La progressiva irrilevanza della Chiesa


E' Sandro Magister, vaticanista dell'Espresso e dissidente antipapista, a mettere in risalto i dati sociologici dell'irrilevanza progressiva della Chiesa (non solo in Italia). Fa riferimento ad una analisi di Pietro De Marcoemerito di sociologia delle religioni all’Università di Firenze, e a quella di Nando Pagnoncelli, presidente delle ricerche dell'IPSOS, per Vita e Pensiero (che permette di scaricare gratuitamente il testo). Tutta colpa di papa Francesco? Temo che per Magister sia in sostanza così. Dimenticando che stiamo vivendo un cambiamento epocale nel quale sperimentiamo, in maniera nuova, l'essere una minoranza e che lo Spirito agisce nella Chiesa oggi e sempre per realizzare quel Regno che possiamo ostacolare, ma mai distruggere. Perchè Dio è più forte del maligno.

Perché la Chiesa oggi conta così poco, non solo in Italia. L’analisi di Pietro De Marco

De Marco
L’intervista del cardinale Camillo Ruini ripresa nel post dell’11 novembre di Settimo Cielo non cessa di far discutere. Il quotidiano “Il Foglio” vi è tornato sopra in un’ampia inchiesta condotta da Matteo Matzuzzi, che ha interpellato tre studiosi cattolici di primo piano sull’asserzione fatta dal cardinale di un declino di autorevolezza e di ascolto della Chiesa nella società italiana, a dispetto del ricorrente proposito di alcuni di ridar vita a un partito cattolico e nonostante l’attivismo sociale dispiegato da papa Francesco:
I tre studiosi – tutti ben noti ai lettori di Settimo Cielo – sono Sergio Belardinelli, ordinario di sociologia dei processi culturali all’Università di Bologna, Luca Diotallevi, ordinario di sociologia all’università di Roma Tre, e Pietro De Marco, emerito di sociologia delle religioni all’Università di Firenze.
Sollecitato dalle domande de “Il Foglio”, De Marco ha corredato le sue sintetiche risposte con un appunto più arioso e argomentato.
Eccolo.
*
APPUNTI SU UNA CHIESA IN CRISI D’IDENTITÀ
di Pietro De Marco
1. Il declino di autorevolezza della Chiesa italiana e il ricorrente progetto di un nuovo partito cattolico sono questioni connesse, ma non sincroniche.
Il declino di autorevolezza della Chiesa appartiene al presente, ad anni recentissimi: riguarda il periodo segnato, da un lato, dai rivolgimenti della mappa elettorale e da nuove alleanze di governo, e dall’altro lato dall’influenza del pontificato attuale su cattolici e non cattolici, o meglio, su aree di credenti praticanti e quasi-praticanti
Il progetto di un nuovo partito cattolico, invece, si pone periodicamente da oltre un quarto di secolo, a partire dal collasso della Democrazia cristiana, ed è da esaminare in un quadro meno congiunturale.
Naturalmente, anche del declino di autorevolezza della Chiesa italiana si è ragionato a più riprese da decenni, sociologicamente e politicamente. E con intenzioni molto diverse, anzi opposte, poiché ogni diagnosi del genere ha più attori e utenti, e in conflitto tra di loro.
Nel lungo periodo della segreteria e poi della presidenza della conferenza episcopale italiana da parte del cardinale Camillo Ruini (1991-2007), e nonostante che essa avesse effetti coerenti e costanti, non improvvisati, nell’arena pubblica nazionale, si lamentava – da sinistra – il silenzio della Chiesa. Non erano i vescovi ma il loro presidente che parlava, si diceva insistentemente (perché anche parlando si è sempre silenziosi, nel giudizio di chi vuole che si dica altro). La Chiesa italiana, si diceva ancora, delegava ed era fin troppo ai margini, silente, proprio mentre la stagione berlusconiana dava scandalo a parte dell’opinione pubblica, anche cattolica ed ecclesiastica.
Arrivando all’oggi, più che di silenzio della Chiesa italiana – in effetti qua e là piuttosto loquace –, si tratterebbe appunto di non-autorevolezza. Perché parla la CEI, parla il papa (anche lui “Chiesa italiana” in quanto vescovo di Roma), parlano vescovi e preti, parlano laici titolati, parla “Avvenire” (cui le rassegne stampa della TV riservano più attenzione di un tempo), parlano gli amici del papa, laici nel senso della laicità moderna storicamente avversaria della Chiesa, quasi lo facessero a suo favore o in sua vece. Ma tutti parlano e pochi ascoltano, fa notare il cardinale Ruini. E io aggiungerei che tutti coloro che parlano, e sono molti, parlano tra di loro, come se si parlassero addosso. Mentre quelli a cui sono rivolte raccomandazioni e reprimende, uomini e donne esterni al sentenzioso e talora minaccioso coro dei parlanti, non ascoltano. La voce del cardinale ha rotto il coro ed è stata subito ascoltata.
