Arcabas, pittore sacro (e i discepoli di Emmaus)
Così viene ricordato su Avvenire:
Altre opere su:La sua fonte principale d'ispirazione è stata la Bibbia, dando vita a un'arte sacra semplice e accattivante, intrisa di un senso fiabesco ma attenta alle istanze del moderno, seppure addolcite; il suo stile era molto apprezzato per l'uso esuberante e festoso del colore, in cui abbondava l'uso - anche simbolico - dell'oro.Era nato a Trémery il 26 dicembre 1926. Di madre tedesca e di padre francese, Arcabas aveva trascorso l'infanzia a Metz. Durante la Seconda guerra mondiale viene arruolato nell'esercito tedesco, ma riesce a disertare e a rifugiarsi a Parigi, dove frequenta l'École nationale supérieure des beaux-arts e si diploma nel 1949.L'opera più importante di Arcabas - un nome preso da graffiti disegnati sui muri di Parigi durante le agitazioni studentesche del maggio 1968: «Arc-en-ciel» e «A bas Malraux !» - è il monumentale "Ensemble d'art sacre contemporain": un ciclo didecorazioni per la chiesa de Saint-Hugues de Chartreuse iniziato nel 1953 e terminato nel 1986. Il progetto nacque con il parroco Raymond Truffot, un prete operaio. Arcabas si offrì di decorare la sua chiesa gratuitamente. Saint-Hugues de Chartreuse dal 1984 è diventata Museo Dipartimentale d'Arte Sacra e racchiude una consistente porzione delle opere dell'artista.
L'interno della chiesa di Saint-Hugues-de-Chartreuse con le opere di ArcabasAnche in Italia Arcabas ha realizzato opere importanti. Nella chiesa della Risurrezione a Torre dè Roveri (Bergamo) nel 1993‐94 ha eseguito un ciclo di opere dedicate al racconto dei pellegrini di Emmaus, mentre nella Cappella della Riconciliazione di Costa Serina (Bergamo) una monumentale pittura sutela dedicata alla parabola del Figliol Prodigo. Nella chiesa della Trasfigurazione di Mussotto d'Alba (Cuneo) si trova un quadro raffiguranteil volto di Gesù trasfigurato.Tra le altre opere di Arcabas da segnalare anche le tredici vetrate con scene tratte dal Vangelo di Marco nella chiesa di Notre-Dame-des-Neiges (1990) e i poli liturgici eseguiti per la cattedrale di Saint-Malo e la cattedrale di Rennes.Dal 1969 al 1972 Arcabas su invito del Consiglio nazionale delle arti del Canada fu professore all'Università d'Ottawa, dove creò "L'atelier collectif expérimental". Al suo rientro in Francia, fondò e diresse l'atelier di arti plastiche “Eloge de la Main” presso l'Università di scienze sociali di Grenoble.
Arcabas, Pellegrini di Emmaus, 2006"I giorni senza ispirazione - ha scritto Arcabas - sono quelli bui. Ci ricordano costantemente, come fa l'autore di Ecclesiaste, che tutto è polvere e ritorna alla polvere. Proprio questo fatto uccide ogni forma di gioia e di speranza. Ma a ben vedere, questa realtà nasconde un'altra assiomatica: questa polvere cosmica, più o meno coagulata e assemblata in forme diverse, ha nel suo essere più intimo lo Spirito dell'Universo. Docile e amichevole, questo medium divino può essere condotto lontano, separato e reso diabolico. Ma, catturato nella sua unità innata, porta la chiarezza fosforescente del significato e scorre, così, come un fiume incandescente verso un destino più grande, in una nuova forma nella Creazione. Questa è, per eccellenza, la materia prima, fatta di Terra e Cielo, che viene usata dagli artisti, questi imitatori franchi e aperti, ai quali Dio certamente concede il suo sorriso e la sua tenerezza"."
http://www.arcabas.com/oeuvres/index.php e
https://web.archive.org/web/20100213025230/http://www.spiritualite2000.com/page.php?idpage=1122
Una intervista con Enzo Bianchi
I discepoli di Emmaus (Arcabas, 1994)
Fonte: don Antonio Scattolini, Responsabile del Servizio Pastorale dell'arte della Diocesi di Verona
Il ciclo pittorico dedicato ai Pellegrini di Emmaus (1993-1994) è opera di Arcabas, pseudonimo di Jean Marie Pirot. La caratteristica peculiare di Arcabas è una certa ingenuità, uno sguardo di candore nel descrivere l'evento sacro, un'ingenua semplicità che rende tutto lineare, di facile lettura, così come per i nostri padri erano di facile lettura i grandi cicli d'affreschi che decoravano le pareti delle chiese.
