Omelia per la VI domenica del tempo ordinario/A: "Ma io vi dico"
Nel regno dei cieli non possono entrare l’ambizione, la superbia, il disprezzo, la ricerca di potere, lo sfruttamento dell’altro. Nel regno dei cieli c’è posto solo per il rispetto, l’altruismo, l’umiltà, il servizio fatto all’altro. La norma di riferimento non è più “Quello che l’altro fa a te, tu fallo a lui”, ma è piuttosto: “Quello che Dio ha fatto a te, tu fallo agli altri”.
Penso a chi, confessandosi, esordisce elencando i propri meriti: "non ho ucciso, non ho rubato, non ho tradito il coniuge...". Può essere sufficiente? Gesù ci dice di no. E fa sei esempi concreti, di cui il Vangelo odierno presenta i primi quattro:
1- "Non uccidere!". Certo, "ma io vi dico" che non è sufficiente limitarsi a non uccidere fisicamente l'altro. Quando ci si lascia prendere dall'ira eliminiamo verbalmente l'altro con insulti, offese, disprezzo (“sei uno stupido, un pazzo, dunque una persona che non vale niente, che non è degna neanche di essere ascoltata”). Si elimina l'altro non rivolgendogli più la parola (come dire: "per me non esisti, sei come morto), distruggendo la sua reputazione con diffamazioni o pettegolezzi, maldicenze o calunnie. Alimentare il risentimento può giungere inoltre a sofisticate azioni di vendetta.
L'omicidio parte dal cuore e considera l'altro come non degno di vivere, meritevole di morire. o comunque non meritevole della nostra amicizia, della nostra stima, della nostra attenzione.
Nel "cimitero del nostro cuore" troviamo coloro a cui non rivolgiamo più la parola, a cui abbiamo negato il perdono, coloro a cui rinfacciamo continuamente l'errore commesso, coloro che abbiamo diffamato.
QUAL'E' L'ANTIDOTO alla nostra tendenza omicida?
- ricordarci che l'altro è un FRATELLO, non un nemico (Gesù lo ripete tre volte nel brano), che è altro e oltre il proprio sbaglio. Che se cerchiamo di riconciliarci con lui facciamo un atto di culto più importante del portare un'offerta a Dio, perché non siamo in comunione con Dio se non cerchiamo di essere in comunione con i fratelli.
- metterci d'accordo, essere ben disposto, lavorare per la concordia: ricorrendo ad un giudice si rischia sempre di uscirne con un danno più grave di quello iniziale.
2- "Non commettere ADULTERIO!". Certo, "ma io vi dico" che non è sufficiente non commettere adulterio, ma occorre non desiderare un'altra donna con bramosia, cioè con l'atteggiamento predatorio volto a conquistare, a violare, a sedurre per possedere. L'altra non è un oggetto a tua disposizione, da prendere e collezionare, da usare per cercare un pò di piacere e di emozione.
ANTIDOTO: custodisci i tuoi sensi, fai attenzione a ciò che guardi e a ciò che tocchi (e a come guardi e a come tocchi gli altri): questi possono essere motivo di "scandalo", cioè di caduta nel cammino della vita.
3- "Se vuoi separarti, dai l'atto di ripudio", ma io vi dico: "non ripudiare tua moglie".
È lecito il divorzio? É lecito tentare un’altra storia? La risposta di Gesù è netta, ma non priva di distinguo e ambiguità. Più che un divieto egli esprime una esortazione, un desiderio. Ci invita a guardare all’ideale, anziché fermarci alle difficoltà umane, ai possibili fallimenti, cercando una via d’uscita che renda la nostra promessa meno vincolante. Ciò che risulta chiaro nella testimonianza evangelica è che Gesù non ammette che si interpreti il divorzio previsto da Mosè come un “diritto”: Gesù lo giudica, invece, come una “concessione” dovuta alla nostra incapacità di amare come esige il disegno creatore di Dio, un fallimento che "adultera", cioè altera, manipola, rovina il progetto d'amore di Dio.
4- "Non giurare il falso", ma io vi dico: non giurare affatto. Sia invece il vostro parlare sincero, trasparente: dì sempre la verità e non avrai bisogno di giurare. È solo quando la menzogna si è insinuata nei rapporti che nasce la necessità di ricorrere ai giuramenti, perché ormai non si capisce più quando si dice il vero e quando si dice il falso. Occorre superare la diffidenza, la sfiducia, la slealtà, il sospetto reciproco.
ANTIDOTO: "Sia il vostro parlare chiaro e sincero: il di più viene dal Maligno".
Le scelte che facciamo fioriscono nel nostro cuore: l’omicidio comincia dall’ira e l’adulterio comincia dal desiderio. I criteri per decidere dove vogliamo andare ce li portiamo dentro di noi. Non meravigliarti se arrivi a uccidere tuo fratello o a tradire tua moglie, non si tratta semplicemente di non aver rispettato un comando, guarda piuttosto quello che da tempo si stava muovendo nel tuo cuore. Potrai anche non aver ucciso tuo fratello e potrai non aver tradito tua moglie, sarai stato al più corretto, ma non vuol dire necessariamente che avrai amato il tuo fratello e tua moglie. Puoi accontentarti di vivere una vita da persona corretta, come gli scribi e i farisei (e non sarebbe poco) oppure puoi cercare un di più nella tua vita e cominciare a scegliere con il cuore, credendo veramente in quello che fai! (G. Piccolo)