San Giuseppe (secondo don Luigi Epicoco)
La figura di San Giuseppe è tra le più belle di tutto il Vangelo. E lo è per l’immensa discrezione, il prolungato silenzio, l’operosa creatività, e la straordinaria capacità di andar dietro a Dio nonostante tutto. Pochi personaggi in tutta la Bibbia hanno la statura di Giuseppe. In lui c’è un condensato di fede, speranza, amore, dedizione, fiducia. Giuseppe muore a sé stesso più volte, e lo fa spinto non da una logica sacrificale ma da una profonda logica di amore. Infatti siamo più disposti a morire per amore più che per dovere. Giuseppe non ha fatto il suo dovere, ha invece amato ciò che gli è capitato. Ha messo il cuore nella vita così come il Signore gliel’ha messa davanti. E poco importa se quella vita non centrava nulla con i suoi sogni. Giuseppe sa bene che la realtà, anche se difficile, è l’unico luogo dove noi possiamo sperimentare Dio e la felicità. Se in bocca a noi raffiorirebbero elenchi infiniti di “perché”, sulla bocca di Giuseppe non se ne trova traccia, ma non perché non gli avranno attraversato il cuore, ma perché quando ci si trova davanti alle cose serie della vita ciò che conta è come affrontare quelle cose, più ancora del perchè sono successe. Giuseppe ha tirato su le maniche e ha fatto tutto quanto era in suo potere per difendere il bambino e sua madre. Ha continuato ad amare di amore più profondo la donna che aveva scelto come sua sposa, e ha cresciuto come figlio suo il Figlio dell’Altissimo. Il Vangelo non spreca parole a riguardo, ci dice che Giuseppe è un uomo che passa dalla logica dell’ascolto a quella dei fatti: “Giuseppe, destatosi dal sonno, fece come l'angelo del Signore gli aveva comandato e prese con sé sua moglie”. Non c’è uomo più affidabile di lui, e penso che anche tra i santi nessuno lo possa davvero superare. Non rivolgersi a lui sarebbe davvero una stoltezza imperdonabile. Lo avevano capito bene moltissimi altri santi venuti dopo. Una di loro, Santa Teresa d’Avila, ebbe a dire: “Non è mai successo che io mi sia rivolta a San Giuseppe e non sia stata ascoltata”. (Mt 1,16.18-21)
PREGHIERA A SAN GIUSEPPE"Salve Custode del Redentoree Sposo della Vergine Maria.A te Dio affidò il Suo Figlio.In te Maria ripose la Sua fiducia.Con te Cristo diventò uomo.O beato Giuseppe,mostrati padre anche per noi,e guidaci nel cammino della vita.Ottienici Grazia, Misericordia e Coraggio,e difendici da ogni male.Amen"
Anche se fuori tempo, propongo anche la sua novena su San Giuseppe "in giorni difficili", sempre postata sulla sua pagina facebook (qui una versione precedente) e, in fondo al post, una recente riflessione in video:
1° giorno di novena a San GIUSEPPE "in tempi difficili"
Dio sceglie i legami, e si manifesta nei legami.
L'esperienza di Maria e Giuseppe è significativa per questo. Dio non si limita a mandare il Figlio a farsi carne nel grembo di Maria, ma dà a lei un uomo giusto che possa esserle di sostegno, di aiuto, di protezione. La volontà di Dio è sempre accompagnata anche da relazioni che la rendano possibile.
L'esperienza di Maria e Giuseppe è significativa per questo. Dio non si limita a mandare il Figlio a farsi carne nel grembo di Maria, ma dà a lei un uomo giusto che possa esserle di sostegno, di aiuto, di protezione. La volontà di Dio è sempre accompagnata anche da relazioni che la rendano possibile.
