Due vignettisti "religiosi" spagnoli: Pati Trigo, e Patxi Velasco Fano
La prima è una illustratrice di cui ci parla Aleteia, il secondo - più noto - da anni pubblica le sue vignette sul Vangelo domenicale sul sito della sua diocesi di Malaga e da lì rimbalzano in tutto il mondo (ce ne parla Il Bollettino Salesiano con un articolo di qualche anno fa).
Pati Trigo, una giovane spagnola di 25 anni, ha saputo trasferire in immagini la sua fede, e lo ha fatto con dei disegni che si stanno diffondendo a macchia d’olio sulle reti sociali.Hanno un tratto allegro, apparentemente semplice, e soprattutto autentico.Nella foto del suo profilo Instagram appare una bambina che ride mano nella mano a un uomo e una donna. I suoi genitori, penserete. Avvicinandosi all’immagine ci si rende conto che sono Gesù crocifisso e la Vergine.
Pati spiega la sua vita di fede tra disegni di Topolino, figure dei fumetti simili ai manga giapponesi e illustrazioni con un tocco di glamour.
Fatima, prima e dopo
Pati è rimasta sorpresa quando nel maggio scorso ha postato un’immagine della Madonna di Fatima che abbracciava una bambina. In realtà illustrava se stessa, e ha scritto: “MADONNA DI FATIMA, guardami! (Se tu mi guardi, anche Lui mi guarderà! Maria, coprimi con il tuo manto, perché ho paura, non so pregare!)”
Quel disegno ha ricevuto migliaia di cuori ed è stato condiviso moltissimo, come anche un’immagine originale della Sacra Famiglia, che è come se la immagina, o la Madonna che abbraccia quella ragazza: “Riassunto del mio mese di maggio (e un emoticon con un mazzo di fiori)”
Da bambina disegnava scene Disney
Pati Trigo appartiene a una famiglia numerosa di 10 fratelli, e ha scoperto la passione per il disegno quando era piccola. Davanti alla televisione, lei e i suoi fratelli mettevano in pausa una scena della Disney e la disegnavano. È iniziato tutto così.
Pati è creativa e versatile, ha studiato Pubblicità e Relazioni Pubbliche e usa molto Instagram.
Con la Vergine si arriva più rapidamente a Gesù
“Ultimamente mi costa e ho dei dubbi di fede, prego ma cado molto”, ha spiegato qualche giorno fa all’emittente di radio Cope.
“Qualche mese fa sono andata a Fatima con la parrocchia, e la Madonna di Fatima mi ha aiutato molto. È stato come un campanello d’allarme della Vergine che mi diceva: ‘Pati, è fantastico che tu stia cercando Dio qui, ma da sola non ce la fai, con me arriverai più rapidamente’”.
“Quel fine settimana – precedente al 13 maggio, festa della Madonna di Fatima – sono scappata a fare qualche giorno di pellegrinaggio, mio zio celebrava la Messa e ha spiegato questa idea per la quale la Vergine Maria è la via più breve per arrivare a Dio. Nella Messa di quel giorno hanno cantato la canzone ‘Maria, guardami’. L’ho sentita mille volte, ma in quell’occasione mi ha colpito molto”.
In rete, intanto, cresce il numero dei suoi followers nei cinque continenti.
Fano
È il più conosciuto dei disegnatori “di Dio” del mondo. I suoi disegni per la liturgia domenicale sono pubblicati e usati in tutte le nazioni e tutti i cristiani li comprendono. Comunicano il messaggio cristiano e fanno riflettere. Anche perché nascono dalla fantasia di un uomo autenticamente appassionato del Vangelo.
Può presentarsi?
Sono Patxi Velasco Fano. Appongo in calce ai miei disegni la firma “Fano”. È il cognome di mia madre, che si chiama Fe (in spagnolo “Fe” significa “Fede”) Fano. Posso dunque dire che sono sicuramente “figlio della Fede”. Sono nato in una famiglia numerosa, che mi ha dato tante cose. Sono sposato con Susana. Ci siamo conosciuti in parrocchia, nel coro. Lei cantava e suonava la chitarra. Dio ci ha uniti e abbiamo tre bellissimi bambini: Judit, Javi e Ángeles. Sono insegnante e considero il mio lavoro un altro dono. Insegno presso l'istituto “María de la O”, una scuola elementare caratterizzata dall'emarginazione e dalla povertà, ma piena di vita, gioia e speranza nonostante le difficoltà.