Il ciclo pittorico dedicato ai Pellegrini di Emmaus (1993-1994) è opera di Arcabas, pseudonimo di Jean Marie Pirot. La caratteristica peculiare di Arcabas è una certa ingenuità, uno sguardo di candore nel descrivere l'evento sacro, un'ingenua semplicità che rende tutto lineare, di facile lettura, così come per i nostri padri erano di facile lettura i grandi cicli d'affreschi che decoravano le pareti delle chiese.
I pellegrini di Emmaus
Il tutto prende avvio dalla tavola che ci presenta i tre personaggi del Vangelo: i due pellegrini e il misterioso viandante che si accosta a loro durante il cammino. I tre sono visti frontalmente, dietro i loro piedi possiamo notare le tracce del cammino fatto. Mani e volti parlano dei fatti appena passati che il misterioso viandante (si noti il volto di luce dai lineamenti misteriosi e non marcati) pare non conoscere; parole di sconforto, fatti tragici davanti ai quali la loro speranza si è miseramente infranta. Parlano ma non si guardano in faccia e non guardano il pellegrino che è con loro. Sono quasi scomposti nel procedere, quasi sembrano cadere, solo chi è tra loro è diritto, saldo sul bastone a cui si appoggia (segno del bastone del buon pastore). Stanno fuggendo da Gerusalemme per riprendere la vita di prima ma con una grande amarezza.
Il tutto prende avvio dalla tavola che ci presenta i tre personaggi del Vangelo: i due pellegrini e il misterioso viandante che si accosta a loro durante il cammino. I tre sono visti frontalmente, dietro i loro piedi possiamo notare le tracce del cammino fatto. Mani e volti parlano dei fatti appena passati che il misterioso viandante (si noti il volto di luce dai lineamenti misteriosi e non marcati) pare non conoscere; parole di sconforto, fatti tragici davanti ai quali la loro speranza si è miseramente infranta. Parlano ma non si guardano in faccia e non guardano il pellegrino che è con loro. Sono quasi scomposti nel procedere, quasi sembrano cadere, solo chi è tra loro è diritto, saldo sul bastone a cui si appoggia (segno del bastone del buon pastore). Stanno fuggendo da Gerusalemme per riprendere la vita di prima ma con una grande amarezza.
La parola come un seme
Il misterioso viandante li ascolta con attenzione e poi apre la loro mente alla comprensione delle Scritture; quelle parole non sono fredde ed asettiche spiegazioni, ma sono coinvolgenti riferimenti ai fatti che loro hanno visto, a parole che loro hanno già sentito. Il cuore dei due si riscalda, la memoria si risveglia dal torpore; all'amarezza della delusione subentra pian piano la speranza di un possibile re-inizio, di un possibile ritorno a ciò che avevano visto e che aveva conquistato il loro cuore.
Una porta aperta
Eccoli ora sulla soglia: la porta è aperta, una tavola con una bella fruttiera campeggiano in primo piano ad indicare la quotidianeità dell'esistenza; i due invitano il misterioso pellegrino ad entrare e a restare con loro per quella sera, dopo quel tratto di cammino fatto insieme. Se prima c'erano delle ombre ora è pura luce, se prima erano piegati dalla delusione ora sono eretti, in atteggiamento di supplica, se prima i loro occhi erano ciechi ora vedono e insieme guardano il loro compagno di cammino. Il pellegrino è una forma scura contro la luce dello sfondo, si nota il bastone, il suo leggero piegarsi accetta l'invito e con loro si siederà a mensa.
Il misterioso viandante li ascolta con attenzione e poi apre la loro mente alla comprensione delle Scritture; quelle parole non sono fredde ed asettiche spiegazioni, ma sono coinvolgenti riferimenti ai fatti che loro hanno visto, a parole che loro hanno già sentito. Il cuore dei due si riscalda, la memoria si risveglia dal torpore; all'amarezza della delusione subentra pian piano la speranza di un possibile re-inizio, di un possibile ritorno a ciò che avevano visto e che aveva conquistato il loro cuore.