San Giuseppe, uomo affidabile, donaci la Grazia di aprire le nostre relazioni alla misteriosa Presenza di Dio. Fa che nelle difficoltà della vita possiamo trovare sempre relazioni affidabili a cui rivolgerci. Rendi possibile la realizzazione della volontà del Padre, e lascia che i nostri occhi riconoscano la compagnia di Dio nei fratelli e nelle sorelle che ci circondano. Solo così troveremo la giusta forza per affrontare le cose difficili che ci accadono, e mostrare al mondo una luce nella sua notte.
Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre
2° giorno di novena a San GIUSEPPE "in tempi difficili"
Vorremmo tutti capire e poi fidarci, ma alcune volte nella vita bisogna avere prima fiducia per poi poter capire. E' stato così anche per San Giuseppe che davanti al racconto di Maria entra in un conflitto interiore profondo. Vuole salvarla dalla lapidazione ma allo stesso tempo in lui fa resistenza l'idea che possa continuare ad esserci una storia tra di loro. Vuole salvarla, ma non sposarla. Il Vangelo dice che pensò di "licenziarla in segreto". Ma poi si fa spazio in lui, attraverso un sogno, la possibilità che non sia esattamente come aveva pensato. Giuseppe si fida di questa intuizione e solo così la sua storia ricomincia.
San Giuseppe, uomo che si fida, dona a ognuno di noi la capacità di fidarci soprattutto quando le cose sembrano oscure e confuse. Insegnaci che quando viene a mancare la fiducia, i nostri ragionamenti diventano dei vicoli ciechi che vanno a sbattere contro la disperazione. Facci far pace con la nostra storia, che anche se non è come ce l'eravamo immaginata, è piena di tutto quel senso che stavamo cercando. Sblocca i cuori di chi non si fida più, e dona anche a loro sogni che possano capovolgere le prospettive. Perchè chi continua a guardare con fiducia un muro, è già un principio di evasione.
Pater, Ave , Gloria...
3° giorno di novena a San GIUSEPPE "in tempi difficili"
Se potessimo fissare lo sguardo su un bambino piccolo, e ci domandassero di cosa necessita affinché la sua vita sia una buona vita, dovremmo rispondere che l'unica ricchezza di cui ha bisogno un bambino è venire al mondo in un posto in cui c'è gente che cerca di volersi bene fino in fondo. E' la grande lezione di Gesù.
Non ha una casa.
Non ha ricchezze.
Non ha le circostanze favorevoli.
Nemmeno una locanda di fortuna gli può fare da ospedale per nascere. Ma ha qualcosa che lo rende più fortunato di tutti: viene al mondo in mezzo a due persone che si amano profondamente. I nostri figli hanno spesso tutte le cose del mondo, ma manca loro la cosa che conta di più: persone che hanno deciso di volersi bene fino in fondo. Non è forse questa la definizione di coppia? La vera casa è il tetto del bene affidabile che vediamo con i nostri occhi quando guardiamo chi si prende cura di noi.
Non ha una casa.
Non ha ricchezze.
Non ha le circostanze favorevoli.
Nemmeno una locanda di fortuna gli può fare da ospedale per nascere. Ma ha qualcosa che lo rende più fortunato di tutti: viene al mondo in mezzo a due persone che si amano profondamente. I nostri figli hanno spesso tutte le cose del mondo, ma manca loro la cosa che conta di più: persone che hanno deciso di volersi bene fino in fondo. Non è forse questa la definizione di coppia? La vera casa è il tetto del bene affidabile che vediamo con i nostri occhi quando guardiamo chi si prende cura di noi.
San Giuseppe, uomo che ama, intercedi per tante famiglie che hanno tante cose ma non riescono più a volersi bene. Aiuta molti sposi a riscoprire il valore di essere coppia che tante volte viene meno quando incombe la responsabilità di essere genitori. Risveglia in loro la consapevolezza che l'unica cosa che renderà umana la vita dei loro figli è aver visto che l'amore esiste, e che il loro padre e la loro madre hanno cercato di volersi bene. Stai accanto a coloro che vivono l'assenza dell'amore, e sostienili nel buio della solitudine che spesso provano pur vivendo insieme. Lenisci le ferite di tanti figli feriti nell'amore, e fa che non perpetuino la sofferenza che hanno provato, facendo scelte che rompano l'aspirale di certi dolori dell'anima.
