E' già una celebrità in ambito cattolico questo giovane milanese morto per leucemia a 15 anni nel 2006, sepolto ad Assisi e ora indicato tra i prossimi beati (in primavera? Sicuramente ad Assisi) e probabile patrono di Internet (che usava soprattutto per evangelizzare). Nella sua pagina wikipedia è scritto:
Oggi ci sono più di 200 siti e blog che parlano di lui in diverse lingue. Le storie di conversione legate a lui, avvenute dopo la sua morte, sono già molte. I genitori ricevono lettere e richieste di preghiera che arrivano da ogni parte del mondo, e molto di questo materiale è stato raccolto nella fase diocesana di beatificazione.
La sua biografia è compresa nel sito web del Sinodo dei vescovi dedicato a I giovani, la fede e il discernimento vocazionale (3-28 ottobre 2018), nella sezione dedicata ai giovani testimoni. Partendo dalla testimonianza di Carlo Acutis, è stato realizzato un film documentario dedicato ai miracoli eucaristici, intitolato Segni, frutto della collaborazione tra Vatican Media e Officina della Comunicazione.
Sul web è attivo un sito ufficiale, www.carloacutis.com, e i siti da lui ideati sui miracoli eucaristici e le apparizioni mariane. Il miracolo attribuito alla sua intercessione riguarda la guarigione, nel 2013, di un bambino brasiliano affetto da importanti disturbi all’apparato digerente, con rara anomalia anatomica congenita del pancreas. La sua biografia è anche nel sito santiebeati.
"La sua fama di santità è esplosa a livello mondiale, in modo misterioso – spiegava qualche tempo fa monsignor Ennio Apeciti, responsabile dell’Ufficio delle cause dei santi dell’arcidiocesi di Milano -come se Qualcuno, con la “Q” maiuscola, volesse farlo conoscere. Attorno alla sua vita è successo qualcosa di grande, di fronte a cui mi inchino».
Il Sussidiario:
Il ragazzo, il cui corpo è stato recentemente traslato nel Santuario della Spoliazione di Assisi (durante la traslazione si è potuto vedere che il corpo del ragazzo è ancora intatto, altro segno di santità), sarà beatificato probabilmente in primavera, la data è ancora da definire. Come ha già detto in precedenza monsignor Sorrentino, postulatole della causa di beatificazione, si terrà ad Assisi. Carlo era infatti molto legato a San Francesco.
Così lo ricorda Avvenire:
Carlo, nato a Londra nel 1991, dove i genitori si trovavano per motivi di lavoro, fu segnato da una pietà profonda quanto precoce. Fece la Prima Comunione, con un permesso speciale, a sette anni. Fu un adolescente da Messa e Rosario quotidiani. Maturò un amore vivo per i santi, per l’Eucaristia, fino ad allestire una mostra sui miracoli eucaristici che oggi è rimasta online e ha avuto un successo inaspettato, anche all’estero.
Sportivo e appassionato di computer, come tanti coetanei, brillava per la virtù della purezza. Padre Roberto Gazzaniga, gesuita, incaricato della pastorale dell’Istituto Leone XIII, storica scuola della Compagnia di Gesù a Milano, ha ricordato così l’eccezionale normalità di Acutis, arrivato lì, a liceo classico, nell’anno scolastico 2005-2006: «L’essere presente e far sentire l’altro presente è stata una nota che mi ha presto colpito di lui». Allo stesso tempo era «così bravo, così dotato da essere riconosciuto tale da tutti, ma senza suscitare invidie, gelosie, risentimenti. La bontà e l’autenticità della persona di Carlo hanno vinto rispetto ai giochi di rivalsa tendenti ad abbassare il profilo di coloro che sono dotati di spiccate qualità».
Carlo inoltre «non ha mai celato la sua scelta di fede e anche in colloqui e incontri-scontri verbali con i compagni di classe si è posto rispettoso delle posizioni altrui, ma senza rinunciare alla chiarezza di dire e testimoniare i principi ispiratori della sua vita cristiana». Il suo era «il flusso di un’interiorità cristallina e festante che univa l’amore a Dio e alle persone in una scorrevolezza gioiosa e vera. Lo si poteva additare e dire: ecco un giovane e un cristiano felice e autentico».
Grazie al suo esempio e al suo carisma anche il domestico di casa Acutis, un induista di casta sacerdotale bramina, decise di chiedere il battesimo. In ospedale, posto di fronte alla morte, nella tenerezza dei suoi 15 anni, Carlo disse: «Offro tutte le sofferenze che dovrò patire al Signore, per il Papa e per la Chiesa, per non fare il purgatorio e andare dritto in paradiso». Scrisse un giorno questa frase: «Tutti nasciamo come degli originali, ma molti muoiono come fotocopie». Non fu il suo caso.
