Salviamo il creato (a partire dagli oceani). La preghiera del mese di papa Francesco
Oggi, 1° settembre, si celebra la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato. Il papa ha diffuso la video-preghiera del mese con l'intenzione rivolta in particolare alla difesa degli oceani. Ecco il commento di Avvenire:
E su Vatican news:
È una «Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato» particolare quella che si celebra questa domenica. Istituita dal Papa nel 2015, l’iniziativa di quest’anno precede di poche settimane il Sinodo speciale dei vescovi su «Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per una ecologia integrale» che si terrà in Vaticano dal 6 al 27 ottobre e che vedrà appunto il tema del creato al centro dei lavori.A sottolineare ancora di più quanto papa Francesco tenga alla «conversione ecologica» della Chiesa, c’è il suo video-messaggio per presentare l’intenzione di preghiera del Pontefice per il mese di settembre, sulla protezione degli oceani, rilanciato dalla gesuitica Rete mondiale di preghiera del Papa diretta da padre Frédéric Fornos. «Preghiamo in questo mese perché i politici, gli scienziati e gli economisti lavorino insieme per la protezione dei mari e degli oceani» dice Bergoglio nel video, «la Creazione è un progetto dell’amore di Dio all’umanità» e oggi gli oceani, che custodiscono «la maggior parte dell’acqua del pianeta e anche la maggior varietà di esseri viventi», sono «minacciati da diverse cause». «La nostra solidarietà con la “casa comune” – insiste il Papa – nasce dalla nostra fede».Quella che vuole Francesco è un’attenzione ecologica ed ecumenica insieme. Oggi prende infatti il via anche «Tempo del Creato», iniziativa condivisa dalla Comunione anglicana, dalla Federazione mondiale luterana, dal Consiglio mondiale delle Chiese e dall’Alleanza evangelica mondiale e dalla Chiesa cattolica. Si tratta di un mese di «preghiera e di azione» per il Creato che terminerà il 4 ottobre, festa di san Francesco d’Assisi. Il sito SeasonOfCreation.org offre risorse e idee per partecipare.Promotori in ambito cattolico sono in special modo il Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale insieme al Movimento cattolico mondiale per il clima e alla Rete ecclesiale panamazzonica. In una lettera inviata dal Dicastero vaticano ai vescovi del mondo lo scorso giugno, si ricorda che la scelta del 1° settembre come Giornata di preghiera per il Creato nasce nel mondo ortodosso, fu un’idea dell’allora patriarca di Costantinopoli Dimitrios nel 1989. È un comitato direttivo ecumenico a suggerire ogni anno un tema per la celebrazione. Quello per il 2019 è «La rete della vita», con riferimento alla biodiversità.E alla biodiversità è dedicato infine anche il messaggio per la Giornata nazionale per la custodia del Creato da parte della Conferenza episcopale italiana (la Giornata è oggi, appunto, ma la celebrazione nazionale si svolgerà domenica prossima e sarà ospitata dalla diocesi di Cefalù). «Quante sono le tue opere, Signore (Salmo 104, 24). Coltivare la biodiversità» è il titolo ufficiale.Nel loro messaggio i vescovi scrivono che è «importante favorire le pratiche di coltivazione realizzate secondo lo spirito con cui il monachesimo ha reso possibile la fertilità della terra senza modificarne l’equilibrio». Ed entrano nello specifico, quasi nel tecnico: «Sarà necessario utilizzare nuove tecnologie orientate a valorizzare, per quanto possibile, il biologico. Sarà altresì importante conoscere e favorire le istituzioni universitarie e gli enti di ricerca, che studiano la biodiversità e operano per la conservazione di specie vegetali e animali in via di estinzione.Si tratterà, ancora, di opporsi a tante pratiche che degradano e distruggono la biodiversità: si pensi al land grabbing, alla deforestazione, al proliferare delle monocolture, al crescente consumo di suolo o all’inquinamento che lo avvelena; si pensi altresì a dinamiche finanziarie ed economiche che cercano di monopolizzare la ricerca (scoraggiando quella libera) o addirittura si propongono di privatizzare alcune tecno-scienze collegate alla salvaguardia della biodiversità».
“Preghiamo in questo mese perché i politici, gli scienziati e gli economisti lavorino insieme per la protezione dei mari e degli oceani”. E’ l’esortazione che Papa Francesco leva nel video-messaggio per l’intenzione di preghiera del mese di settembre. Il Pontefice ricorda che “la Creazione è un progetto dell’amore di Dio all’umanità”, e che oggi gli oceani, che custodiscono “la maggior parte dell’acqua del pianeta e anche la maggior varietà di esseri viventi”, sono “minacciati da diverse cause”. “La nostra solidarietà con la ‘casa comune’ – insiste – nasce dalla nostra fede”.
La costante attenzione del Papa per l’ambiente
Padre Frédéric Fornos, direttore internazionale della Rete mondiale di preghiera del Papa, che include il Movimento eucaristico giovanile, ricorda che lo scorso anno, in occasione della Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato (#SeasonOfCreation), Papa Bergoglio si era soffermato sulla “questione dell’acqua”, con particolare riguardo ai mari e agli oceani, la cui custodia “rappresenta oggi una responsabilità ineludibile”. “Non possiamo permettere che i mari e gli oceani – si legge nel Messaggio del Pontefice – si riempiano di distese inerti di plastica galleggiante. Anche per questa emergenza siamo chiamati a impegnarci, con mentalità attiva, pregando come se tutto dipendesse dalla Provvidenza divina e operando come se tutto dipendesse da noi”.
Il polmone blu del mondo
Il video-messaggio di Papa Francesco per settembre affronta la grave sfida che rappresenta la protezione degli oceani. Il fitoplancton oceanico, infatti, è responsabile della produzione di oltre la metà dell’ossigeno del pianeta. L’edizione di questo mese è stata una co-produzione tra Yann Arthus-Bertrand e il suo team Hope Production, l’agenzia La Machi - Comunicazione per la buone cause e Vatican Media. Questo contributo, inoltre, viene lanciato nell’ambito della celebrazione ecumenica annuale “Il Tempo del Creato”.
Il mare soffocato dalla plastica
Ogni anno, oltre 8 milioni di tonnellate di plastica si riversano negli oceani, causando, tra le altre cose, la morte di circa 100.000 specie. L’inquinamento marino dovuto alla plastica è un problema globale e transfrontaliero, che richiede una responsabilità condivisa e un approccio comune. Nei suoi “Obiettivi di sviluppo sostenibile”, le Nazioni Unite si sono poste diversi obiettivi per contrastare questa situazione, consapevole che gli oceani forniscono risorse naturali fondamentali come cibo, medicine, biocarburanti e altri prodotti; contribuiscono alla decomposizione molecolare e all’eliminazione dei rifiuti e dell’inquinamento; e i suoi ecosistemi costieri agiscono da ammortizzatori per ridurre i danni causati dalle tempeste.