È diventato famoso disegnando il Vangelo. Quali sentimenti suscita in lei questa realtà?
Provo gratitudine per questa grazia che Dio ha voluto donarmi. Disegno a casa, su un tavolino con un computer e Dio ha voluto che questa piccola attività fosse come un granello di senape che, affidato alle sue mani e guidato dal suo Spirito, porta frutti che non mi appartengono. Prego che tutto proceda per la gloria di Dio.
Alcuni osservano che i suoi disegni sono infantili, non adatti agli adulti.
Ciò che conta non è la forma, ma la sostanza. Il Vangelo è la Bella Notizia e chi la annuncia deve solo trasmetterla. La Parola di Dio trasforma. Usiamo tutte le lingue e tutte le modalità espressive, ma non perdiamo la radice, l'essenza. È bello che diventiamo come bambini per avvicinarci alle cose di Dio.
In che modo il disegno di ispirazione religiosa è entrato nella sua vita?
Nella scuola in cui lavoro insegno religione. Tutti gli allievi sono rom. Il livello di apprendimento e le capacità di lettura sono molto bassi. Per le lezioni, realizzo personalmente il materiale servendomi di molti disegni. Ho cominciato a disegnare per questo. È bello disegnare per presentare un messaggio alle persone più semplici: “Annuncia la Bella Notizia ai poveri”. Sono poi arrivati Internet e la rivista diocesana, e di là le mie creazioni sono state diffuse in tutto il mondo.
Ci dica qualcosa sulla sua “fonte di ispirazione”.
Gesù è la fonte da cui proviene l'acqua che disseta la mia vita. Gesù è un tesoro inesauribile. Ci ha parlato e continua a parlare con noi. È “una lotteria”. È bello avere “il wi-fi” dello spirito che ci collega al Padre con la “massima copertura”. Il segreto dell'ispirazione è mettersi alla sua presenza e pregare.
Oltre a disegnare che lavoro svolge?
Sono un insegnante di sostegno. Attualmente sono direttore della Scuola e lavoro con un'équipe di insegnanti sempre attenti e disponibili, impegnati a lavorare con bambini e bambine che vivono situazioni molto dolorose di povertà e di esclusione.
Risponda senza pensarci troppo: Gesù nella sua vita è...
Colui che mi accompagna, che insegna e, soprattutto, mi dà la forza di portare avanti il mio compito. Il segreto del nostro rapporto è l'Eucaristia, il tabernacolo.
I suoi disegni sono sul sito della Diocesi di Málaga. È un caso?
La Chiesa è la mia casa, appartengo a una comunità cristiana (la Comunità Maria di Nazareth). Si tratta di una comunità di giovani che abbiamo educato e adesso si arricchisce di bambini. Siamo famiglie che fanno parte della grande famiglia che è la Parrocchia “Parroquia de la Amargura”. È una parrocchia della Diocesi al servizio della Diocesi. Per questo la Diocesi è la sede migliore per condividere i disegni.
Lei è marito e padre di tre figli...
Questo è il compito più importante che mi sia stato affidato. Chiedo a Dio di concedere ai miei figli la grazia della fede e spero che i miei figli apprezzino questo dono e ne facciano buon uso. Susana e io facciamo grande affidamento sulla nostra famiglia e sulla comunità, con cui condividiamo speranze e preoccupazioni.
Lei conosce don Bosco. Che cosa la affascina di lui?
Mio padre è un exallievo dei Salesiani e quando torna nella sua regione di origine (le Asturie) è felice di andare a trovare i suoi antichi compagni di classe e ricordare le “avventure” scolastiche che hanno condiviso. Di don Bosco amo la scelta a favore degli ultimi e la pedagogia ispirata all'impegno nel lavoro, l'interesse per la musica... Don Bosco è sempre “innovazione educativa”.
Quando e come prega?
