«All'1% della popolazione il 99% della ricchezza». Lo scandalo dell'ingiustizia
Ha trovato un forte eco nei giornali e siti cattolici (nessun eco in quelli "laici") l'ultimo rapporto Oxfam, una delle principali agenzie non governative, che denuncia la crescente disparità tra i pochi nababbi e la gente "normale" e la indica tra le principali cause per cui il mondo non riesce ad uscire dalla povertà più estrema.
Questi i dati riportati da Avvenire:
otto super-miliardari detengono da soli la stessa ricchezza netta (426 miliardi di dollari) di metà della popolazione più povera del mondo, vale a dire 3,6 miliardi di persone. Lo scorso anno questio super-ricchi con metà del patrimonio mondiale erano 62 e nel 2010 388, segno che la concentrazione va accelerando....
E questo fa ribadire a Oxfam che è necessario un profondo ripensamento dell’attuale sistema economico, che fin qui ha funzionato a beneficio di pochi fortunati e non della stragrande maggioranza della popolazione mondiale. Per questo Oxfam ha lanciato la petizione "Un futuro equo, per tutti: sfida l'ingiustizia della disuguaglianza estrema", con le richieste ai governi nazionali per dar vita a politiche rivolte ad un diverso modello di "human economy"...
«È osceno che così tanta ricchezza sia nelle mani di una manciata di uomini – ha detto Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia –. La disuguaglianza stritola centinaia di milioni di persone, rende le nostre società insicure e instabili, compromette la democrazia. In tutto il mondo – ha aggiunto Barbieri – le persone vengono lasciate indietro. Alla logica della massimizzazione dei profitti, si contrappone una realtà di salari stagnanti e inadeguati, mentre chi è al vertice viene gratificato con bonus miliardari. La voce del 99% rimane inascoltata perché le politiche continuano a fare gli interessi dell'1% più ricco: le grandi corporation e le élites più prospere».Disuguaglianza Italia Gli stessi fenomeni si riscontrano nel Belpaese. Nel 2016 la ricchezza dell'1% più ricco degli italiani (in possesso oggi del 25% di ricchezza nazionale netta) supera di oltre 30 volte quella del 30% più povero e di ben 415 volte quella detenuta dal più ristretto 20% in povertà. Per quanto riguarda il reddito tra il 1988 e il 2011, il 10% più ricco della popolazione ha accumulato un incremento di reddito superiore a quello della metà più povera degli italiani.
Il contrario di un’economia umana
di Tonio Dell'olio
I dati resi noti da Oxfam sulla distribuzione della ricchezza nel mondo e nel nostro Paese, rischiano di apparire aride statistiche, numeri senz’anima, se non fosse che proprio quelle cifre urlano il peccato del mondo, l’ingiustizia, ovvero l’obiettivo di molti (o di pochi?) di puntare esclusivamente al profitto non facendosi scrupolo di utilizzare le vie della corruzione e dell’evasione fiscale. Il rapporto rende noto che le otto persone più ricche del pianeta possiedono oggi la stessa ricchezza della metà più povera dell’umanità. In Italia in sette possiedono quanto il 30% della popolazione. Di qui tutte le altre considerazioni sui danni prodotti dall’accumulazione della ricchezza che, non investita nella creazione di lavoro né ridistribuita se non nella quota parte agli azionisti, va a concimare la crescita del capitale stesso. I mezzi attraverso i quali avviene tutto questo sono esposti e dimostrati dal rapporto con rigore scientifico: elusione fiscale, clientelismo, investimenti nei paradisi fiscali, sofisticati sistemi di corruzione e sostegno alla politica compiacente, riduzione dei diritti e delle garanzie dei lavoratori. Nello stesso rapporto, gli esperti di Oxfam indicano otto mosse indispensabili per invertire questa tendenza e riuscire a creare un’economia umana. Adesso queste richieste diventano una campagna denominata proprio “Un’economia umana per il 99%”.
(Fonte: Mosaico dei Giorni)