IV domenica del tempo ordinario (anno A)
Beatitudini: la ricetta della felicità
(e della santità)
Le beatitudini evangeliche
Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli
Beati i miti, perché possederanno la terra
Beati coloro che piangono, perché saranno consolati
Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati
Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio
Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli
Beati i miti, perché possederanno la terra
Beati coloro che piangono, perché saranno consolati
Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati
Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio
Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Ricordate l’episodio centrale di Inside out, quando Gioia scopre il
ruolo della Tristezza? Quando si rende conto che il fallimento vissuto dalla
protagonista l’ha fatta amaramente piangere, ma poi le lacrime si sono
trasformate in gioia quando è stata consolata dai genitori e dagli amici? Anche
la tristezza, anche le lacrime possono essere motivo di felicità se ci ricordano
che non bastiamo a noi stessi, che abbiamo bisogno dell’amore degli altri. La
gioia, per diventare felicità, deve passare anche attraverso la tristezza.
Domenica scorso Gesù ha invitato alcuni a
seguirlo: seguire chi e per quali strade? Per andare dove?
La risposta l'abbiamo oggi: Gesù è
l’uomo delle beatitudini, colui che le ha incarnate tutte: lui è “povero in
Spirito”, “mite”, “operatore di pace”…. Le strade sono quelle indicate dalle
beatitudini. La méta è la beatitudine.
Cosa significa la parola “beato”? Non è
sinonimo, come pensiamo noi, di “fortunato”, ma di FELICE. Chi non è alla
ricerca della felicità?
Beati voi/beati loro!
E’ una esclamazione che utilizziamo riferendola ai ricchi, ai famosi, ai potenti. Gesù la usa in modo opposto, paradossale, indicando coloro che a prima vista sono l’opposto della nostra idea di felicità, di realizzazione umana: beati voi poveri, miti, che avete fame e sete di giustizia, puri…
E’ una esclamazione che utilizziamo riferendola ai ricchi, ai famosi, ai potenti. Gesù la usa in modo opposto, paradossale, indicando coloro che a prima vista sono l’opposto della nostra idea di felicità, di realizzazione umana: beati voi poveri, miti, che avete fame e sete di giustizia, puri…
Chi ha ragione? Gesù e la schiera di “beati” riconosciuti tali dalla Chiesa o il mondo in cui siamo immersi a tal punto da non riuscire più a comprendere il ragionamento di Gesù?
Dove sta la felicità? Come realizzare la nostra vita? E’ più felice una velina che si è fatta strada vendendo la propria dignità o una donna mite, piccola come Madre Teresa di Calcutta che ha dedicato tutta la sua vita per gli ultimi? E’ più felice un politico che fra tanti compromessi ha conquistato il potere o un piccolo uomo come San Francesco che si è spogliato di tutto ciò che aveva per darlo ai poveri ed essere tutto di Dio?
Ebbene Gesù, in un discorso solenne che
ricorda Mosè sul monte quando riceve le tavole della legge, afferma che la fonte
della felicità è Dio. Gesù sta facendo un discorso importante,
solenne, il primo da quando è “sceso in campo”: è descritto come il nuovo Mosè
che, sul monte, dona la nuova legge, la Costituzione del nascente
cristianesimo. Sa che ciò che ci preme più di tutto è rintracciare la felicità,
realizzare la nostra vita. E ci dice: “Dio è la fonte della felicità, se avete
Dio avete tutto. Beati gli amici di Dio che sanno affidarsi a Lui”.
Beati allora i POVERI in Spirito, coloro
cioè che sentono il BISOGNO di Dio, che come mendicanti sono lì ad invocarne la
presenza. Se siamo pieni di tante cose (e di tanti impegni) ci illudiamo di non
aver bisogno di altro (e degli altri), ci sembra di non aver bisogno di Dio.
Beati i PURI di cuore, perché hanno uno
sguardo limpido, capace di vedere Dio.
Beati coloro che LOTTANO per la GIUSTIZIA
e per la PACE perché anche Dio lotta per gli stessi motivi e si fa accanto a
loro.
Beati i MITI, i MISERICORDIOSI, perché questi
sono gli atteggiamenti di Dio, lo stile di vita di Gesù: solo chi ama conosce
Dio che è Amore, solo chi non risponde al male col male, ma con il bene, segue
le orme di Dio e imparerà a camminarci insieme.