Una porta aperta
Eccoli ora sulla soglia: la porta è aperta, una tavola con una bella fruttiera campeggiano in primo piano ad indicare la quotidianeità dell'esistenza; i due invitano il misterioso pellegrino ad entrare e a restare con loro per quella sera, dopo quel tratto di cammino fatto insieme. Se prima c'erano delle ombre ora è pura luce, se prima erano piegati dalla delusione ora sono eretti, in atteggiamento di supplica, se prima i loro occhi erano ciechi ora vedono e insieme guardano il loro compagno di cammino. Il pellegrino è una forma scura contro la luce dello sfondo, si nota il bastone, il suo leggero piegarsi accetta l'invito e con loro si siederà a mensa.
Una tovaglia che viene stesa
Ora sono entrati, si sono seduti: il momento è conviviale e solenne insieme. Tutto è mistico, a partire dai colori usati, dai simboli che si notano (una croce), dal fondo sagomato su cui si stagliano i tre personaggi. Al centro il pellegrino ha il volto in parte in ombra, gli occhi abbassati, il gesto benedicente sulla coppa che gli sta davanti. Il discepolo a sinistra osserva con sguardo intenso l'ospite, mentre l'altro versa del vino al convitato. Momento di convivialità e di attesa, di silenzio carico di ascolto per quell'uomo che riscaldava il cuore, per quelle parole che svelavano una speranza nuova.
Ora sono entrati, si sono seduti: il momento è conviviale e solenne insieme. Tutto è mistico, a partire dai colori usati, dai simboli che si notano (una croce), dal fondo sagomato su cui si stagliano i tre personaggi. Al centro il pellegrino ha il volto in parte in ombra, gli occhi abbassati, il gesto benedicente sulla coppa che gli sta davanti. Il discepolo a sinistra osserva con sguardo intenso l'ospite, mentre l'altro versa del vino al convitato. Momento di convivialità e di attesa, di silenzio carico di ascolto per quell'uomo che riscaldava il cuore, per quelle parole che svelavano una speranza nuova.
La scomparsa
La frazione del pane della tavola precedente ha rivelato l'identità del misterioso ospite: era Lui, era Gesù! Sconcerto e meraviglia si legge nello sguardo di uno dei due e nella mossa repentina dell'altro, tanto da far cadere la sedia su cui era seduto. Dietro a loro la luce ed una piccola croce a segnare l'evento cui hanno assistito, ad identificare il misterioso pellegrino che li ha ascoltati e li ha istruiti. La mensa è ancora imbandita, il mestolo è ancora nella zuppiera eppure non è il tempo di restare, di fermarsi; dopo lo sconcerto e la meraviglia i due dovranno riprendere di nuovo il cammino.
La frazione del pane della tavola precedente ha rivelato l'identità del misterioso ospite: era Lui, era Gesù! Sconcerto e meraviglia si legge nello sguardo di uno dei due e nella mossa repentina dell'altro, tanto da far cadere la sedia su cui era seduto. Dietro a loro la luce ed una piccola croce a segnare l'evento cui hanno assistito, ad identificare il misterioso pellegrino che li ha ascoltati e li ha istruiti. La mensa è ancora imbandita, il mestolo è ancora nella zuppiera eppure non è il tempo di restare, di fermarsi; dopo lo sconcerto e la meraviglia i due dovranno riprendere di nuovo il cammino.
Il ritorno
E così avviene. La tavola rimane ancora apparecchiata: piatti, posate, bicchieri pieni, la zuppiera, il candelabro spento, la tovaglia raccolta, i tovaglioli abbandonati, la sedia rovesciata...tutto parla di un'uscita frettolosa, tanto che la porta è ancora spalancata e fuori si vede un cielo nitido, blu intenso, punteggiato di stelle. La soglia è aperta così come il loro cuore e la loro mente si sono aperti alla speranza ed alla comprensione. Non è tempo per commentare, ma di annunciare ai fratelli a Gerusalemme quanto è avvenuto, che il Signore è veramente risorto e si accompagna misteriosamente ai suoi.
E così avviene. La tavola rimane ancora apparecchiata: piatti, posate, bicchieri pieni, la zuppiera, il candelabro spento, la tovaglia raccolta, i tovaglioli abbandonati, la sedia rovesciata...tutto parla di un'uscita frettolosa, tanto che la porta è ancora spalancata e fuori si vede un cielo nitido, blu intenso, punteggiato di stelle. La soglia è aperta così come il loro cuore e la loro mente si sono aperti alla speranza ed alla comprensione. Non è tempo per commentare, ma di annunciare ai fratelli a Gerusalemme quanto è avvenuto, che il Signore è veramente risorto e si accompagna misteriosamente ai suoi.