Grest e oratori d'estate: quali speranze e proposte?
I più scettici - definendosi realisti - penseranno subito che nulla è possibile fare per l'estate in oratorio: grest, campi, eventi... ricordi bellissimi di cui avere solo nostalgia.
Avvenire oggi titola:"Oratori. Un'estate "diversa" ma la Chiesa non lascerà i ragazzi da soli".
L'articolo richiama un documento uscito pochi giorni fa dalla Pastorale Giovanile italiana: «Progetto per l'estate ragazzi in tempo di pandemia» dal titolo «Aperto per ferie».
Su internet troviamo qualche "timida" proposta;
- Anspi ("Era ora": sussidio completo in pdf)
- Oragiovane ("Kairos. Persi nel tempo")
- Oratori Diocesi Lombarde (sul gioco)
Avvenire:
Anche quest'estate la Chiesa non rinuncerà a fare quello che fa tutte le estati: prendersi cura dei bambini, dei ragazzi e dei giovani offrendo loro spazi di crescita, di amicizia e di svago. Tutto, ovviamente, andrà calibrato in base a ciò che i protocolli di sicurezza permetteranno di fare, ma l'emergenza coronavirus non ha fermato – e non fermerà – l'attenzione educativa, una delle dimensioni fondamentali che esprimono la vita della comunità cristiana soprattutto negli oratori.
Mentre si sta cercando di capire che estate sarà quella del 2020, l'Ufficio nazionale per la pastorale giovanile, assieme alla Segreteria generale della Cei, e in coordinamento con le realtà territoriali, ha proposto in questi giorni un «Progetto per l'estate ragazzi in tempo di pandemia» dal titolo «Aperto per ferie», pubblicato sul sito Chiciseparera.chiesacattolica.it. Un documento condiviso e sostenuto da molte associazioni, congregazioni e organismi come il Forum degli oratori italiani, ma anche Azione cattolica dei ragazzi (Acr), Associazione guide e scout cattolici italiani (Agesci), Associazione nazionale San Paolo Italia (Anspi), Scout d'Europa (Fse), Centro sportivo italiano (Csi), Congregazione San Filippo Neri, Centro oratori romani (Cor), Figli della Carità–Canossiani, Figlie di Maria Ausiliatrice, Giuseppini del Murialdo, Noi associazione, Salesiani don Bosco.
L'emergenza, si legge nel testo, non è finita, e il “dopo” dovrà essere oggetto di uno studio attento in tutti gli ambiti. Già da ora, però, «tra le tante necessità, si impone quella di un ritorno a quella che chiamiamo “vita normale”», anche se la ripresa di certo non ci riporterà lì «dove ci eravamo lasciati». La finalità generale, si legge nel documento, può essere espressa con uno slogan: «In questo momento non ci interessa riaprire gli oratori; ci interessa la vita dei ragazzi».
Mentre si sta cercando di capire che estate sarà quella del 2020, l'Ufficio nazionale per la pastorale giovanile, assieme alla Segreteria generale della Cei, e in coordinamento con le realtà territoriali, ha proposto in questi giorni un «Progetto per l'estate ragazzi in tempo di pandemia» dal titolo «Aperto per ferie», pubblicato sul sito Chiciseparera.chiesacattolica.it. Un documento condiviso e sostenuto da molte associazioni, congregazioni e organismi come il Forum degli oratori italiani, ma anche Azione cattolica dei ragazzi (Acr), Associazione guide e scout cattolici italiani (Agesci), Associazione nazionale San Paolo Italia (Anspi), Scout d'Europa (Fse), Centro sportivo italiano (Csi), Congregazione San Filippo Neri, Centro oratori romani (Cor), Figli della Carità–Canossiani, Figlie di Maria Ausiliatrice, Giuseppini del Murialdo, Noi associazione, Salesiani don Bosco.
L'emergenza, si legge nel testo, non è finita, e il “dopo” dovrà essere oggetto di uno studio attento in tutti gli ambiti. Già da ora, però, «tra le tante necessità, si impone quella di un ritorno a quella che chiamiamo “vita normale”», anche se la ripresa di certo non ci riporterà lì «dove ci eravamo lasciati». La finalità generale, si legge nel documento, può essere espressa con uno slogan: «In questo momento non ci interessa riaprire gli oratori; ci interessa la vita dei ragazzi».
