo profeta;
Il “battista”, cioè il battezzatore che ci invita alla conversione;
Colui che vive nel deserto, vestito di peli di cammello e
che si ciba di cavallette e miele selvatico
ULTIMO PROFETA
dell’A.T. si rivolge alle folle aprendole all’attesa del Messia, del liberatore.
E’ l’annunciatore, cioè il PROFETA che, denunciando il PECCATO e annunciando il
PERDONO, dispone l’uomo a CONVERTIRSI alla giustizia di Dio in ATTESA del
NUOVO, lo dispone al cammino, alla continua ricerca di ciò a cui tende.
E’ la VOCE che
prepara la via alla PAROLA e che grida di aprire nel deserto la strada che
porta dalla terra della schiavitù alla patria della liberazione.
Giovanni VIVE CIO’
CHE ANNUNCIA: è coerente
GIOVANNI BATTEZZA
NEL DESERTO: il deserto è la tappa obbligata del cammino tra la schiavitù e la
libertà, tra Egitto-Babilonia e la terra promessa (tensione tra un NON-PIU’ e
un NON-ANCORA, distanza da attraversare per non tornare indietro o morire sul
posto). E’ il luogo dove Dio rivela sé stesso e la sua fedeltà e educa il
popolo.
Il deserto è la condizione di ESSENZIALITA’, di POVERTA’ richiesta per conoscere sé stessi e Dio.
Il deserto è la condizione di ESSENZIALITA’, di POVERTA’ richiesta per conoscere sé stessi e Dio.
VESTITO di peli di
CAMMELLO: è la divisa di ELIA, padre dei profeti, di cui Giovanni è l’ultimo
figlio. Il CAMMELLO, che porta i pesi altrui e attraversa il deserto, è
un’immagine di Cristo e Giovanni ne è come rivestito. UNA CINTA di pelle ai
FIANCHI: i “fianchi cinti” indicano la continenza, la sobrietà, la padronanza
di sé e la disponibilità al cammino propria di chi deve compiere l’esodo
pasquale.
MANGIAVA LOCUSTE (le
cavallette, che combattono e uccidono i serpenti, sono un’immagine della Parola
di Dio, nutrimento dell’uomo che lo aiuta a vincere il serpente e la sua
menzogna) e MIELE SELVATICO (la parola di Dio è descritta come più dolce del
miele): cibi dell’essenzialità del deserto.
Il Battista prepara
la venuta del Messia, “quello che è più forte di me”: egli ci BATTEZZERA’ (=
immergerà) in Spirito Santo (= vita di Dio): in Gesù, il Dio che si immerge
nella realtà umana, l’uomo si immerge nella vita di Dio.
DIETRO: dopo, ma E’
PIU’ FORTE DI ME: riconoscimento di dover mettersi dietro (lui deve crescere e
io diminuire), di seguirlo come il 1° discepolo. E’ importante stabilire
l’ordine giusto: Gesù davanti e lui dietro. E noi? Quante volte ci mettiamo
avanti?
NON SONO DEGNO: non
falsa umiltà, ma prova di come Giovanni sa stare al suo posto (senza traccia di
orgoglio, di rivendicazione) e vivere ciò che annuncia (fino al martirio,
rendendo testimonianza fino alla fine). I nostri rapporti sono caratterizzati
da prove di forza che rompono la comunione: solo presentandoci con le nostre
fragilità e senza imporre agli altri la nostra pre-potenza possiamo costruire
rapporti fraterni e veri.
Lui vi BATTEZZERA’
in SPIRITO SANTO = vi IMMERGERA’ nella VITA (Spirito) di DIO (il Santo) dandoci
la sua vita. Dio ha messo nel cuore dell’uomo il desiderio-bisogno di Lui: ora
lo colma pienamente con il dono di sé!
Come preparare la strada:
abbassate i colli e appianate le buche: ciascuno di noi deve riconoscere le
proprie LACUNE da colmare, le mancanze da sistemare. Dall’altra parte viviamo
“monti e colli”, cioè forme di superbia e di orgoglio da abbassare.
La gente scendeva
per sentire, attraverso Giovanni, la
Parola di Dio: riscoprire la lettura della Parola.
La gente si faceva
battezzare confessando i propri peccati: l’avvento è il tempo propizio per
celebrare il sacramento della penitenza
e ricevere il perdono di Gesù che rigenera la nostra vita di figli di Dio.
Giovanni vive nell’austerità: è l’invito a riscoprire
l’essenzialità della vita, la semplicità dando un taglio alle nostre comodità,
al consumismo sfrenato, all’idolatria del comprare. Ci invita a sensibilizzarci
nei confronti di coloro che hanno bisogno (giornata del pane).
Giovanni vive nel deserto, fuori dal chiasso, per sentire
la voce di Dio. Regaliamoci spazi di silenzio e maggiore preghiera. Riempire
tutti gli spazi e tempi col rumore non ci permette di ascoltare Dio che parla
nel silenzio.
Questi sono dunque
gli strumenti privilegiati per preparare la strada al Signore che vuol nascere,
abitare e agire nella nostra vita: la Parola di Dio, la Confessione , una vita
austera e solidale, un po’ di silenzio orante.
Aspettiamo con fiducia l’avvento dei cieli e
terre nuove nei quali abita la giustizia di Dio, impegniamoci per farli sorgere
vivendo in pace, senza colpa e senza macchia. Amen.