Altre risposte ai detrattori di papa Francesco
Il primo è offerto dalla rediviva UCCR che, dati alla mano, dimostra che non c'è stato alcun crollo di fedeli alle udienze di papa Francesco. Così esordisce:
Il secondo intervento, di Vatican Insider, accoglie la riflessione del cardinal Vallini, vicario di Roma, il quale risponde indirettamente ai "dubia" sui sacramenti ai risposati optando per una via intermedia: «Il Papa non dice che bisogna ammettere ai sacramenti, sebbene non lo escluda in alcuni casi e ad alcune condizioni». Né rigorismo né lassismo.Qualche giorno fa le agenzie di stampa hanno riportato i nuovi dati emessi dalla Prefettura della Casa Pontificia sulla partecipazione dei fedeli ai vari incontri con il Papa avvenuti in Vaticano nel corso del 2016 (udienze, celebrazioni e angelus/regina coeli). Rispetto all’anno precedente hanno partecipato circa 800mila fedeli in più.La notizia, di per sé già poco interessante, potrebbe finire qui, se non fosse che sulla partecipazione alle udienze c’è stata parecchia (e volontaria) disinformazione in questi anni. Cogliamo questa occasione per chiarire le cose.Il fronte antibergogliano ha spesso diffuso l’informazione che Papa Francesco non sarebbe amato dai cattolici: un anno fa il giornalista Antonio Socci, ad esempio, scriveva dei «dati disastrosi sul crollo dell’afflusso dei fedeli agli incontri di Bergoglio […]. Il Vaticano in effetti è sempre più allarmato perché da due anni è in corso una vera fuga da Bergoglio […]. Numeri terribili […] All’entusiasimo iniziale dei primi mesi ha fatto seguito una cocente delusione con la conseguente fuga dagli incontri papali […]. I dati che ho citato segnano un totale fallimento. Dunque l’effetto Bergoglio c’è, ma al contrario: non attrae i lontani, ma fa fuggire i vicini. Perché? Cosa c’è che non va nel messaggio di Bergoglio? Il popolo cristiano si allontana da Bergoglio, il 2016 sarà l’anno della verità». Meno apocalittici i toni del suo collega Sandro Magister dell’Espresso, anche lui comunque soddisfatto per la “fuga” di fedeli dal successore di Pietro: «Quindi ogni nuovo anno con la metà di presenze dell’anno precedente».
La via di Vallini, come si vedrà, non cede al lassismo del «liberi tutti», non presenta mai i sacramenti come un diritto da poter rivendicare, e al tempo stesso fa propria l'apertura indicata dal Pontefice il quale - com'è noto - ha invitato al discernimento e a valutare caso per caso l'esistenza di circostanze attenuanti.Un terzo intervento è quello del Prefetto della dottrina della fede, il cardinal Muller, che, intervistato da Tgcom24, ha affermato:
«Non ci sarà alcuna correzione al Papa. In questo momento non è possibile, non c'è alcun pericolo per la fede. Non mi è piaciuta la pubblicazione dei dubia».Infine, il contributo più elaborato, viene dalla rivista Il Regno che ripercorre la vicenda dei "dubia";
Avevamo pubblicato una prima panoramica già in Regno-att. 8,2016,248, individuando da subito le posizioni «senza se e senza ma» dei contrari all’ipotesi – semplifichiamo – di poter riammettere ai sacramenti i divorziati risposati (il lefebvriano B. Fellay, il canonista card. R. Burke e il laico «wojtyliano» R. Spaemann) e quelle dei favorevoli invece a un approccio potremmo dire «del discernimento caso per caso», maggioritario specialmente tra i vescovi diocesani ma non solo (cardd. G. Müller, D. Wuerl, R. Blásquez Pérez, R. Marx, G. Bassetti, V. Nichols e i monss. B. Forte, P.A. Durocher).