Prego in molti modi. Nella nostra comunità sono diffuse alcune preghiere per offrire la giornata e per concluderla. Abbiamo anche l'abitudine di recitare l'Angelus e rimaniamo in contatto tramite WhatsApp. Nei momenti di difficoltà recito il Rosario e spesso prego con applicazioni di WhatsApp come “Sto pregando”, che consiglio.
Ritiene di essere un evangelizzatore?
Sì. Penso che questa sia la missione di ogni cristiano. Voglio essere un evangelizzatore in tutto quello che faccio e non solo con i disegni. Apprezzo molto queste parole di Santa Teresa: “Fare l'ordinario in modo straordinario”. Ci si può riferire ad attività comuni, come fare il bucato o stendere gli indumenti ad asciugare. È un bel modo per sentirsi alla presenza di Dio e per annunciare e accogliere il Regno dei Cieli.
Ha notato che lo stile del suo disegno è cambiato, con l'approfondimento della sua fede?
Quando firmo i miei disegni, accanto alla firma tratteggio sempre alcune farfalle. All'inizio ne disegnavo solo una (Susana), poi ne ho aumentato il numero, quando sono nati i miei figli. I miei disegni sono cambiati in questo senso. Per quanto riguarda l'approfondimento della fede, devo tenere conto della dimensione universale della Chiesa. Prima le mie creazioni avevano un carattere prevalentemente locale. Adesso voglio essere più sensibile alla ricchezza e alle diverse caratteristiche della Chiesa, in modo che tutti comprendano.
Qualcosa che non le ho domandato e che vorrebbe dire...
Il disegno mi ha permesso di conoscere una Chiesa ricca di tanti doni diversi. Noi siamo una famiglia. Non ci sono distanze tra noi. Non ci conosciamo, ma svolgiamo insieme un compito; siamo fratelli. Camminiamo insieme.
Sono Patxi Velasco Fano. Appongo in calce ai miei disegni la firma “Fano”. È il cognome di mia madre, che si chiama Fe (in spagnolo “Fe” significa “Fede”) Fano. Posso dunque dire che sono sicuramente “figlio della Fede”. Sono nato in una famiglia numerosa, che mi ha dato tante cose. Sono sposato con Susana. Ci siamo conosciuti in parrocchia, nel coro. Lei cantava e suonava la chitarra. Dio ci ha uniti e abbiamo tre bellissimi bambini: Judit, Javi e Ángeles. Sono insegnante e considero il mio lavoro un altro dono. Insegno presso l'istituto “María de la O”, una scuola elementare caratterizzata dall'emarginazione e dalla povertà, ma piena di vita, gioia e speranza nonostante le difficoltà.
È diventato famoso disegnando il Vangelo. Quali sentimenti suscita in lei questa realtà?
Provo gratitudine per questa grazia che Dio ha voluto donarmi. Disegno a casa, su un tavolino con un computer e Dio ha voluto che questa piccola attività fosse come un granello di senape che, affidato alle sue mani e guidato dal suo Spirito, porta frutti che non mi appartengono. Prego che tutto proceda per la gloria di Dio.
Alcuni osservano che i suoi disegni sono infantili, non adatti agli adulti.
Ciò che conta non è la forma, ma la sostanza. Il Vangelo è la Bella Notizia e chi la annuncia deve solo trasmetterla. La Parola di Dio trasforma. Usiamo tutte le lingue e tutte le modalità espressive, ma non perdiamo la radice, l'essenza. È bello che diventiamo come bambini per avvicinarci alle cose di Dio.
In che modo il disegno di ispirazione religiosa è entrato nella sua vita?
Nella scuola in cui lavoro insegno religione. Tutti gli allievi sono rom. Il livello di apprendimento e le capacità di lettura sono molto bassi. Per le lezioni, realizzo personalmente il materiale servendomi di molti disegni. Ho cominciato a disegnare per questo. È bello disegnare per presentare un messaggio alle persone più semplici: “Annuncia la Bella Notizia ai poveri”. Sono poi arrivati Internet e la rivista diocesana, e di là le mie creazioni sono state diffuse in tutto il mondo.
Ci dica qualcosa sulla sua “fonte di ispirazione”.
