L’importante (nell'amore) è divertirsi?
Non è difficile trovare esempi di come il mondo
dei mass media ha da anni portato avanti l’idea che il rapporto sessuale sia
solo un “gioco” che dona piacere. Era il 1978 quando venne presentata la
canzone “Tanti auguri”, cantata con
successo dalla nazional-popolare Raffaella Carrà. “Come è bello far l’amore da
Trieste in giù”, era il ritornello tormentone di una canzone che descriveva i
costumi di una donna libera e indipendente: “Sono un cuore vagabondo che di
regole non ne ha. (…) L'importante e farlo sempre con chi hai voglia tu.
E se ti lascia lo sai che si fa: trovi un altro più bello che problemi non ha”.
In tempi più recenti, ma sempre in ambito pop, troviamo
una canzone dei Neri per caso (“Sentimento pentimento”, del 2006) che ci presenta la sessualità
come qualcosa di simpatico, rilassato, lieve, senza problemi: “In fondo, quando
c’è sentimento non c’è mai pentimento. Tutto gira intorno al sesso, perché il
sesso tira su, bisogna farlo spesso, non esistono tabù. Fare sesso è naturale e
fa bene ad ogni età. Non c’è niente di immorale e beato chi lo fa”. Qualche
problema lo esprime il più maturo (per lo meno per età) Ligabue che in “Libera nos a malo” (1991) si rivolge in modo un po’
surreale alla madre: “Oh mamma mamma, cosa ho fatto? Sono scivolato ancora
dentro un letto. Mamma mamma, mi hanno creato tutto sbagliato (…) Mamma non
riesco a capire il mio peccato. Libera nos a malo. Però il mio male quale è?”. Lei
stava bene, io stavo bene. Dov’è il mio peccato?
Passando
al contenuto “giovanil-popolare” dei film e delle serie televisive[1],
dei romanzi e dei videoclip delle
canzoni, il contenuto è pressoché modellato sull’ideale imperante nel mondo
occidentale: vivi serenamente la tua sessualità, in qualsiasi modo senti di
volerla esprimere, con chiunque ti aggrada (magari con un pizzico di sentimento
ad accompagnare l’attrazione), e nel modo che preferisci.
E la
sofferenza di chi si sente tradito o si sente incapace di amare come vorrebbe?
Ferito dagli altri o non amato o non contraccambiato? Vuoto e dolorante dopo
una serata di eccessi tra alcool e droghe che non lasciano neanche il ricordo
di quanto è avvenuto? Pieno di ira e di sentimenti violenti dopo l’ennesima
lite avvenuta con chi “ami”? Invischiato e incapace di liberarsi da una storia
che sembrava amore, ma è diventata solo sesso? Certo la musica, i film e i
romanzi sono pieni anche di esempi di amori difficili, tormentati, tragici. Ma
quali ideali trasmettono?
Il
mondo delle star trasmette quanto essi concretamente vivono o vorrebbero
vivere: una sessualità ludica, edonistica, narcisistica e senza responsabilità.
Questo stile risulta attraente e di facile presa e successo. Dietro una patina
di successo, ricchezza e potere troviamo spesso tanta superficialità e
narcisismo: è importante essere belli e affascinanti; predomina l’apparire
all’essere. Tante depressioni, dipendenze ed eccessi, tanti suicidi che
coinvolgono le star non stanno forse a mostrare il vuoto e l’angoscia che si
cela dietro il successo e la “fortuna” di cui godono? Quante relazioni si
sfasciano in maniera ricorrente e con
strascichi di violenza e sofferenza?
Ho
trovato interessante (e anomalo) “Noi
siamo infinito” (Usa 2012), un film “giovanilistico” che racconta la storia
di un adolescente con problemi mentali e un passato segnato da problemi
familiari. Dopo molte difficoltà, riesce finalmente a farsi degli amici anche
loro problematici, come dimostra la battuta della co-protagonista: “Benvenuto
tra i giocattoli difettosi”. Il difetto dell’amica è quello di non saper
gestire la propria sessualità, di cadere nelle braccia di chi non la merita e a
breve la ferirà, così come accade da anni, a partire da una violenza sessuale
che ha subito da bambina. Significativamente chiede: “Perché io e quelli che
amo scegliamo persone che ci trattano come fossimo nulla?”. Perché – risponde
una delle poche figure adulte positive del film - “Accettiamo l'amore che
pensiamo di meritare”. E’ lo slogan più volte ripetuto nel film ed è, a mio
avviso, un messaggio condivisibile: se prendessimo consapevolezza di valere
molto (per lo meno agli occhi di Dio che ci ama in maniera smisurata e senza
meriti), di essere unici nel mondo (una persona come noi, con le stesse
caratteristiche non comparirà più nella faccia della terra), di avere un tesoro
prezioso da offrire contenuto in un vaso fragile, allora potremmo evitare di
accettare rimasugli di amore e di vita, scampoli di tenerezza e di
progettualità, per tendere a (e di conseguenza a-tendere) qualcuno che ci
meriti e ci ami davvero e che sentiamo di voler amare[2]. Questa è
l’avventura più preziosa e sognata da tutti, ma raramente vissuta e non mi
riferisco al mito del principe azzurro e della fata turchina dove tutti vissero
felici e contenti: “L’amore non è vivere sempre felici e contenti, quella è una
favola. L’amore è saper affrontare insieme la vita” (S. Stremiz).
[1] Istruttiva per capire la mentalità dominante è la
serie televisiva statunitense “Sex and
the city” trasmessa dal 1998 al 2004.
[2] Un’altra battuta memorabile la troviamo nel film americano God’s
not dead (Dio non è morto, 2015) dove il pastore della chiesa evangelica
afferma: “Per la persona sbagliata non sarai mai abbastanza, ma per la persona
giusta significherai tutto”.