Un libro che vorrei leggere: "Rivoluzione sessuale globale. Distruzione della libertà nel nome della libertà"
Ne parla il sito web "Libertà e Persona":
La Nuova Bussola Quotidiana scrive:(...) E’ stata da poco tradotta in italiano la più vasta e documentata indagine sulla genesi, sui contenuti e gli effetti di questa pericolosissima rivoluzione epocale (cf. Gabriele Kuby, Rivoluzione sessuale globale. Distruzione della libertà nel nome della libertà, Sugarco, Milano 2017, pp. 350, € 25).Frau Gabriele (Gabriella) Kuby è una sociologa tedesca, madre di tre figli, che da decenni studia con acume e impegno la natura della cosiddetta sessualizzazione delle masse: sessualizzazione che all’inizio fu vissuta come un ideale rivoluzionario da parte dei giovani sessantottini di sinistra, ma che poi è dilagata (specie negli anni 70) come moda eterodiretta dall’alto, con la chiara volontà di sovvertire la morale cristiana e scardinare la famiglia, in nome della tolleranza, del progresso e della assoluta libertà.La Kuby mostra bene come la sessualità umana abbia un senso profondo ed un ruolo specifico voluto dal Creatore, con il duplice fine di moltiplicare la specie (aumentando il numero degli eletti) e favorire altresì l’unione intima e indissolubile degli sposi. Parole queste ultime che debbono parere medioevali ai lettori di più avanzata sensibilità…Ora, la rivoluzione sessuale globale descritta e denunciata dall’Autrice, tende ad erotizzare tutti i rapporti sociali (sabotando così il nobile sentimento dell’amicizia…) e parallelamente a giustificare tutte le aberrazioni morali, possibili ed immaginabili, in nome della libertà. Se l’unicità del matrimonio tradizionale eterosessuale è contestata in nome del sentimento amoroso, cosa dire alle coppie poligame? Anche un uomo e tre donne in teoria sono capaci di amarsi. E se due fratelli si amano, in nome di cosa vietargli il diritto al “matrimonio per tutti”? E se io amo il mio gattino, e ciò non può essere messo in dubbio da alcuno, perché volermi discriminare e non inserire nei pubblici registri questo mio nobile sentimento? D’altra parte, come insegna il Maestro, “chi fa il peccato è (diviene) schiavo del peccato” (Gv 8,34).In nome della libertà (assoluta), l’essere umano tende oggi a divenire meno libero e più schiavo: delle passioni malsane, della sessualità sregolata (che lo porta spesso ad abbandonare i figli), della prostituzione, della pornografia e di tutte le diavolerie usate dal Sistema per fiaccare lo spirito dei popoli.Ma a fronte di questa decadenza della civiltà, c’è chi dice NO!Il libro della Kuby, che va tenuto in prima fila nelle biblioteche domestiche, si avvale di una introduzione del card. Carlo Caffarra, da poco scomparso, e da sempre in prima linea nella difesa della famiglia, della morale evangelica e del vero bene delle nuove generazioni.Noi non disponiamo dello spazio per recensire come meriterebbe questa mina di informazioni che però è bene conoscere e far conoscere attorno a sé. Forse il punto più importante e più dolente del libro è quello sul ruolo a dir poco nefasto delle pubbliche istituzioni in questa Rivoluzioni globale, meticolosamente diffusa a base di teoria del gender, omosessualismo sbandierato e propagandato per ogni dove, transessualismo, aborto, divorzio sprint, etc.L’Onu e le sue agenzie stanno caricandosi, davanti alla storia e allo sguardo attento del Signore, di atroci responsabilità. Ma tutti devono sapere come la pensa Gesù: “Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina da asino, e fosse gettato negli abissi del mare” (Mt 18,6).Sarebbe meglio quindi che il fautore di perversione subisse una pena mortale (e transitoria) qui in terra, piuttosto che le pene eterne rigorosamente meritate.