Pater, Ave, Gloria...
4° giorno di novena a San GIUSEPPE "in tempi difficili"
Il luogo più difficile per farsi santi è la normalità. Le situazioni difficili delle volte spingono anche all'eroismo, ma la cosa più difficile è essere eroi nelle cose quotidiane. San Giuseppe è stato un capolavoro in questo. Solo un uomo con una immensa vita spirituale poteva scorgere occasione lì dove gli altri avrebbero visto solo paglia, mangiatoia, animali, sterco. Solo un uomo con un cuore che funziona poteva trovare soluzioni lì dove gli altri avrebbero constatato solo porte chiuse. Solo un uomo così poteva trasformare una notte difficile, come quella in cui Gesù è venuto al mondo, in una notte santa. Passiamo la vita a voler cambiare le circostanze, ma forse dovremmo pregare Dio affinché cambi il nostro sguardo sulle cose.
San Giuseppe, santo della normalità, aiutaci a benedire la nostra quotidianità. Seda in noi l'ansia di voler avere sempre circostanze eccezionali per poter essere felici, e facci comprendere che la vera felicità è lì dove ci siamo ormai abituati. Donaci occhi per scorgere il meglio lì dove tutti vedono il peggio. Fa che un autentico sguardo di fede possa farci trovare soluzioni lì dove gli altri vedono solo sfortune che perseguitano. Rendi le cose di ogni giorno strumenti di bene e non inciampo di insoddisfazione. Fa che alla tua scuola possiamo provare a fare il possibile proprio quando ci sembra di essere più scoraggiati. E imprimi in noi la certezza che il primo aiuto che Dio ci dà è il nostro possibile fatto senza frustrazione.
Pater, Ave, Gloria...
5° giorno di novena a San GIUSEPPE "in tempi difficili"
Quando si vive una storia da dentro, si ha sempre l'impressione che chi comanda è il prepotente di turno e non certo la Provvidenza di Dio. Ai tempi di Gesù erano i Romani a comandare, e proprio a causa di un loro decreto Maria e Giuseppe si erano dovuti mettere in viaggio nonostante la gravidanza ormai agli sgoccioli di Maria. Assieme al potere dei Romani, c'era anche quello di Erode, che come ogni potente senza Dio, crede di potere tutto, e per questo vive costantemente nella paura che qualcuno possa togliergli questo potere. Appena ha qualche avvisaglia della probabile nascita di un bambino che può spodestarlo, manda sicari a fare strage di tutti i bambini del contado. Giuseppe viene interiormente allertato attraverso un sogno. Non riceve nessun aiuto dal cielo se non questa soffiata, e l'idea spericolata di partire di notte e fuggire in Egitto. Nei momenti difficili della vita il Signore ci aiuta sempre in questo modo: attraverso il cuore, e le decisioni coraggiose.
San Giuseppe, uomo coraggioso, aiutaci a sentire la voce di Dio che ci parla nel cuore proprio quando i ragionamenti e la paura ci fanno vacillare. Togli da noi la tentazione di volere un Dio interventista, e facci comprendere che il modo ordinario che il Signore ha di aiutarci sono le decisioni coraggiose che riusciamo a prendere proprio quando le circostanze ci suggeriscono paralisi. Facci capire che quando smettiamo di pregare non riusciamo più ad ascoltare la voce del Signore che ci parla, e rimaniamo in compagnia solo di ciò che più vogliamo sfuggire. Dacci la speranza che alla fine Erode non avrà l'ultima parola, e che in fondo ciò che conta trova sempre il modo di essere salvato.