2. Il coro dei parlanti è la sommatoria della opinione pubblica ecclesiale “in capite et in membris”, che riecheggia papa Francesco e prende legittimazione da lui. Parlo di opinione, non di magistero, nemmeno episcopale. Chi, nella sfera ecclesiale, dichiara e declama su problemi sociali ed economici di dimensione macro o di particolare complessità, dalle emigrazioni alla sicurezza. alle stesse radicate pratiche morali e religiose della gente comune, non può che esporre “opinioni”. Magistero è altra cosa, nei modi e nella consistenza riflessiva.
I molti che non ascoltano sono i cattolici (senza virgolette, perché il loro statuto cattolico non è “sub iudice”, nonostante le retoriche in voga) che continuano a pensare ciò che pensano da tempo sulla società italiana (che è fatta anche da loro), sull’emigrazione, sull’Europa comunitaria. Sappiamo che sono una parte cospicua dell’elettorato di Matteo Salvini. In effetti, l’elettore cattolico di centro-destra fu sordo anche alle battaglie contro Berlusconi condotte da élite della Chiesa schierate e autorevoli, dall’anziano don Giuseppe Dossetti ai girotondi passando per “Famiglia Cristiana”. Dava peso, piuttosto, al diverso atteggiamento, fatto di attenzione e di attese meditate, della gerarchia e non solo del presidente della CEI, alla cautela di “Avvenire”, alla presenza esplicita e coraggiosa di credenti cattolici (non provenienti dal mondo cattolico organizzato) nei quadri di governo; e di non credenti per i quali cattolicesimo e Chiesa erano forza di civiltà.
La Chiesa italiana era dunque “autorevole”, allora, per la sua ragionata prudenza e per l’assenza di antagonismo predicatorio, di fronte ai moti profondi della politica italiana post-tangentopoli e ai suoi nuovi protagonisti, che avevano – legittimamente – “acquisito un potere dalla situazione”, per dirla con Christian Meier. Mentre non è altrettanto “autorevole” oggi, almeno di fronte all’elettorato moderato e conservatore (la nozione di “estrema destra” che si usa come spauracchio è fuori luogo per l’elettore medio di Salvini), se possono essere presi come indicatori i risultati elettorali recenti.
Prima di cercare un perché, si deve però ricordare che la crisi del voto cattolico unitario (con i suoi confini strutturali sempre esistiti) era iniziata negli anni Settanta, con l’attrazione esercitata dalle “chiese politiche”, anzitutto il PCI, e la simmetrica “spiritualizzazione” della Chiesa istituzione, con la “scelta religiosa” da cui conseguì la caduta libera delle obbedienze e dell’esercizio dell’autorità di indirizzo.
Per decenni, dunque, l’autorevolezza della Chiesa non ha potuto più misurarsi sulla conformità delle condotte elettorali ad inesistenti indicazioni formali dei vescovi. Ma ora, per apparente paradosso, tale “autorità” si mette di nuovo nella condizione di essere misurata, in anni nei quali il magistero corrente e la pastorale hanno assunto perimetro e linguaggio di “religion du coeur” neo-roussoviana a proiezione umanitaria, non inedita in sé, ma oggi “nuova” nella Chiesa perché diffusa ai vertici e, come tutte le ideologie, intimidatoria nei confronti dei fedeli (“non sei cristiano se non fai così”), a detrimento, deliberato, della formazione e della predicazione sui fondamenti della fede.
In effetti tale azione di indirizzo risulta non convincente, per le popolazioni cattoliche, su due o tre fronti decisivi:
a) poiché sembra inseguire degli “a priori” progressisti, quelli di sempre, ora a coloritura ecologista, e palesemente dipenderne;
b) poiché questo “verbiage” moralistico-politico presentato come la linea del Vangelo appare a molti cattolici l’inaccettabile, o almeno improbabile, surrogato di una seria vita cristiana fatta di peccato e grazia, vita soprannaturale, culto a Dio, sacramenti, regola morale, Chiesa istituzione;
c) poiché tutto questo sembra affiancarsi, nella pastorale, a un disinteresse per il comune credente, per il praticante “borghese”, e al suo declassamento.
È un sintomo pesante, quest’ultimo, che contraddice nelle condotte pratiche la continua sollecitazione di papa Francesco all’annuncio universale. Infatti è proprio l’universalità dell’annuncio (ovvero, riguardo ai battezzati, della cura d’anime) che viene tradita da una pastorale tutta ideologica, discriminante nei fatti e, infine, senza un oggetto se non utopico, affabulato.
