Cinema e fede: Fellini, la Bibbia, Scorsese e Tornatore (e ancora altro)
BIBBIA E CINEMA
- Vatican news ha pubblicato un lungo articolo di Mons. Viganò su "Bibbia, cinema e mass media: gli aspetti di un rapporto lungo 100 anni":
Dal kolossal religioso al filone cristologico in cui la figura di Gesù è rivisitata secondo differenti prospettive. Monsignor Dario Edoardo Viganò, Vice-Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, alla vigilia della prima Domenica della Parola di Dio, analizza come il rapporto tra Bibbia, cinema e mass media, incidano sulla "percezione della stessa esperienza religiosa".CENTENARIO DI FEDERICO FELLINI
- c'è poi il centenario della nascita di Federico Fellini ed è ancora Vatican news ha pubblicare un articolo, questa volta della Gisotti, su "gli aspetti inediti della sua fede":
L’anno centenario della nascita Federico Fellini è l’occasione per indagare sulla fede personale e sulla religiosità presente nei film del grande regista. Promotori dell’iniziativa sono la Pontificia Università Salesiana, l’Istituto di Scienze religiose “Alberto Marvelli” e il Centro culturale Paolo VI di Rimini. Intervista al professor don Renato Butera.Vedi anche su In terris: "La fede secondo Fellini";
Padre Virgilio Fantuzzi, critico cinematografico della Civiltà Cattolica, ha raccontato ad Avvenire la sua amicizia con il maestro Federico Fellini con la lucidità di chi ha cercato sempre di carpire la grandezza del personaggio, la sua magia, il suo rapporto con la religione e, di riflesso, con la psicoanalisi. Con l’obiettivo di catturare la forza dell’immaginazione onirica e trasognata dell’inventore di capolavori assoluti come Amarcord, Otto e mezzo o Le notti di Cabiria. “Se ho potuto beneficiare della sua amicizia, fatta di tante confidenze, osservazioni, telefonate e confronti dopo aver letto le mie recensioni attorno alle sue pellicole– spiega al quotidiano dei vescovo il gesuita di origini mantovane – lo devo soprattutto al direttore della fotografia Peppino Rotunno, che mi permise di essere sui set dei suoi film, e a padre Angelo Arpa, amico intimo del regista, quello che è stato per tutti il prete di Fellini. Fu Arpa a darmi le prime chiavi di lettura per capire la grandezza del genio di Rimini, a cominciare dallo Sceicco Bianco”. Ad accendere il suo interesse per Fellini fu il caso de “La dolce vita” nel 1960. Un film che divise gli animi del mondo cattolico ma anche di molti gesuiti. “Quella vicenda infiammò gli animi. Ricordo le feroci critiche de L’Osservatore Romano, le condanne pubbliche di molti vescovi (tra cui quello di Rimini) che fecero molto soffrire la madre di Fellini, Ida Barbiani, cattolica fervente, che l’avrebbe visto volentieri prete e con una brillante carriera ecclesiastica- dichiara ad Avvenire padre Fantuzzi-.. Ad accendere la miccia della polemica, "una vera guerra, fatta di morti e feriti", fu soprattutto la presentazione de La dolce vita al Centro San Fedele a Milano dove, con molta imprudenza, padre Arcangelo Favaro parlò di un film che aveva il "sigillo della porpora", cioé la "benedizione" del cardinale di Genova Siri”. Da quell’istante “avvenne il boicottaggio del lavoro felliniano, perché le parole di Favaro rappresentavano un affronto alle perplessità manifestate dall’allora cardinale di Milano, Giovanni Battista Montini”. Padre Nazzareno Taddei su Letture difese il film.
Retroterra cattolico
“Ma a dargli il colpo finale di condanna pubblica fu il mio confratello Enrico Baragli, che sulla Civiltà Cattolica stroncò senza possibilità di ripensamenti La Dolce Vita”, racconta padre Fantuzzi. Anni dopo toccò proprio a padre Fantuzzi riabilitare la filmografia del maestro Fellini sulle medesime colonne. “Più che di riabilitazione si trattò di un atto di giustizia e di risarcimento verso Fellini- sottolinea da Avvenire il gesuita-.Civiltà Cattolica è in debito nei confronti di questo maestro del cinema per gli sgarbi, le cattiverie subite. Occorreva riconoscere la grandezza di un genio che, con il suo retroterra cattolico, ha in fondo raccontato, a volte in modo implicito e con originalità, il suo rapporto con la fede ma anche con i riti della Chiesa”. Si pensi solo alla sfilata ecclesiastica nella pellicola Roma o al rapporto tra peccato e grazia che vive Peppino De Filippo nell’episodio "Le tentazioni del dottor Antonio" in Boccaccio 70. In alcune sequenze de L’Intervista, dove Mastroianni e la Ekberg rileggono La dolce vita 30 anni dopo, padre Fantuzzi “un aspetto di spiritualità nella carnalità”. E non è un caso che Fellini si sia ritrovato in molte delle osservazioni di padre Fantuzzi. Ed è forse anche per questo che simbolicamente durante le lavorazioni del film La voce della luna fu deciso di raccogliere la sua prima intervista alla Civiltà Cattolica nella sede della rivista a Villa Malta a Roma. Dove Federico e Giulietta Masina andavano a trovare padre Arpa, proveniente da Genova». Un’intervista che per padre Fantuzzi significò anche l’occasione di comprendere meglio il rapporto di Fellini con Roberto Rossellini e Pier Paolo Pasolini.Più controversa è la lettura della fede di Fellini offerta da La nuova bussola quotidiana: "Fellini, un regista in bilico tra dissoluzione e grazia".
MARTIN SCORSESE
Ancora sul rapporto tra cinema e sacro, vedi l'intervista al regista Martin Scorsese rilasciata al direttore dell’Osservatore Romano: "Scorsese: l'umanità che resiste al dolore". Questo è l'incipit:
Quando il 21 ottobre scorso si sono di nuovo incontrati, Martin Scorsese e Papa Francesco, hanno ripreso una conversazione come possono fare due vecchi amici che si intendono al volo, senza alcuna fatica, eppure l'ultima volta che si erano visti era stata quasi esattamente un anno prima, il 23 ottobre 2018 nell'auditorium dell'Augustinianum in occasione dell'incontro di giovani e vecchi con il Santo Padre e della presentazione del libro La saggezza del tempo. Il Papa dopo avergli chiesto notizie della moglie ha voluto sapere qualcosa sul suo nuovo film, The Irish Man, e il regista italo-americano ha spiegato come si tratti di un film sul tempo e la mortalità, l’amicizia e il tradimento, il rimorso e il rimpianto dei tempi passati. Tra i due è cominciato un dialogo semplice quanto profondo che presto è approdato al nome di Dostoevskij, comune passione dell'uno e dell'altro, che con i suoi romanzi fa da sfondo all'opera del regista di Meanstreets e di Silence...RAVASI E TORNATORE
Segnalo inoltre un incontro recente tra il cardinal Ravasi e il regista Giuseppe Tornatore: "Tornatore e Ravasi, il cinema come esperienza religiosa":
"Il patrono dei registi è Dio stesso", dice il cardinale. "I film hanno effetti miracolosi sulle persone", sostiene il regista. Cronaca di un incontro particolare, evento di chiusura di Tertio Millennio Film Fest.Infine un articolo per Avvenire del teologo Lorizio: "Due film di successo (Tolo tolo e Il primo Natale). Dal cinema alla teologia: identità è umanità"