6° giorno di novena a San GIUSEPPE "in tempi difficili"
Arriva il tempo in cui si può tornare a casa.
Bisogna ricordarselo quando si ha l'impressione che la notte non finisce più. Ogni notte ha la sua alba. Ogni Egitto il suo ritorno. Ogni problema una fine. Giuseppe è colui che ha saputo sperare quando era più difficile sperare, e questa sua speranza gli è stata ripagata con la possibilità di poter rientrare in patria. Ancora una volta è una parola sussurratagli nel cuore che lo avvisa di poter fare rientro, e tra fiducia e paura, sceglie di andare a Nazareth. Comincia per Gesù il tempo del silenzio, degli amici, della casa, dei giochi, della consapevolezza che cresce insieme con Lui.
Bisogna ricordarselo quando si ha l'impressione che la notte non finisce più. Ogni notte ha la sua alba. Ogni Egitto il suo ritorno. Ogni problema una fine. Giuseppe è colui che ha saputo sperare quando era più difficile sperare, e questa sua speranza gli è stata ripagata con la possibilità di poter rientrare in patria. Ancora una volta è una parola sussurratagli nel cuore che lo avvisa di poter fare rientro, e tra fiducia e paura, sceglie di andare a Nazareth. Comincia per Gesù il tempo del silenzio, degli amici, della casa, dei giochi, della consapevolezza che cresce insieme con Lui.
San Giuseppe, uomo di speranza, dona a tutti i disperati la forza di tornare a sperare proprio quando la notte è più buia. Porta sulle tue spalle di padre chi non ce la fa più. Ottieni consolazione a chi si sente solo. Provvedi a chi non ha più nulla, e accompagna fino all'alba chi pensa che non c'è mai fine al peggio. Aiutaci a dosare paura e fiducia, e fa che le nostre scelte compiano la volontà di Dio.
Pater, Ave, Gloria...
7° giorno di novena a San GIUSEPPE "in tempi difficili"
Viviamo spesso l'amore come bisogno di trattenere a noi ciò che amiamo, ma l'atto più grande dell'amore è saper lasciare andare. Il Vangelo ci racconta una strana vicenda legata a Gesù quando aveva circa dodici anni. Con La madre e il padre si reca a Gerusalemme nei giorni di festa, ma nel viaggio di ritorno rimane nella città santa senza che nessuno dei suoi, e della carovana se ne accorgesse. Quando Maria e Giuseppe si accorgono della sua assenza, tornano a cercalo. Lo ritrovano dopo tre giorni di angoscia e spavento. E' forse il primo gesto che testimonia la crescita di Gesù. Non può restare dentro i confini di una relazione che protegge e basta. Ha bisogno di spiccare il volo, di trovare la sua strada, di fare la volontà del Padre Suo. Giuseppe non dice una parola. Accetta. Accoglie questa trasgressione come una tappa dell'amore stesso. E' Maria a parlare, come ogni Madre non si rassegna facilmente a questa nuova fase della vita.
San Giuseppe, padre prestato che lasci libero, insegnaci a capire che l'amore vero non può mani diventare possessivo, e seppur abbiamo una gran voglia di tenere per noi ciò che amiamo, fa che comprendiamo che l'amore vero è permettere che l'altro sia libero fino in fondo, fino a perderlo dal nostro controllo. Dona a noi che siamo sempre bisognosi di essere rassicurati l'esperienza di sentirci spinti ad osare. Guarisci i nostri aggettivi possessivi, e fa che possano diventare dei silenzi assensi, come lo è stato il tuo, perchè, in fondo, amare significa permettere che l'altro divenga davvero se stesso, e non per forza ciò che noi speriamo. Solo così l'amore non diventa prigione, e l'angoscia si trasforma in gioia.
Pater, Ave, Gloria...