Questo oggetto affabulato della nuova cura pastorale è ben rappresentato dall’indio immaginario del sinodo amazzonico: un non cristiano ma in sé già “cristiano anonimo”, che non ha bisogno di alcun annuncio di Cristo, ma solo di riconoscimento e promozione materiale, politica, mediatica. Saggi propositi, questi, che avrebbero reso felici i sostenitori illuministico-roussoviani del buon selvaggio sufficiente a sé per natura. Propositi fallimentari se si ambisce di ottenere o garantire con essi società giuste e “umane”. Ma ormai tutto ciò che non è eloquio e moto solidaristico è visto, dall’intelligencija cattolica ecclesiastica e laica, come una sorta di Chiesa alienata da cui prendere le distanze.
E quando mons. Domenico Mogavero obietta al cardinale Ruini che i cattolici non allineati ideologicamente (“non in linea col Vangelo”) non sono veri cattolici, ci si chiede cosa resti della secolare autonomia di giudizio cattolica, costituita su rivelazione divina e ragione, e da secoli argine critico alle falsificazioni illuministiche e socialistiche del cristianesimo.
Quando, poi, qualcuno osserva che, diversamente da Salvini, gli uomini della Democrazia cristiana portavano con sé il rosario ma lo tenevano in tasca (non tutti: Giorgio La Pira l’aveva spesso anche in mano, visibilmente) descrive senza saperlo il limite strutturale della “laicità” della DC, che in realtà fu disconoscimento o timore della dimensione pubblica della fede come “bonum” sociale, che ha fatto perdere alla DC tutte le battaglie etiche degli anni Settanta, rendendo così inutile, su ogni fronte, la sua sopravvivenza. Il crocifisso non esiste per stare nascosto nelle “coscienze”, né nelle tasche dei pantaloni; la croce era supplizio pubblico, ben visibile, tale da essere minaccia esemplare. Il dramma della croce è nel cuore della relazione tra il Padre e il Figlio nel mistero trinitario, nel cuore della storia. Appartengono alla contemporanea abiezione dell’intelletto cattolico l’imbarazzo, la vergogna, fatti di ignoranza della Scrittura, che esso prova nell’annunciare il sacrificio della croce voluto dal Padre, i misteri dolorosi. Perciò dovremmo essere grati a chi, in una piazza, osa tenere il crocifisso del rosario tra le mani.
3. Ciò che ho detto finora può aiutarci a chiarire il senso di una “crisi d’identità” della Chiesa italiana. Infatti, la provata non autorevolezza di vescovi, di circoli che si pretendono autorevoli (come i francescani di Assisi, schierati nelle ultime elezioni in Umbria) e di organi di stampa cattolici nella attuale battaglia contro le “destre”, è un segnale di processi non contingenti. Chi può approvare una deriva profonda nella quale un preteso “discernimento” evangelico è esercitato ad imitazione delle culture “critiche” vecchie e nuove, fino alle emergenti più futili e senza fondamento nella fede della Chiesa? Questa deriva invalidante è colta da quella parte del popolo cattolico che, anche per diffidenza e paura, non sta al gioco.
Ora, l’episcopato italiano è composto da uomini riflessivi; ne conosco e apprezzo molto alcuni, per tutti ho reverenza. Ritengo che nella maggior parte di loro, per effetto di questo pontificato, operi quella “dissonanza cognitiva” che investe le coscienze obbligate, troppo spesso, a dire e a operare, in qualche modo ad internalizzare, non secondo le proprie convinzioni. Questo è già una pesante scissione, perché altro è essere tenuti ad una ordinaria disciplina cattolica, che l’autorità di Roma tutela; altro è vivere sotto il ricatto di un entourage papale e di una opinione (post)cattolica che si riempiono la bocca della parola Vangelo. In più, e in peggio, il bagno teo-ideologico in cui il pontificato di papa Francesco galleggia, vulnera la stessa realtà del sacramento dell’ordine episcopale, della sua dignità e potestà. È impressionante sorprendere questo declino di vita/coscienza soprannaturale nella spigliatezza sportiva di vescovi e preti.
Un episcopato così ferito (e quello italiano è tra i più resistenti) come potrebbe operare? Bisognerebbe avere saldezza di cultura e di nervi per denunciare l’arbitrarietà cattolica di tutto ciò. E coraggio. Una alleanza trono-altare è in effetti in corso: fra un trono, quello dell’intelligencija mondiale dichiaratamente anticristiana, un Anticristo solov’eviano che oggi arruola anche le bambine; e un altare disposto a “bruciare incenso sulle alture, sui colli e sotto ogni albero verde” (2 Cronache 28, 4).
Non solo i vescovi italiani, gli episcopati di tutto il mondo, credo, ne sono consapevoli; ma ogni altra alleanza è oggi demonizzata, nelle altre direzioni vi sono solo “fascisti”. Un vescovo, nella pienezza della sua potestà, potrebbe certamente alzarsi e prendere posizione contro il papa. Il “conciliarismo” teologico, che oggi protegge papa Bergoglio, non troppi anni fa istigava, dottrinalmente e politicamente, vescovi e laicato contro Roma. Ma il volto primaziale della Chiesa cattolica è rimasto solido; solo tra i seguaci di Francesco vi è chi si augura che egli dia il colpo di grazia a potestà e carismi del pontefice romano. Credo sia suprema saggezza dei vescovi non mettere in discussione gli irrinunciabili “munera” di Pietro, nonostante il dramma di questo pontificato che invita molti a mettere in questione il magistero pontificio per la salvezza della Chiesa.
