Mercoledì delle Ceneri: l'inizio della Quaresima
Papa Francesco ha scritto il suo messaggio per la Quaresima 2020 intitolata: «Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio» (2Cor 5,20) e ha oggi dedicato l'udienza alla Quaresima (in particolare al tema del deserto), invitandoci a spegnere il cellulare e a connetterci al Vangelo:
Epicoco ha pubblicato sulla sua pagina facebook la sua omelia per il mercoledì delle ceneri:"La Quaresima è il tempo propizio per fare spazio alla Parola di Dio. È il tempo per spegnere la televisione e aprire la Bibbia. È il tempo per staccarci dal cellulare e connetterci al Vangelo. È il tempo per rinunciare a parole inutili, chiacchiere, dicerie, pettegolezzi, e dare del tu al Signore".Ma soprattutto per il Papa questo è "il tempo per dedicarsi a una sana ecologia del cuore". "Viviamo in un ambiente inquinato da troppa violenza verbale, da tante parole offensive e nocive, che la rete amplifica. Oggi si insulta come se si dicesse buonagiornata!".
La Quaresima ci sorprende con le sue domeniche, i suoi quaranta giorni, apparentemente sempre uguali, mentre noi non lo siamo. Per questo nella fede, come nell’amore non c’è mai il rischio della ripetitività. Il motivo per cui dobbiamo affrontare questi giorni di conversione è radicalmente diverso dai motivi degli anni passati e da quelli degli anni futuri. “L’Egitto” da cui dobbiamo uscire quest’anno ha dei nomi propri. Forse quest’anno riguarda la nostra famiglia, o il nostro lavoro, o la nostra storia, o la nostra capacità di amare, o tantissime altre cose che sarebbe difficile elencare. L’intensità della nostra conversione non è mai scontata e non è mai chiusa. Noi non siamo mai degli “arrivati”, siamo costantemente in cammino. Possiamo solo diventare un po’ più esperti nel muoverci tra le cose di Dio, ma sicuramente non siamo abilitati a pensare che la cosa non riguarda più noi. La cenere che segna le nostre teste all’inizio di questo cammino Quaresimale ha profumi di novità. Non serve solo a mescolarsi con le nostre preoccupazioni. Serve a segnare il territorio di una battaglia che ci vedrà impegnati sino a Pasqua. E non c’è punto di partenza migliore che quello di ricordarci del nostro “niente”. Quella cenere è quel “niente” che siamo, eppure per amore di questo “niente” Dio manda Suo Figlio a morire per noi. Così quella cenere è solo la scorza sporca di un capolavoro che ha bisogno di venire fuori, di mostrarsi, di rendersi visibile. Non disertiamo questo shampoo di umiltà. Non scostiamo le nostre fronti davanti a questa terra grigia. Lasciamoci segnare e decidiamo di prendere la strada che ci porterà fuori dalla schiavitù, verso la terra promessa di ciò che ci può rendere felici. E quale potrebbe essere il primo passo? Togliere le maschere: “Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa”. Credere non è una maschera tra le tante, ma la decisione di toglierla.Aleteia ci ricorda il significato delle Ceneri:
Segnalo infine un articolo di Vaticanews non esplicitamente quaresimale: "Il male nel mondo, colpe, castighi e salvezza di Dio":Nel rito romano della Chiesa cattolica, il Mercoledì delle Ceneri si concentra, e non sorprende, sull’imposizione delle ceneri su tutti i fedeli che assistono alla Messa o a un servizio di preghiera. Questa cerimonia è relativamente breve, ma ha un ricco simbolismo che a volte viene dimenticato.In primo luogo, le ceneri usate sono in genere preparate in parrocchia bruciando i rami di ulivo benedetti la Domenica delle Palme dell’anno precedente, il che collega l’inizio della Quaresima alla sua fine, quando ricordiamo la Passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo. Il periodo penitenziale inizia con la crocifissione e termina con la crocifissione.In secondo luogo, la preghiera usata dal sacerdote per imporre le ceneri sulla fronte di un individuo vuole ricordarci la nostra mortalità e le conseguenze del peccato originale di Adamo ed Eva. La preghiera “Ricordati che sei polvere e polvere ritornerai” è una citazione diretta dal libro della Genesi, tratta dal passo in cui Dio sta giudicando Adamo ed Eva dopo che hanno mangiato dell’albero della conoscenza del bene e del male:“Con il sudore del tuo volto mangerai il pane;
finché tornerai alla terra,
perché da essa sei stato tratto:
polvere tu sei e in polvere tornerai!” (Gn 3, 19)Adamo ed Eva sono poi stati esiliati dal giardino dell’Eden e non è stato loro permesso di tornare, venendo destinati a una vita terrena.Le ceneri, inoltre, sono state usate da molti nel corso dell’Antico Testamento come segno del proprio pentimento, chiedendo a Dio di avere misericordia di loro. Nel libro di Giuditta (Gdt 4, 11) si legge che “ogni uomo o donna israelita e i fanciulli che abitavano in Gerusalemme si prostrarono davanti al tempio e cosparsero il capo di cenere e, vestiti di sacco, alzarono le mani davanti al Signore”, e che “il Signore porse l’orecchio al loro grido e volse lo sguardo alla loro tribolazione” (Gdt 4, 13).Quando il profeta Giona predicò nella città di Ninive, “si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere” (Gio 3, 6).Ogni volta che il popolo si è gettato addosso la cenere, si è pentito dei propri peccati e ha gridato a Dio chiedendo misericordia, il Signore ha ascoltato il suo grido e lo ha risparmiato dalla distruzione.Questo simbolismo del pentimento è il motivo per il quale nella versione attuale del rito romano le parole pronunciate all’imposizione delle ceneri possono essere l’ingiunzione di Gesù “Pentitevi, e credete al Vangelo”.Anche San Giovanni Paolo II ha riassunto la profondità di significato dietro le ceneri:“’Crea in me, o Dio, un cuore puro… non privarmi del tuo santo spirito’. Sentiremo echeggiare quest’invocazione nel nostro cuore, mentre tra poco ci accosteremo all’altare del Signore per ricevere, secondo un’antichissima tradizione, le Ceneri sul capo. Si tratta di un gesto ricco di richiami spirituali, un segno importante di conversione e di interiore rinnovamento. E’ un rito liturgico semplice, se considerato in se stesso, ma quanto mai profondo per il contenuto penitenziale che esprime: con esso la Chiesa ricorda all’uomo credente e peccatore la sua fragilità di fronte al male e, soprattutto, la sua totale dipendenza dall’infinita maestà di Dio”.Le ceneri sono un simbolo importante nella Chiesa cattolica, e ci collega a una lunga tradizione biblica di gridare a Dio per ottenerne la misericordia, mostrandogli il nostro rinnovamento interiore con un segno esteriore.
Il Vangelo ci ricorda che Gesù rifiuta la concezione di un Dio che punisce le colpe attraverso i mali e le tragedie che accadono nel mondo. Gesù è venuto per salvare e non per condannare. Ma le vicende negative devono sempre richiamarci all’urgenza della conversione. (...)
Così, nel Messaggio per questa Quaresima, Francesco, di fronte alla “presenza, talvolta anche drammatica, del male nella nostra vita, come in quella della Chiesa e del mondo”, invita a non perdere di vista la “Buona Notizia della morte e risurrezione di Gesù” per la nostra salvezza. La fede ci dà tutta un'altra prospettiva, perché ci fa vedere le cose della terra con gli occhi del cielo. Scuotiamoci dal nostro torpore - è l'esortazione del Papa - questo è “un tempo favorevole alla nostra conversione”.