Bisogni e opportunità
Per i più piccoli l'estate, senza la scuola, è da sempre uno «spazio utile a un'esperienza diversa di vita comunitaria», che oggi deve fare i conti con l'emergenza coronavirus e le nuove esigenze. Tra queste c'è la necessità delle famiglie «di affidare i propri figli a qualcuno» dopo il periodo della quarantena, in mesi caldi e con i genitori al lavoro. A ciò si aggiunge il bisogno di «un occhio di riguardo per gli adolescenti», ai quali è necessario «tornare a offrire un tempo di impegno» per non lasciarli «a casa nell'inedia». Il terzo bisogno, nota il documento, «è quello di non rinunciare alle attività educative dell'oratorio a oltranza». Perché da sempre i cortili degli oratori, deserti da settimane, sono luoghi «di relazioni, incontri, legami», soprattutto d'estate. Inoltre «i preti desiderano riprendere il loro ruolo di educatori e guide della comunità nel sostegno alle famiglie».
Ovviamente «la pandemia chiederà modalità nuove» che dipenderanno molto dagli spazi che si potranno aprire secondo le disposizioni delle autorità, ma anche in questo contesto emergono alcune opportunità. La prima è rappresentata della figura degli «adolescenti animatori», che sono «più sani» in questo momento, più tecnologici, creativi e flessibili: è l'ora di fidarsi davvero di loro e dare loro più responsabilità. La seconda opportunità riguarda i bambini e i ragazzi «che, stanchi di essere relegati in casa, hanno bisogno di recuperare il loro spontaneo istinto alle relazioni». La terza opportunità riguarda «la vita degli oratori» e la loro identità: adesso c'è l'opportunità concreta di aprire «un laboratorio per scoprire il futuro, a patto di imparare ad agire pensando».
Una strategia per fasi
Proprio perché ciò che si potrà aprire è ancora da definire, per non trovarsi impreparati la Pastorale giovanile nazionale propone un progetto per fasi. Scelta di fondo è quella «di organizzare l'esperienza estiva attorno all'idea di piccoli gruppi», formati da 8/10 ragazzi, con uno/due animatori (adolescenti), seguiti a loro volta da educatori più grandi (i giovani disponibili).
E la «Fase 0» consisterà proprio nella formazione dei gruppi, basata anche su criteri nuovi, non necessariamente quello delle fasce d'età. Una volta formati i gruppi gli animatori prenderanno contatto con i ragazzi online.
La «Fase 1», poi, si fonderà su attività gestite sul web, che abbiano anche un momento iniziale «ufficiale e condiviso con tutta la comunità». Le attività nelle giornate si svolgeranno attraverso Internet, sotto la guida degli animatori che potranno proporre online laboratori manuali, laboratori espressivi e giochi. Non dovrebbero mancare poi momenti di preghiera di inizio e fine giornata magari in collegamento con tutti: sarebbe il momento anche per comunicazioni e condivisioni più ampie. Infine, la rete potrebbe offrire diverse opportunità per sostituire le “gite”, ovvero il contatto con il territorio.
Se e quando sarà possibile uscire e ritrovarsi a piccoli gruppi si potrà dare inizio alla «Fase 2»: «Lo immaginiamo a luglio, oppure ad agosto quando difficilmente ci sarà l'esodo degli italiani verso le località di mare o montagna». Sempre a piccoli gruppi, gli animatori potranno accompagnare i ragazzi «in luoghi “spalmati” sul territorio in modo che avanzi l'idea di un oratorio diffuso in vari ambienti della comunità», in fasce orarie differenziate. Il tutto anche in accordo con le amministrazioni locali. Prenderà così forma un oratorio “arcipelago”, nei tempi e negli spazi. Non è certo per ora se si potrà arrivare a questa fase, ma andrà comunque preparata con precisione e nel rispetto delle regole.
Educazione e formazione
Il richiamo del documento è chiaro: «La Chiesa non chiude» e «non abbandona i ragazzi a sé stessi». L'impegno educativo, anzi, viene rinnovato. Fondamentale resta la formazione degli animatori: «Sarà cura del Servizio nazionale per la pastorale giovanile (lasciando la libertà ai territori e a quelle realtà che già hanno i loro percorsi) sviluppare moduli formativi on line che possano essere spesi e utilizzati anche dalle realtà più piccole e meno provviste di altri supporti». Per la realizzazione dell'intero progetto, inoltre, nelle prossime settimane verranno messi a disposizione strumenti e sussidi che terranno conto delle norme che verranno via via indicate.
Il richiamo del documento è chiaro: «La Chiesa non chiude» e «non abbandona i ragazzi a sé stessi». L'impegno educativo, anzi, viene rinnovato. Fondamentale resta la formazione degli animatori: «Sarà cura del Servizio nazionale per la pastorale giovanile (lasciando la libertà ai territori e a quelle realtà che già hanno i loro percorsi) sviluppare moduli formativi on line che possano essere spesi e utilizzati anche dalle realtà più piccole e meno provviste di altri supporti». Per la realizzazione dell'intero progetto, inoltre, nelle prossime settimane verranno messi a disposizione strumenti e sussidi che terranno conto delle norme che verranno via via indicate.