Resta che l’alleanza di questo stile ecclesiale con l’opinione pubblica mondiale che conta è, essa, la nuova alleanza tra poteri deliberatamente perseguita, secondo alcuni, anzitutto dal papa gesuita. Se si coglie tale alleanza nichilistica tra intelligencija e Chiesa (purtroppo “in capite”), le rinnovate accuse al cardinale Ruini di riproporre l’alleanza classica tra poteri civili ed ecclesiastici, cui oggi si aggiunge quella di approvare l’uso politico del crocifisso, rappresentano degli automatismi irragionati. Il “dialogo con Salvini” non interessa? A parte i toni estremistici di queste reazioni, da malattia infantile non da discernimento politico, resta la questione della cura d’anime. Nella Chiesa, che non è setta di militanti ed eletti, essa deve essere universale. Solo l’antico Sessantotto cattolico poteva pensare di escluderne i borghesi (allora si diceva: dalla comunione eucaristica).
In questa somma contraddittoria, penosa, di fattori, prevale dunque una strada “facilior” per l’influenza – legittima in sé da parte di Roma – sulle condotte morali e politiche: quella delle retoriche umanitarie, infine dell’eloquio demagogico. Come stupirsi che questi messaggi, talora declamati, sovente a mezza voce, sottraggano ovunque autorità e identità alla Chiesa?
4. La questione del partito cattolico non richiede, invece, troppo spazio, a mio avviso. Nella contemporaneità politica mondiale sono le maggioranze elettorali che fanno e disfano i partiti. Leader e minoranze attive operano al più come reagenti, in congiunture rade e impreviste (si pensi al caso di Bolzonaro, in Brasile). Inoltre, vi sono almeno tre livelli di significato della parola “cattolici” nel linguaggio storico-socio-politico che fluttuano e si avvicendano senza criteri rigorosi nel discorso pubblico:
a) i cattolici più comunemente indicati come tali, ancora oggi presenti nella politica italiana formale (parlamento, partiti e altri istituti e organi del sistema politico) e riconducibili alla matrice DC o alle organizzazioni di “azione cattolica”, con storico mandato gerarchico;
b) i cattolici individuati con queste termine perché appartenenti ad aggregazioni o istituzioni (parrocchie ad es.) della Chiesa e del “mondo cattolico” diverse da a);
c) i cattolici designati secondo l’accezione e l’estensione sia socioreligiosa sia pastorale come complesso dei comuni credenti, dei fedeli – di diversa intensità – attivi o non attivi politicamente, ma senza credenziali o tratti individuanti da “mondo cattolico”.
Noto che a+b costituisce quello che si chiama il “mondo cattolico”, spesso con la sovrapposizione di “mondo” e di “movimento”, ma, frequentemente, anche ciò che si chiama laicato cattolico democratico. Mentre a+b+c più i diversi cleri e la Chiesa ufficiale costituiscono l’intero, l’”ecclesiosfera”. secondo una proposta terminologica di Émile Poulat.
Curiosamente, dei comuni credenti cattolici, ossia delle maggioranze di praticanti o semi-praticanti che non appartengono alle filiere formative (salvo il catechismo) e prosociali e si orientano politicamente a modo loro, non si ha considerazione come “cattolici” in sede saggistica, giornalistica e storiografica. Da ciò tutti i possibili equivoci e illusioni, poiché, di fronte a questa maggioranza, solo una quota minoritaria di praticanti assidui, di “virtuosi” del sistema parrocchiale e prosociale, è sensibile alla politica per valori, nel solco delle tradizioni che dal Partito popolare arrivano alla Democrazia cristiana. Molti altri votano rigidamente, in quanto attratti da una politica per valori, a sinistra.
Una proposta di partito cattolico che miri ad una percentuale non risibile dovrebbe quindi rivolgersi anzitutto alla maggioranza dei credenti cattolici. E dovrebbe chiedersi seriamente perché questa area di comuni cittadini e comuni praticanti, approvi e voti prevalentemente politiche di centro-destra. Non risulta, fino ad oggi, che ciò che resta dell’area politica cattolica – cioè, all’incirca, dei “cattolici democratici” – si sia mai interrogata su questo dato. Chi lo fece negli anni Novanta scommise sulle forze intellettuali, morali ed elettorali aggregate attorno al Cavaliere; vi scommise come su un partito cattolico di tipo nuovo, anzitutto attento alle questioni sensibili. L’aggregato berlusconiano è dissolto, ma quella base elettorale resta ed è in larga parte quella di Salvini.