Agensir ha intervistato la madre:
Oggi è arrivata questa bella notizia…
Ho sognato Carlo che mi diceva che sarebbe diventato beato e anche santo.
Nel momento tragico della sua malattia e quando poi Carlo è mancato, ho sognato anche San Francesco che mi diceva che Carlo sarebbe arrivato molto in alto nella Chiesa: io vedevo questa grande chiesa e Carlo in alto. Allora, non capivo, poi tante cose le ho capite.
La morte di un figlio è sempre terribile per un genitore…
Quando è morto ho avuto la sensazione che fosse morto da santo: ha affrontato la malattia sempre con il sorriso, mai un lamento, sostenuto dalla luce della fede, non aveva paura. Diceva: “Muoio felice perché non ho mai sprecato un minuto della mia vita in cose che non piacciono a Dio”. Era sereno. Quando si è ammalato era molto consapevole: “Io da qui non esco vivo, ma ti darò tanti figli”, mi rassicurava. Pochi mesi prima di ammalarsi si era filmato e diceva che quando sarebbe arrivato a 70 chili era destinato a morire. Effettivamente è morto pesando 70 chili.Ci sono stati tanti piccoli segni che mi hanno aiutato poi a vivere questo grande dolore del distacco, che mi hanno confortato.Nella fede il rapporto non finisce, ma bisogna imparare una modalità diversa di comunicazione.
Si è diffusa presto la sua fama di santità?
Sin da quando è morto, le persone si sono rivolte a lui con fiducia: una signora che è venuta al funerale aveva un tumore e l’ha subito pregato e ha avuto una guarigione; un’altra donna di 44 anni non poteva avere figli, ha pregato Carlo e dopo un mese è restata incinta. Da subito la gente che lo aveva conosciuto si affidava a lui, poi la fama di santità si è diffusa: giovani che hanno iniziato a fare gruppi di preghiere, a imitarlo; catechisti che hanno portato la sua storia come testimonianza. Tutto questo mi hanno dato serenità:
Carlo ha portato frutti per tante persone, ha aiutato tante anime ad avvicinarsi a Dio. Tanti ci hanno segnalato miracoli, grazie speciali e conversioni.
In famiglia avevate la percezione di avere accanto un figlio eccezionale?
Già in vita ci eravamo accorti che Carlo era un ragazzo speciale: la sua luminosità, la sua bontà, la sua vita di preghiera erano al di fuori della norma.Carlo, al tempo stesso, ha avuto una vita come tanti suoi coetanei, ha condiviso passioni comuni ad altri giovani, come internet, il pallone e altri hobby; gli piaceva stare con gli amici, era un ragazzo molto simpatico, ma ha fatto ogni cosa con grande equilibrio e speranza e tutto alla luce e alla presenza di Dio, anzi mettendo sempre Dio al centro delle sue giornate con la santa messa, il santo rosario, l’adorazione eucaristica prima o dopo la messa. Era fedelissimo a questi appuntamenti.
Ha portato Dio nella vita quotidiana, nella scuola, in famiglia, con gli amici, ovunque andasse.
Questa sua vita, l’armonia che aveva raggiunto, penso che possa essere di aiuto a tanti per il cammino di santità. Tante volte si parte o con l’idea di fare cose troppo alte e poi quando non si riesce ci si scoraggia e ci si lascia andare oppure non si parte proprio perché ci si sente impreparati. Papa Francesco ci ricorda che tutti siamo chiamati a essere santi. Dio ha per ognuno un progetto unico, speciale e irripetibile, ma, come diceva Carlo, tutti nascono originali ma poi a volte moriamo come fotocopie perché non si segue il progetto di Dio su di noi. Allora, è importante capire che anche oggi, nonostante la tecnologia e le scoperte scientifiche, che ci fanno sentire invincibili, la televisione e i tanti input negativi che vengono dati, si può essere santi. E come lo ha fatto Carlo, spero che questa strada di santità possa essere percorsa da tanti giovani, anche senza essere beatificati o canonizzati.Il mio auspicio è che Carlo possa essere un incoraggiamento per tanti giovani a non perdere la speranza e soprattutto a non perdere il rapporto speciale con Dio, anzi mettendo Dio al primo posto come ha fatto lui.Cosa ci può dire del miracolo che porterà sugli altari suo figlio e sulla data della beatificazione?
Il miracolo accertato riguarda il pancreas deformato di un bambino che è stato in pericolo di vita. Dopo la preghiera a Carlo il pancreas è ritornato nella norma senza intervento chirurgico, che sarebbe stato molto rischioso per la sopravvivenza del piccolo. La data della beatificazione dovrebbe essere in primavera. Papa Francesco verrà ad Assisi a fine marzo per The Economy of Francesco, pensiamo che possa essere poco dopo: ecco non crediamo che passerà molto tempo, ora aspettiamo la decisione della Segreteria di Stato della Santa Sede.