15 dicembre: Avatar 2 ("La via dell'acqua"), consigli per i catechisti...
Oggi, 15 dicembre, il Vangelo insiste sulla figura di Giovanni Battista: "il più grande tra i figli dell'uomo". Ma quando alla natura (per quanto grande) si aggiunge la Grazia, ecco che "il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui".
Parla di Natura (con la maiuscola) anche l'atteso film "Avatar. La via dell'acqua" che sono andato a vedere. Non mi ha entusiasmato, nonostante notevoli effetti speciali (forse poco stupefacenti senza 3d) e una morale ecologista e a favore del valore della famiglia. Troppo lungo (più di 3 ore), con una sceneggiatura poco convincente.
Molti altri non la pensano così e parlano di capolavoro e giù di lì: così il sito Sentieri del Cinema per il quale è "Imperdibile", Anche la Commissione Film della CEI lo giudica "consigliabile" e ne parla come di un "grande racconto epico, ecologista e spirituale". Ma di quale spiritualità parliamo? Quella della Madre Terra, divinizzata, da cui tutto proviene e tutto ritorna. Basta rispettare la Terra (ed essere tolleranti nei confronti dei "diversi") per vivere in perfetta armonia?
Il mio voto al film è 6,5 (interessante). Fa anche riflettere il fatto che, nonostante sia stato annunciato da mesi come il film dell'anno, al cinema eravamo in tutto una decina (sobh!).
Segnalo inoltre
- l'udienza di ieri di Papa Francesco (12° catechesi sul discernimento, dedicata alla "vigilanza");
- un articolo di p. Antonio Spadaro per La Repubblica di ieri ("Il futuro della Chiesa è la suspance") in cui esordisce citando lo scrittore Stig Dagerman:
"Mi manca la fede e non potrò mai, quindi, essere un uomo felice, perché un uomo felice non può avere il timore che la propria vita sia solo un vagare insensato verso una morte certa".
- un articolo di Aleteia sul nuovo libro di don Andrea Lonardo "Non siamo orfani", da cui vengono tratti "8 CONSIGLI PER UNA CATECHESI MENO PESANTE E PIU' ADATTA AI BAMBINI":
1/ Attenti al “gusto”
La catechesi è spesso troppo infantilistica e non desta alcun “gusto”, non fa assaggiare alcun nuovo “sapore”: si limita a proporre “attività” banali come disegnetti, parole da completare, puntini da unire, quiz, dinamiche di gruppo, cruciverba. L’esperienza cristiana e i suoi contenuti sono stati spesso mutati in “attività” per tener desta l’attenzione, con la preoccupazione di far fare qualcosa alle nuove generazioni quasi che essi avessero già “assaggiato” la novità della fede, mentre così non è. I bambini invece, hanno domande grandi e si interrogano sulla nascita e sulla morte, su Dio, sul bene e sul male, sulla scienza e la fede, sulla vita eterna, sulla felicità.
2/ La questione del “perché?”
Una catechesi più attrattiva è orientata a evidenziare le domande grandi che abitano il cuore ha permesso di rileggere tutti i contenuti della catechesi, in chiave di credibilità della fede. Cioè la questione più importante è divenuta quella del “perché”: perché si dovrebbe credere, perché l’uomo ha bisogno di Dio, perché Gesù è venuto, perché siamo cristiani e non di un altro orientamento religioso, perché esiste il male, perché, perché, perché?
3/ Ciò che si “tocca” a scuola
Le domande grandi dei bambini rifiutano una catechesi che non tocchi ciò di cui si parla a scuola. I bambini desiderano parole che mostrino come la fede e la cultura che vanno apprendendo a scuola non siano dire rette che non si incontrano mai. I genitori, a loro volta, vivono in un contesto in cui la fede non è conosciuta e talvolta è anche ingiustamente ridicolizzata .
4/ L’attenzione dei genitori
I genitori per primi, infatti, hanno bisogno di riscoprire la fede. Allo stesso tempo debbono riappropriarsi del loro compito di educatori. Perché nasca spontaneamente un dialogo fra le generazioni: questo è un consiglio fondamentale per pensare ad una catechesi che sia efficiente e concreta.
5/ “Cogliere” l’eucaristia
L’eucarestia non è vista come il premio che si riceve al termine del cammino, bensì come il pane che si condivide ogni domenica, giacché chi è battezzato da bambino è nutrito dalla liturgia, anche se ancora non riceve la Comunione.
6/ I fumetti
L’itinerario intende reagire alle immagini troppo brutte e fumettistiche che spesso vengono usate negli itinerari di catechesi, addirittura con giovani e adulti, quasi che essi non avessero un senso estetico o non dovessero maturarlo. Fin da piccoli, i bambini debbono, invece, essere educati alla dignità delle immagini e è a tutti evidente che sono in grado già di discernere un’immagine bella da uno schizzo di cattiva fattura. Un Gesù disegnato in maniera fumettistica mortificherebbe già il loro desiderio di grandezza e di novità, oltre che svilire la fede stessa.
7/ Itinerario di misericordia
Un altro consiglio importante per migliorare la catechesi. Le domande grandi dei bambini sono un itinerario di misericordia, perché conducono subito al cuore della fede, a quel Dio che non si limita a mandare libri o messaggeri agli uomini, ma si fa carne per “toccarci”. Subito annunzia che la Parola di Dio non è innanzitutto la Bibbia, ma la persona stessa di Gesù. Per questo propone sempre di nuovo poi l’incontro con la viva carne degli uomini, invitando i genitori a riscoprire come attestare questa misericordia innanzitutto in famiglia, suggerendo come divenire segno della bontà di Dio per i piccoli e i poveri.
8/ Una precisa struttura
Le domande grandi dei bambini hanno una precisa struttura che intendono proporre fin dall’inizio quale sia il cuore della fede, senza attendere di farla cogliere solo al termine dell’itinerario, dopo lunghissime tappe. L’essenziale vien detto fin dall’inizio, partendo dal presupposto che il cuore della fede non è oggi conosciuto, mentre del cristianesimo sono note solo un’infinità di particolari secondari. L’essenziale è semplice e come tale deve essere mostrato e donato.