Che una minoranza di una minoranza residua delle eredità “democratiche” della DC pensi di fondare un partito cattolico sulla minoranza della minoranza di un elettorato, oggi probabilmente già disposto tra sinistre e Cinque stelle, mi pare anzitutto il frutto di una analisi politico-religiosa carente.
Non di ultima importanza, una considerazione: il partito cattolico è stata una geniale costruzione maggioritaria favorita da Chiesa e laicati cristiani in età liberale, di fronte e contro grandi partiti ideologici, alleati solo nell’anticlericalismo. Il suo compito storico – non senza dissenzienti – era confermare, nella modernità secolare, la cultura e le istituzioni sociali di una società a prevalenza cattolica e guidare democraticamente la nazione di conseguenza, favorendo, nel pluralismo, il ruolo di connettivo e guida morale della Chiesa. Compito difficile, messo alla prova, parzialmente realizzato, ora esaurito o non oltre realizzabile.
Per queste ragioni è da evitare la formula della “diaspora cattolica” dopo la DC. I grandi partiti cattolici sono, infatti, una creazione congiunturale, non l’espressione politica necessaria della “societas” dei credenti nei sistemi parlamentari. L’eventualità che le organizzazioni politiche e sindacali del movimento cattolico potessero, tra Otto e Novecento, divenire una rappresentazione partigiana della Chiesa produsse una tenace opposizione che nel suo fondo era dottrinale. Un partito è una parte, non lo è la Chiesa.
Oggi mancano alla Chiesa cattolica questi anticorpi. Il crogiolo delle “teologie politiche” liberazioniste – una radicale alterazione di ciò che nel dibattito teorico si intende per teologia politica – permette ad un pontefice di presentarsi come un capoparte universalistico (ben al di là delle modalità di un partito, anche di massa) in piena, disarmata, irrazionale, buona fede.
 Chiese sempre più vuote. Due inchieste choc negli Stati Uniti e in Italia
aereo
IN ITALIA
Anche in Italia i cattolici sono in declino. Lo prova l’ultima delle periodiche ricerche dell’IPSOS, il cui presidente Nando Pagnoncelli ne riferisce sull’ultimo numero di “Vita e Pensiero”, la rivista dell’Università Cattolica di Milano.
Rispetto a dieci anni fa, i cattolici impegnati, che frequentano almeno settimanalmente le funzioni religiose e prestano attività volontaria, sono calati di 2 punti e sono oggi il 9 per cento della popolazione.
I cattolici assidui, che frequentano le funzioni almeno una volta alla settimana ma non fanno volontariato, sono precipitati dal 21 al 14 per cento.
I cattolici tiepidi, che frequentano saltuariamente le funzioni religiose, sono diminuiti dal 39 al 34 per cento.
I cattolici non praticanti sono stabili, intorno al 12 per cento.
Mentre sono quasi raddoppiati coloro che si definiscono non credenti, dal 14 al 27 per cento degli italiani, con i picchi più alti tra i giovani – il 46 per cento tra i 18 e i 24 anni e il 39 per cento tra i 25 e i 34 anni – e tra i ceti più dinamici e istruiti, specie del Nord. I non credenti sono quindi oggi in Italia decisamente più numerosi dei cattolici che vanno a messa la domenica.
Quanto agli orientamenti politici, nelle elezioni europee della primavera del 2019 la Lega è stata il partito più votato dai cattolici praticanti, sia assidui, col 32,7 per cento dei voti, che saltuari, col 38,4 per cento.
Seguono il Partito democratico, col 26,9 per cento dei voti tra i praticanti assidui e col 20 per cento tra i saltuari, e il Movimento 5 Stelle, col 14,3 per cento tra gli assidui e il 18,9 per cento tra i non credenti.
Se si sommano i voti dati alla Lega, a Forza Italia e a Fratelli d’Italia, tra i cattolici il centrodestra è decisamente in testa, col 48,2 per cento tra i praticanti assidui e il 55,9 per cento tra i saltuari.
L’elevato gradimento espresso dai cattolici per il leader della Lega, Matteo Salvini, risulta legato prevalentemente ai temi dei migranti e della sicurezza. Scrive Pagnoncelli:
“Per quanto la Chiesa e il papa si siano esplicitamente e con fervore espressi per una politica di accoglienza sia pur ‘temperata’, anche tra i cattolici più assidui prevale un atteggiamento di condivisione delle politiche più restrittive. Nei momenti di intransigente chiusura dei porti praticata da Salvini, la maggioranza relativa dei cattolici impegnati, il 44 per cento, sposava la linea intransigente di impedire qualunque sbarco, consenso che arrivava alla maggioranza assoluta tra i cattolici assidui, col 51 per cento”.
Va notato che il fenomeno migratorio è influenzato da una percezione largamente distorta. Basti pensare che in media gli italiani ritengono che gli stranieri rappresentino il 30 per cento della popolazione residente, contro il 10 per cento reale, e che i musulmani siano il 20 per cento dei residenti, contro il 4 per cento effettivo.