Beati anche gli AFFLITTI e i PERSEGUITATI
a motivo della loro fede perché scopriranno di avere Dio come consolazione e
difesa.
Attenzione: sono detti beati i poveri, non la povertà. Sono beati gli uomini, non le
situazioni. Dio è con i poveri contro la povertà che è miseria. Beati quelli
che sono nel pianto: Dio è dalla parte di chi piange, ma non dalla parte del
dolore. Ma non perché la felicità si trovi nel piangere, bensì perché accade
una cosa nuova: Chi piange ha Dio che gli cammina accanto, asciuga le sue
lacrime, fascia il suo cuore, apre il suo futuro. Dio è un papà che si
commuove, non un sadico.
Queste parole paradossali “riaccendono la
nostalgia prepotente di un mondo fatto di bontà, di sincerità, di giustizia,
senza violenza e senza menzogna, un tutt'altro modo di essere uomini”
(E.Ronchi).
Sono da una parte situazioni in cui ci affidiamo a Dio, lo lasciamo
agire-governare perché realizzi il suo Regno di amore: sono i poveri e gli
afflitti a confidare e a rifugiarsi in Dio, sono i miti a sperimentare la forza
dell’amore…
Dall’altra parte sono motivi per cui impegnarci, sono un programma di vita: vivere nella sobrietà, nell’essenzialità per
condividere i beni e promuovere la giustizia, essere operatori di pace, miti,
ma non arrendevoli, toccati dalla miseria altrui e impegnati a risolverla…
“Dio ha un debole per i deboli”
Contro quelli che pensano che oggi per farsi valere, bisogna apparire, Dio dice: “Cercate la giustizia, cercate l’umiltà” (I lettura).
Contro quelli che hanno il “complesso del padreterno”, san Paolo dice: “Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti” (II lettura).
Contro quelli che pensano di essere indispensabili nella società, Gesù dice: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli” (Vangelo)
BEATI VOI che avete amici sinceri, che sapete rispettarli, che vi volete sinceramente bene, che state imparando a donare (perché c’è più gioia nel donare che nel ricevere), che sapete prendervi in giro per i vostri difetti, con un po’ di ironia, sapendo che tutti abbiamo cose belle e cose meno belle, ma l’importante è essere se stessi, persone autentiche, aperte.
Contro quelli che pensano che oggi per farsi valere, bisogna apparire, Dio dice: “Cercate la giustizia, cercate l’umiltà” (I lettura).
Contro quelli che hanno il “complesso del padreterno”, san Paolo dice: “Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti” (II lettura).
Contro quelli che pensano di essere indispensabili nella società, Gesù dice: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli” (Vangelo)
BEATI VOI che avete amici sinceri, che sapete rispettarli, che vi volete sinceramente bene, che state imparando a donare (perché c’è più gioia nel donare che nel ricevere), che sapete prendervi in giro per i vostri difetti, con un po’ di ironia, sapendo che tutti abbiamo cose belle e cose meno belle, ma l’importante è essere se stessi, persone autentiche, aperte.
Beati voi appassionati per la vita, voi
che sapete riflettere, che vi fermate a pensare, che avete genitori da cui
ricevete amore e a cui contraccambiate amore, disposti al dialogo, al rispetto
reciproco, voi che vivete in un ambiente sereno e che fate di tutto per
mantenerlo tale.
Beati voi che imparate a conoscere Dio,
voi invitati alla sua mensa, che siete disposti a dedicargli del tempo, ad
ascoltare chi vi parla di Lui, a parlare con Lui: non vi deluderà! Vi renderà
felici: la vostra vita non sarà magari facile, ma sicuramente bella e felice.
Beati noi...
Beati noi se
non rispondiamo al male con altro male,
se non cerchiamo di risolvere tutto con la
vendetta e la cattiveria.
Beati noi se
sappiamo guardare oltre l’orizzonte ristretto dei nostri bisogni e lo
allarghiamo
invece alle attese di chi abbiamo attorno, diventando
il prossimo di tutti.
Beati noi se
sappiamo aprire la porta del nostro cuore agli altri
e lasciamo entrare nella vita la luce di Dio.
Beati noi se
proviamo a guardare il mondo con gli occhi di Dio
per vedere la bellezza del suo volto di Padre riflessa
nel volto di ogni fratello e sorella.
Beati noi se comprendiamo
quale immensa felicità c’è nel vivere l’Amore!