Giovani sballati (e stuprati) e la poca misericordia di un prete di Bologna
Don Lorenzo si era espresso così commentando l’episodio della violenza sessuale accaduta a Bologna:
«Ciao tesoro, mi spiace, ma se 1) frequenti piazza Verdi (che è diventato il buco del c… di Bologna…) 2) ti ubriachi da far schifo! Ma perché? Se hai la(sub) cultura dello sballo sono solo ca… tuoi poi se ti risvegli la mattina dopo chiassadove… 3) e dopo la cavolata di ubriacarti con chi ti allontani? Con un magrebino??? Notoriamente (soprattutto quelli di piazza Verdi veri gentlemen., tutti liberi professionisti, insegnanti, gente di cultura per bene…». Poi la considerazione di taglio politico: «Adesso capisci che oltre agli alcolici ti eri già bevuta tutta la tiritera ideologica sull’”accogliamoli tutti”. Tesoro, a questo punto svegliarti seminuda direi che è il minimo potesse accaderti». E infine la chiusa, non propriamente evangelica: «Dovrei provare pietà? No, quella la tengo per chi è veramente vittima di una città amministrata di ….., non per chi vive da barbara con i barbari e poi si lamenta…» (La Repubblica, 9 novembre).

Le parole di don Lorenzo Guidotti corrispondono «ad opinioni sue personali, che non riflettono in alcun modo il pensiero e la valutazione della Chiesa, che condanna ogni tipo di violenza». Così l’arcidiocesi di Bologna, guidata da monsignor Matteo Zuppi, è intervenuta sulle polemiche suscitate dal post del parroco (Corriere della Sera, 9 novembre).
Monsignor Zuppi ha aggiunto ad Avvenire (9 novembre): «Sono davvero amareggiato». Quello che si legge sul post su Facebook di don Lorenzo Guidotti «è molto grave, non ci sono altre parole per definirlo. Nessuno dovrebbe permettersi di fare affermazioni del genere, a prescindere da quali siano le intenzioni alla base. In questo caso, comunque, evidentemente ingiustificabili».
Subito dopo la nota della diocesi, don Lorenzo - che nel frattempo ha chiuso la sua pagina facebook - si è scusato: « «Io col mio intervento ho sbagliato, i termini, i modi, le correzioni. Non posso perciò che chiedere scusa a lei e ai suoi genitori se le mie parole imprudenti possono aver aggiunto dolore, come invece accadrà leggendole». Sulla sua pagina Facebook in precedenza il parroco aveva detto che con il suo intervento aveva intenzione di «suscitare un dibattito».
Don Lorenzo Guidotti riconosce di essersi espresso in maniera inappropriata e ha cercato di chiarire il suo pensiero nella dichiarazione che segue:
In merito a quanto postato dal sottoscritto sulla pagina personale di FB,
commentando un articolo di cronaca cittadina che riportava l’ennesimo caso
di stupro, dichiaro in piena libertà quanto segue:
“Non provo pietà”? Certo che provo pietà per questa ragazza come per tutte
le altre vittime di violenza a cui assistiamo ogni giorno sfogliando i giornali.
Non posso che dolermi con me stesso per i termini usati nel commentare e
per le affermazioni che riesco a capire possano essere intese come un atto
di accusa alla vittima. Io stesso leggendo oggi quel post ravviso questo.
Ovviamente non era questo l’obiettivo del mio attacco, il mio obiettivo non
era accusare la ragazza ma la cultura dello sballo. Che vi siano in particolare
zone in cui tutto pare permesso. Ci sono riuscito? No!
Certo che provo pietà per questa ragazza. Già all’origine ho più volte corretto
il lungo post perché non volevo sembrasse quello che invece appare. Nel
farlo pensavo: “questa ragazzina potrebbe essere una delle mie ragazze
della Parrocchia, non sai chi sia”. Pensavo al suo dramma e a quello della
sua famiglia!
Io col mio intervento ho sbagliato, i termini, i modi, le correzioni.
Non posso perciò che chiedere scusa a lei e ai suoi genitori se le mie parole
imprudenti possono aver aggiunto dolore, come invece accadrà leggendole.
Chiedo però a tutti, capaci magari di miglior linguaggio e possibilità (autorità,
giornalisti, insegnanti, genitori) di aiutare a smantellare questa cultura dello
sballo in cui i nostri ragazzi vivono. Altrimenti domani dovremo provare pietà
per un’altra vittima e poi un’altra. Fino a quando?
Fino a quando saremo in grado di dire “Basta!” E’ necessario fornire
un’alternativa,
don Lorenzo Guidotti
Lo "difende" in parte il quotidiano on-line di Mario Adinolfi:
La Croce apre oggi su don Lorenzo, prete bolognese che ha avuto il merito di porre la questione della cultura dello sballo che devasta la vita dei minorenni in questo Paese. Lo ha fatto con un post un po' sgraziato scritto sui social riguardo lo stupro di una 17enne a Bologna, l'arcivescovo Zuppi lo ha richiamato e gli ha fatto correggere i toni, oggettivamente sbagliati verso la vittima. Ma se oggi si apre un dibattito sul consumo di alcol e droghe tra i giovanissimi italiani che si stanno facendo fottere il cervello (e talvolta pure il corpo) da una cultura deresponsabilizzante e antiproibizionista totalmente idiota, lo dobbiamo a don Lorenzo massacrato dai media e sostenuto da noi.Più schierato, in favore di don Lorenzo, è l'editoriale di Sallustri sul Il Giornale:
(...) Quella del parroco («te la sei cercata») è un'omelia scorretta, ma è la stessa che ogni genitore dovrebbe fare ogni giorno ai propri figli. E siccome ciò non avviene, o almeno non quanto dovrebbe, grazie a Dio un saggio prete vecchio stile ci riporta alla dura realtà.
Cosa avrebbe detto di così sconveniente don Lorenzo, attaccato al punto che ha dovuto scusarsi? Vediamo. Nel suo post scrive che: una ragazzina non deve uscire sola di sera; che se esce di sera da sola non deve frequentare una delle piazze più malfamate della sua città; che se esce sola in luoghi a rischio non deve ubriacarsi fino a perdere il controllo; che se si ubriaca in una piazza malfamata non deve accettare inviti da un maghrebino sconosciuto. Perché se invece fa esattamente il contrario, lo stupro «se l'è cercato».
Che ne dite? Un uomo così merita il linciaggio, la gogna? Io dico: grazie di esistere, don Lorenzo. Grazie per il coraggio di dire cose semplici, vere e sagge. Che magari fanno storcere il naso a Papa Francesco (dubito al suo Superiore) e alla Boldrini, ma che per noi sono musica. Intendiamoci: in quel «se lo è cercato» non c'è nessun compiacimento, solo un intento educativo. Se metti la mano sul fuoco e ti bruci, se attraversi con il rosso e vieni investito, se non studi e sei bocciato, il danno «te lo sei cercato».
Speriamo che anche a Modena ci sia un don Lorenzo che uno di questi giorni dica alle sessanta liceali che si sono scambiate tra di loro autoscatti intimi fatti con il telefonino (e poi andati in rete) che se non hai rispetto del tuo corpo e della tua dignità «te lo sei cercato» di finire alla berlina. E che spieghi alle malcapitate (che dicono di averlo fatto «per noia») che la noia si supera leggendo un libro, con una risata in compagnia o con un po' di sport
Non so se questo accadrà. Perché la cosa peggiore della vicenda di don Lorenzo è che il vescovo ha preso le distanze dalle sue parole e lo ha zittito. I preti di una volta ancora ci sono, purtroppo non c'è più la Chiesa.