In ogni caso, alla chiusura nei confronti dei nuovi arrivi si accompagnano rapporti sereni e civili con gli stranieri già presenti in Italia. “Questa ambivalenza di fondo – commenta Pagnoncelli – è ben rappresentata dalle mamme di una parrocchia del Nord Italia che sono solite trascorrere la domenica pomeriggio a cucire i vestitini per i bambini di famiglie straniere poco abbienti ma si dichiarano favorevoli alla linea della fermezza e alla chiusura dei porti e si esprimono con entusiasmo nei confronti di Salvini. Oppure all’attivista della Lega che si prodiga per cercare una camicia da notte e una vestaglia per una donna nigeriana sola e in procinto di partorire”.
In Italia, dunque, tra la Chiesa, il papa e i cattolici le opinioni non sono allineate, anche nei segmenti più praticanti. È un fenomeno che riguarda l’intero mondo occidentale, dove conta sempre di più l’opinione individuale. Anche quando si ascolta che cosa dice la Chiesa, la decisione la si prende da soli. Conclude Pagnoncelli:
“Fede e politica sono due frammenti di un’identità individuale multipla, frammenti che conformano sempre meno le opinioni e gli atteggiamenti dei credenti, che paiono essere lontani da una visione unica e coerente di se stessi. Questo passaggio, e la necessità di rapportarsi ad esso, è centrale anche per la Chiesa. E i cattolici sono parte di questa mutevole società”.
----------
In Italia, nel 2018, i matrimoni civili hanno anche sorpassato per la prima volta i matrimoni religiosi:
*
E intanto, nella patria di papa Francesco:

Etichette

7 segni1 Abbè Pierre1 abitudine1 aborto20 Abramo1 Accattoli2 accidia1 accoglienza8 adolescenti49 adozioni gay1 adulazione1 Aforismi17 agire1 aiutare1 Al centro l'amore35 Albini1 alfabeto1 Alfie2 allegria1 Alpha1 altruismo1 Amazzonia3 amicizia11 Amirante5 Ammaniti1 Amore74 Amoris laetitia6 Andreoli2 angelo custode3 anima3 animali1 animazione6 Anniversari30 Anno liturgico1 anziani6 apologetica3 app4 apparizioni4 Arcabas1 arcangeli2 archeologia1 Argentina1 arte22 Articoli20 Ascensione4 Assisi1 Assunta2 ateismo4 Atenagora1 Attanasio1 attesa1 audio2 Augias1 autorità1 avarizia1 Avvento26 azioni1 baby gang2 baciamano1 Baggio1 bambini19 Bannon1 Banzato1 Baricco1 Bassetti5 Battesimo4 Battesimo di Gesù3 Battiato1 Bauman3 beatitudini10 Becciu2 Beltrame1 Benedetto XVI22 benedizione4 Benigni10 Bianchi58 Bibbia45 Bibbiano2 Biffi1 Bignardi1 Bignoli1 Blade Runner1 blasfemia3 blog23 Bloom1 Bocelli2 Bonhoeffer1 Bose1 Botta9 Bova1 Brown1 Brunelli1 bullismo3 buon ladrone1 Busca1 Buttiglione1 caccia1 Cacciari2 Caffarra1 Calcio sociale1 Camilleri3 Camisasca1 cammini1 campi estivi5 Cana1 Candelora1 Cannes1 Canopi3 Cantalamessa9 Canti religiosi31 Cardenal1 carismi1 Caritas2 Carlo Acutis15 Carrere1 Carròn1 cartine1 Castellucci1 castità7 catacombe1 Catechesi93 Caterina1 cattonerd7 Caviezel1 Cazzullo2 CEI6 Celentano1 celibato7 Ceneri5 censura1 Cevoli1 Chapman1 Che Guevara1 Cheaib9 Chiara Corbella3 Chiara Lubich12 Chiara Luce Badano2 chierichetti1 Chiesa26 Chiesa e società30 Chittister1 chosen1 Christus vivit1 Ciardi2 Cinema82 Cirinnà1 citazioni80 CL1 clausura1 Coccopalmerio1 Coco1 collaboratori1 Comastri3 comunicazione2 comunità1 Comunità Giovanni XXIII1 Concilio1 conferenze3 Confessione12 consacrati1 consacrazione1 conversione1 convivenza2 cooperazione1 