(...) La Kuby è una delle più acuminate penne pro-life, pro-family e anti-gender in circolazione. Soprattutto è lucidissima nel descrivere i collegamenti fra rivoluzione sessuale, pornografia, femminismo, omosessualismo, trangenderismo e distruzione della famiglia. Di suo, in italiano, il pubblico ha già potuto apprezzare Gender revolution. Il relativismo in azione (trad. it. Cantagalli, Siena 2009) e Only you. Diamo un’occasione all’amore (Lindau, Torino 2010). Questo nuovo libro, che compare per la prima volta in italiano, offre la traduzione della sesta edizione riveduta e attualizzata di un testo uscito originariamente in Germania nel 2012 e da allora pubblicato in diverse lingue.
Come sintetizza il presidente di Pro Vita, Toni Brandi, nella Postfazione, gira tutto attorno a un paradosso: la libertà che rende schiavi. Ovviamente la libertà impazzita, precisa il cardinale Carlo Caffarra (1938-2017) nell’Introduzione, e «l’opera della libertà impazzita ha una precisa strategia, perché ha una regia mondiale che la guida e la governa. Quale strategia? Quella del grande Inquisitore di Dostoevskij. [...] La strategia è chiara: dominare l’uomo facendosi alleato un suo istinto di base. Il nuovo Grande Inquisitore non ha cambiato strategia». Questa libertà impazzita, conclude il cardinale, è dunque in realtà l’«[...] eutanasia della libertà» perpetrata, spiega il filosofo e teologo cattolico tedesco Robert Spaemann nella Prefazione, attraverso una ri-educazione totale che «[...] riguarda in ultima analisi la liquidazione di ciò che da tempo immemorabile abbiamo la bella abitudine di chiamare “essere umano” e “natura umana”». Quel che infatti la rivoluzione sessuale globale pretende è che «[...] dovremmo emanciparci dalla nostra stessa natura». Fine dell’uomo e nascita del post-uomo.
Nell’età moderna, accovacciandosi dietro e annidandosi dentro l’ideologia unica e gnostica della modernità - che solo per confondere e colpire si dissimula in filoni e scuole in sostanziale sì, ma sempre funzionale lotta fra loro -, il progetto della rivoluzione sessualista e pansessualista si sviluppa in un disegno universale. Inizia infatti con la madre di tutte le ideologie e di tutte le ideocrazie contemporanee, ovvero la Rivoluzione Francese, e, per quanto ci sembri già di averne viste di tutti i colori, di guasti e di danni ne ha in serbo ancora parecchi. I suoi alfieri nei secoli sono i vari Jean-Jacques Rousseau e Charles Fourier, Karl Marx e Friedrich Nietzsche, Sigmund Freud e Carl Gustav Jung, Wilhelm Reich e Alfred Kinsey, John Money e Margaret Sanger, Jack Kerouac e Simone de Beauvoir. Ce ne sono molti altri, sia di famosi sia di meno noti, ma ciò che li accomuna è la dissolutezza ragionata sia di quanto hanno predicato sia delle vite che hanno condotto, o quantomeno di come sono andate a finire. Droghe, alcool, pazzia, occultismo, suicidio. Eccolo qui il diavolo del proverbio bavarese, prodigo con i suoi, ma sempre a carissimo prezzo. Un nome di tutto questo? Disordine. Disordine vissuto interiormente e disordine procurato a terzi. Il nulla per il mero sapore che esso ha. Terribile. Tecnicamente diabolico.
Il disordine è la cifra di questo movimento antico, trasversale e spavaldo. La rottura di ogni norma, l’annientamento di tutte le regole. «L’uomo è nato libero e dappertutto è in catene». Questa colossale menzogna di Rousseau è il mantra d’assalto, e il sesso la sua Panzer-Division. Il sesso decontestualizzato e derubricato, usato e abusato, stralunato e strafatto, esagerato e bizzarro, meccanico e psicotropo, stordente e multiplo, il sesso insomma purché sia. Rigorosamente sentimentalistico e fine a se stesso, autonomo e automatico, meglio se contro natura e comunque sempre contromano, genderizzato e omosessualizzato, bulimico e ubriaco, sterile e abortivo, istinto e caos, scherzo e pantomima, ripetitivo e noioso, sciatto, auto-idolatrico e alla fin fine impotente.