8° giorno di novena a San GIUSEPPE "in tempi difficili"
Il lavoro è una delle cose più preziose nella vita di una persona. Lo è perchè gli permette di vivere, di esprimersi, di sentirsi utile al mondo. Per questo molte volte la mancanza di lavoro è una ferita che tormenta le persone da dentro, con una sofferenza che li fa sentire incompresi dagli altri, e con un'umiliazione che li carica di rabbia. Il lavoro è importante, e per un cristiano lo è soprattutto perchè attraverso il lavoro ci si può far santi. Di San Giuseppe noi ricordiamo soprattutto il suo mestiere di falegname. La creatività di quest'uomo non poteva non avere un corrispettivo nell'appellativo di artigiano. Gesù stesso ha lavorato e imparato questo mestiere, mostrando a ognuno di noi quello che San Paolo scriverà più tardi "Chi non vuole lavorare neppure mangi". Viviamo in una società che rifiuta l'idea della fatica del lavoro, e se lo accetta è solo per l'utile che produce, e non per la dignità che ci dà, e per l'educazione del carattere che imprime in noi.
San Giuseppe, uomo che lavora, riconciliaci con la nostra fatica quotidiana. Fa che non viviamo con frustrazione ciò che siamo chiamati a fare, e fa che possiamo testimoniare con la passione per le cose, che è possibile farsi santi anche nelle cose più umili della vita. Intercedi per i tanti che non trovano un lavoro, e riscatta la dignità di chi è sfruttato. Liberaci dall'edonismo che ci fa fuggire sempre dalla fatica, e fortifica il nostro carattere sempre pronto a scorciatoie e furbizie. Che tutti abbiano il pane quotidiano e chi fa più fatica trovi il miracolo della condivisione dei fratelli.
Pater, Ave, Gloria...
9° giorno di novena a San GIUSEPPE "in tempi difficili"
Quando si perde qualcuno ci si sente spaesati. Ci si sente come bambini che d'un tratto si ritrovano su una bicicletta senza più le rotelle di sostegno. La morte di un padre, di una madre, di un familiare, di un amico, di un fratello, di una sorella, di uno sposo, di una sposa, di un figlio, di una figlia, sono molto spesso esperienze di spaesamento. Sono vertigini che non vorremo mai provare. Le relazioni affidabili ci servono per poggiare su di esse la nostra vita, e quando vengono meno (almeno nella forma fisica) ci sembra di essere a rischio di caduta da un momento all'altro. Eppure l'assenza può generare in noi la consapevolezza che ciò che non troviamo più accanto a noi, non ha smesso di esserci come appoggio. Esattamente come un bambino che comincia a portare la sua bicicletta senza rotelle, si accorge che quel sostegno ora vive in lui, è con lui, è diventato una capacità della sua stessa vita, è diventato talmente importante da essere diventato lui. Anche per Gesù accade questo distacco con la morte di Giuseppe. Eppure quell'assenza ha continuato a generare in Lui il carattere, la fiducia, le scelte forti, la figliolanza che ha dimostrato fin sulla Croce. L'assenza di chi amiamo non deve "disperarci", ma deve "dispiegarci".
San Giuseppe, patrono dell'ultima agonia, tu che sei morto abbracciato a Gesù e a Maria, riconciliaci con l'esperienza della morte. Fa che tutti quelli che vivono l'assenza di chi amano possano trovare in quel vuoto una più profonda presenza. Lascia che tutti coloro che oggi stanno concludendo il loro viaggio della vita non abbiano paura di fare il grande salto. E ricorda a ognuno di noi che senza gli occhi fissi nella vita eterna, anche questa vita risulta vuota e inutile.
Come ultima supplica alla fine di questa novena, ti chiediamo di aiutarci in questi tempi difficili. Apri la tua mano, e afferra i più soli e disperati. Proteggi tutti, e scampaci da questo pericolo che incombe su noi tutti. Amen
Pater, Ave, Gloria...