coronavirus35 Corpus Domini5 Corviale1 Corvo1 Cosentino5 covid197 creazione1 Credo3 cremazione3 Crepaldi1 Cresima4 CRIC2 crisi10 cristianofobia6 Cristicchi3 Cristo Re2 croce3 Crocefisso3 crociate2 Cultura12 cuore1 curia3 Curtaz2 D'Avenia21 Dalla2 David Buggi3 ddlzan3 De Donatis9 de Foucauld5 De Whol1 Debora Vezzani1 Debrel1 decalogo7 defunti8 degrado1 Delpini9 demografia2 denaro1 denatalità2 depressione1 desideri1 devianze4 devozioni3 dialogo2 dibattiti45 dicembre 20181 digiuno2 Dio4 Diocesi1 diritti umani1 disagio2 discernimento5 dissenso29 divorziati6 dj Fabo2 Doglio1 Dom Gréa2 domande1 domenica3 don Benzi1 don Bosco2 Don Camillo1 don Ciotti1 don Gatta1 don Leonardi13 don Luigi Verdi3 don Marco Pozza3 don Milani5 don Peppe Diana1 don Probo1 don Zeno1 donne e Chiesa6 Dossetti1 Dostoevskij1 down1 Draghi1 Dreher3 droga4 dvd1 e-book1 ecclesiologia di comunione1 ecologia4 economia6 ecumenismo6 edicola1 editoria1 educare18 Einstein1 Eli1 Emmaus2 emozioni1 Epicoco14 Epifania6 Ermes Ronchi6 esame di coscienza2 escatologia4 esegesi1 esercizi2 esorcismo3 estate4 Etty Hillesum2 Eucarestia7 Europa3 eutanasia17 evangelizzare3 Fabrizio Moro1 facebook3 fake11 famiglia40 Fano1 Farina1 Fatima6 Fazi2 Fazio1 fede16 felicità13 Fellini1 femminicidio2 femminismo1 Ferrero2 Fini1 Fittipaldi1 Fo1 Focolarini5 Follereau1 Fontana1 Fontanelle1 formazione1 foto1 Francesco226 fratel Biagio1 Fratelli tutti1 fraternità6 Frisina1 Fromm1 Fumagalli1 fumetti3 Galantino1 Galileo1 Galimberti1 Galli della Loggia6 Gandhi2 Garelli3 Gargiulo1 Gasparino2 Gaudete2 Gen Rosso1 gender13 genitori6 Gerusalemme1 Gesù25 Gesù Re1 Giaccardi1 Gianluca Firetti3 Gibran1 Gibson2 Giotto1 giovani69 Giovanni Battista2 Giovanni Paolo I1 Giovanni Paolo II11 Giovanni XXIII3 Gironda1 giubileo1 Giuda2 giudizio1 GMG11 gnosticismo1 Gramellini2 gregoriano1 grest12 Greta1 Grillo1 Grossman1 Grun1 Guareschi1 guerra Ucraina4 Gutierrez1 Guzzo1 Hadjadi3 Halloween5 Hargot3 Harry Potter1 Hexameron1 hikikomori2 Hill1 Hong kong1 Humanae vitae1 icone1 Il Regno1 Immacolata8 immagini53 immigrazione21 individualismo2 infedeltà1 inferno3 ingiustizia3 inquisizione1 interiorità2 internet12 Introvigne1 Isacco1 Islam1 Jean Venier1 Kasper1 Kilgour1 Kirill2 Koder2 Koll2 Konrad1 Kuby1 Ladaria1 laicismo4 Lambert1 Lambiasi1 lamentele1 Lasconi1 Laterano1 Law1 Le pen1 Leopardi1 letteratura5 letto15 Lewis2 liberazione2 libertà4 Libri151 Ligabue1 Lind1 Link2 liturgia53 Livatino1 Lonardo16 Loppiano1 Loreto1 Lorizio6 Lumini1 Lutero1 Luxuria1 M.L.King1 Madonna5 Madre Elvira1 Madre Teresa7 mafia5 Maggi20 MaggiLidia1 Magi1 Magister2 Magnificat1 Magris2 Mainetti1 malattia7 malattie spirituali3 male1 male innocente4 Manara1 Mancuso7 Manicardi2 Mannoia1 Manns1 Manzoni1 Maraini1 Marazziti1 Marco1 Marco Gallo1 Maria47 Mariani1 MariaVoce1 Marta e Maria1 Martin1 Martinelli1 Martini7 martiri5 Marzano3 mass media7 Mastracola1 maternità3 maternità surrogata3 Matino1 matrimonio28 Matteo A.8 Mazzolari7 media2 meditazioni2 Medjugorje12 Melloni1 Meloni2 Mencarelli1 Mentana1 Mercier1 Merini1 Messa16 Messale1 Messiah1 Messori3 miracoli5 Miriano13 Mirilli1 misericordia7 Missione7 MMSOTT20191 Molari1 Monda6 Monica Mondo1 morale6 morte2 movimenti1 Muller2 Murgia4 Musica39 Nadia Toffa1 Natale53 Natività di Maria1 Natuzza2 Negri1 Nembrini5 Neocatecumenali1 Newman2 no vax1 Noa1 