Gesù è la fonte da cui proviene l'acqua che disseta la mia vita. Gesù è un tesoro inesauribile. Ci ha parlato e continua a parlare con noi. È “una lotteria”. È bello avere “il wi-fi” dello spirito che ci collega al Padre con la “massima copertura”. Il segreto dell'ispirazione è mettersi alla sua presenza e pregare.
Oltre a disegnare che lavoro svolge?
Sono un insegnante di sostegno. Attualmente sono direttore della Scuola e lavoro con un'équipe di insegnanti sempre attenti e disponibili, impegnati a lavorare con bambini e bambine che vivono situazioni molto dolorose di povertà e di esclusione.
Risponda senza pensarci troppo: Gesù nella sua vita è...
Colui che mi accompagna, che insegna e, soprattutto, mi dà la forza di portare avanti il mio compito. Il segreto del nostro rapporto è l'Eucaristia, il tabernacolo.
I suoi disegni sono sul sito della Diocesi di Málaga. È un caso?
La Chiesa è la mia casa, appartengo a una comunità cristiana (la Comunità Maria di Nazareth). Si tratta di una comunità di giovani che abbiamo educato e adesso si arricchisce di bambini. Siamo famiglie che fanno parte della grande famiglia che è la Parrocchia “Parroquia de la Amargura”. È una parrocchia della Diocesi al servizio della Diocesi. Per questo la Diocesi è la sede migliore per condividere i disegni.
Lei è marito e padre di tre figli...
Questo è il compito più importante che mi sia stato affidato. Chiedo a Dio di concedere ai miei figli la grazia della fede e spero che i miei figli apprezzino questo dono e ne facciano buon uso. Susana e io facciamo grande affidamento sulla nostra famiglia e sulla comunità, con cui condividiamo speranze e preoccupazioni.
Lei conosce don Bosco. Che cosa la affascina di lui?
Mio padre è un exallievo dei Salesiani e quando torna nella sua regione di origine (le Asturie) è felice di andare a trovare i suoi antichi compagni di classe e ricordare le “avventure” scolastiche che hanno condiviso. Di don Bosco amo la scelta a favore degli ultimi e la pedagogia ispirata all'impegno nel lavoro, l'interesse per la musica... Don Bosco è sempre “innovazione educativa”.
Quando e come prega?
Prego in molti modi. Nella nostra comunità sono diffuse alcune preghiere per offrire la giornata e per concluderla. Abbiamo anche l'abitudine di recitare l'Angelus e rimaniamo in contatto tramite WhatsApp. Nei momenti di difficoltà recito il Rosario e spesso prego con applicazioni di WhatsApp come “Sto pregando”, che consiglio.
Ritiene di essere un evangelizzatore?
Sì. Penso che questa sia la missione di ogni cristiano. Voglio essere un evangelizzatore in tutto quello che faccio e non solo con i disegni. Apprezzo molto queste parole di Santa Teresa: “Fare l'ordinario in modo straordinario”. Ci si può riferire ad attività comuni, come fare il bucato o stendere gli indumenti ad asciugare. È un bel modo per sentirsi alla presenza di Dio e per annunciare e accogliere il Regno dei Cieli.
Ha notato che lo stile del suo disegno è cambiato, con l'approfondimento della sua fede?
Quando firmo i miei disegni, accanto alla firma tratteggio sempre alcune farfalle. All'inizio ne disegnavo solo una (Susana), poi ne ho aumentato il numero, quando sono nati i miei figli. I miei disegni sono cambiati in questo senso. Per quanto riguarda l'approfondimento della fede, devo tenere conto della dimensione universale della Chiesa. Prima le mie creazioni avevano un carattere prevalentemente locale. Adesso voglio essere più sensibile alla ricchezza e alle diverse caratteristiche della Chiesa, in modo che tutti comprendano.
Qualcosa che non le ho domandato e che vorrebbe dire...
Il disegno mi ha permesso di conoscere una Chiesa ricca di tanti doni diversi. Noi siamo una famiglia. Non ci sono distanze tra noi. Non ci conosciamo, ma svolgiamo insieme un compito; siamo fratelli. Camminiamo insieme.