L’anno venturo sarà trascorso mezzo secolo dal Sessantotto, l’anno simbolo in Europa, certamente in Italia, della rivoluzione del costume, della morale e della sessualità. Iniziò remotamente lì, incubato dal neo-marxismo scecherato con la psicoanalisi e la psichedelia, il disastro di cui oggi il transgender-pensiero tira la fila sovvertendo ogni criterio. Il libro della Kuby fornisce una buona preparazione al tema. Ma non è tutto. Nell’ultima sua parte l’orizzonte si fa se possibile ancora più plumbeo. Dopo avere descritto uomini e mezzi, potenze e danari all’opera, l’autrice paventa un nuovo totalitarismo incombente. Soft nell’apparenza, ma micidiale come forse mai prima. La normalizzazione di un’umanità presa diciamo per la gola, e resa docile come un cagnetto pronto a tutto per un biscottino. Annoda le fila, la Kuby, di ciò che ha detto d’esordio, trecento pagine prima: il potere del vizio come strumento di controllo socio-politico. La tempesta perfetta. Fine dell’uomo come Dio comanda per far spazio al post-uomo generato degli alambicchi perversi del Nemico.E infine "Notizie ProVita":
I nostri lettori conoscono Gabriele Kuby, sociologa e critica letteraria tedesca che ha scritto diversi saggi estremamente interessanti sull’ideologia gender.Francis Phillips, sul Catholic Herald, parla con l’autrice del libro uscito alcuni anni fa The Global Sexual Revolution: Destruction of Freedom in the Name of Freedom (La rivoluzione sessuale globale: distruzione della libertà in nome della libertà), e le chiede della sua conversione.Il libro spiega perché la tradizionale distinzione tra uomini e donne è sotto attacco oggi in Occidente e perché ad esempio in Germania le manifestazioni pacifiche a favore dei valori della famiglia ora hanno bisogno di protezione della polizia. Infatti, come sottolinea Kuby, chiunque crede in uno scopo divino per gli uomini e per le donne è ormai etichettato come “fondamentalista religioso” o “fondamentalista sessista”.Kuby è una convertita. E’ stata alla ricerca di Dio per più di 20 anni, camminando, però, su strade sbagliate, filosofie esoteriche, psicologia. Il suo matrimonio era finito e la sua vita era in crisi, sola con tre figli adolescenti. Un giorno le chiesero di pregare di fronte a una statua buddista, ma alla fine di quella preghiera capì che sarebbe diventata cattolica. E così ha scritto sulla sua ritrovata fede e sulla rivoluzione sessuale globale.In Germania i media hanno fatto del tutto per ostacolare la diffusione del suo libro. Tuttavia ha avuto già sei edizioni ed è stato tradotto in sette lingue finora: il libro è una guida essenziale per la resistenza alla ” rivoluzione di genere “.Una battaglia culturale che molti combattono coraggiosamente, nonostante il fatto che il denaro e il potere sono nelle mani dell’altra parte.Vorremmo riflettere sul sottotitolo, che ci pare davvero interessante: la distruzione della libertà in nome della libertà.Non c’è cosa peggiore che il libertarismo (bisogna sempre fare attenzione agli -ismi!). Dovremmo chiederci se sia “libertà” il delirio di onnipotenza dell’uomo teso a “uccidere Dio”, aldilà del Bene e del male, teso a ignorare i limiti naturali (per esempio la natura sessuata, inventando 71 generi, come vogliono i teorici del gender…) che ne fanno un “io” bisognoso di un “tu” e di un “Altro”, teso a cercare la realizzazione dei propri desideri e dei propri istinti (di cui si fa schiavo, tutt’altro che libero!), a costo di calpestare la dignità propria e altrui, l’essere umano è destinato non solo a non essere davvero libero, ma ad essere profondamente, esistenzialmente, infelice.