non ti arrendere1 Normadelfia1 Notre Dame1 Novena5 Nuzzi3 Oceania1 Odifreddi1 odio2 Olmi2 olocausto1 omelia5 omelie164 omosessualità33 opzione Benedetto3 oratorio6 Ordine di Malta1 Oriente1 Orlandi1 oroscopo1 Oscar5 Oxfam1 p.Livio Falzaga3 pace8 Padre Livio2 padre Michal1 Padre nostro5 Padre Pino Puglisi1 Padre Pio1 Pagano1 Pagazzi1 Paglia3 Palme4 Palumbo2 pandemia8 Pannella1 Paolo VI2 papà2 paradiso1 Parigi1 Parola di vita38 parrocchia9 Pasqua30 passione6 pastorale31 paternità6 Pati Trigo1 patria1 Patriciello16 paura1 peccato originale2 pedofilia17 pelagianesimo1 Pelati1 Pell1 Pellai1 pellegrinaggi3 Pelligra1 pena di morte2 Pentecoste5 Percorsi1 perdono4 Personaggi45 pettegolezzo1 Piccolo1 Pietro e Paolo1 Pinocchio1 Pio XII2 podcast2 poesia3 polemiche87 Poli1 politica56 Polonia1 Poretti7 pornografia2 povertà3 prediche1 preghiera27 preghiere98 pregiudizi1 presepe7 Pro Vita4 profeti1 profezie2 Proietti1 Pronzato1 psicologia8 pubblicazioni59 Quaresima48 racconti5 radio2 Raggi1 Ravagnani6 Ravasi19 razzismo2 reali1 Recalcati8 relativismo2 religione9 religioni4 Repole1 report2 Riace1 Riccardi7 ricchezza10 Ricci1 Rivi1 RnS1 Rom2 Roma19 Romero2 Ronaldo1 rosario9 Rosini32 Ruini1 Rumiz1 Rupnik9 Sabattini2 sacerdoti31 sacramenti5 Sacro Cuore1 Sadhguru1 Saint-Exupery1 Salmi1 salvezza2 Salvini16 samaritana1 San Filippo Neri1 San Francesco9 San Francesco di Sales1 San Giovanni Crisostomo1 San Giovanni Evangelista1 San Giuseppe11 San Leone Magno1 San Martino1 San Paolo2 san Tommaso dìAquino1 Sanremo11 Sant'Agostino10 Sant'Egidio1 Santa Bernardette1 Santi31 santità16 Santo Sepolcro1 Santoro1 santuari3 Sarah2 sardine1 Sassoli1 Satana3 Savagnone1 Saviano3 sballo1 Scalfari4 scandali7 Scaraffia4 Schmitt2 scienza e fede9 Scifoni6 scisma2 Scola1 Scorsese3 scuola5 Scurati2 secolarizzazione2 Secondin1 segreti1 Semeraro1 sentenze1 Sequeri3 serie TV31 Serra2 sessualità64 Sesta3 sette1 Settimana santa4 sexting1 Silence2 Silone1 Silvia Romano3 simonia1 Sindone2 single1 sinodalità1 Sinodo15 Siti cattolici27 smartphone2 Snoopy1 Socci4 social4 società44 sociologia3 sondaggi1 Sorrentino1 Sosa1 Soul1 Spadaro5 speranza5 Spidlik1 spiritismo1 Spirito Santo17 Spiritualità81 Spoleto2 sport2 Springsteen1 Squid game1 Staglianò5 Staino2 Star wars1 Stark1 statistiche10 storia7 storicità2 streaming8 strumenti1 studente1 suicidio3 suor Faustina1 suore3 sussidi44 Tagle1 Tamaro3 Taylor1 teatro1 tentazioni7 teologia12 terremoto3 terrorismo3 Testimoni di Geova1 testimonianze18 The chosen2 Theobald1 Tolentino5 Tolkien1 Tolomeo1 Tonino Bello17 Tornatore1 Tornielli1 Tosatti2 Totti1 tradizione1 transessuali5 trasfigurazione4 trash1 trekking1 Triduo pasquale15 Trinità9 Trisulti1 Trump1 Turoldo3 TV29 Twenge1 twitter1 UCCR2 udienze1 unioni civili1 utero in affitto3 vacanze2 Valli5 Vallini1 Vangeli1 Vanier1 Vanni1 Vaticano6 veggenti5 Veltroni2 verità2 Veronesi1 Via Crucis10 Vialli1 Video117 Viganò3 vignette10 VIP2 virtù1 visto10 vita8 vita eterna5 vita religiosa11 vizi1 vocazioni9 volontariato2 voti1 Zanardi2 Zichichi1 Zingaretti1 Zuppi11
Mostra di più

Archivia

Mostra di più

Post popolari in questo blog

Principali VEGGENTI italiani viventi

Preghiere per i sacerdoti (di don Tonino Bello e di un anonimo)

Sussidi online per la Quaresima 2018

TRIDUO PASQUALE: il giovedì santo

Esorcisti italiani viventi