Omelia per la XX domenica del T.O. (18 agosto): "Sono venuto" a rompere le scatole!
Un profeta, una persona che parla sotto la spinta divina, è una persona che dà fastidio, che rompe le scatole, che svela le ipocrisie e i compromessi della società e dei potenti in primo luogo. Così Geremia: nella prima lettura viene raccontato il tentativo dei capi di eliminarlo. Così è per ogni vero profeta e così sarà per Gesù e lui ne è ben consapevole. Per questo, nel nostro brano, usa delle affermazioni apparentemente ambigue e paradossali che vanno ben comprese. Parla di fuoco, battesimo e pace/divisione:
1. FUOCO: "Sono venuto a gettare fuoco sulla terra e quanto vorrei che fosse già acceso": il fuoco brucia, ma anche scalda, illumina, purifica. Gesù è venuto a donarci il fuoco del suo Spirito perchè non rimaniamo nell'oscurità e nel freddo di un mondo indifferente e cinico. Ma accendere il fuoco significa entrare nella Passione, soffrire, pagare un prezzo alto. Nulla di importante si ottiene a basso prezzo.
2. BATTESIMO, che significa "immersione": entrare con Cristo nella morte per riemergere come creatura nuova, risorta. Questo è il significato del nostro battesimo. Per Gesù significa prepararsi a morire nella maniera più infamante: come un ladro o un assassino, deriso dalla gente, considerato un malfattore. Si prepara ad affrontare questo momento sempre più vicino, ma l'angoscia è inevitabile.
3. PACE E DIVISIONE: "Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione (anche nel seno dei propri familiari)". In realtà ci hanno sempre detto che Gesù è la nostra pace, che lui dona la pace, che lui è principio di unificazione e che il divisore è per antonomasia Satana. Cosa vuole dire Gesù?
Che c'è una pace "mondana" e una pace divina: quella del mondo è una pace fatta di compromessi, frutto di menefreghismo e di evasione dai problemi:
La fede cristiana non è l'oppio dei popoli: non è finalizzata ad addormentare le coscienze o a farci rassegnare davanti alle ingiustizie. Gesù non vuole discepoli addomesticati che familiarizzano con il divano e le pantofole, ma persone sveglie, critiche, fastidiose perchè vere e impegnate.Scansare i problemi procura pace, ma non è la volontà di Dio, è solo difesa dei propri spazi. Tendiamo tutti a cercare conferme se siamo in errore. E da qualche parte troveremo qualcosa o qualcuno che ci darà ragione. E stiamo in pace. Ma non è la pace di Cristo.Per contro l'azione dello Spirito Santo nel cuore di chi è sulla strada sbagliata è proprio l'inquietudine. Molto spesso è un sentimento di insoddisfazione verso sé stessi che ha riportato le persone a Cristo. Quante volte incontriamo persone che sono tornate alla Chiesa e ai sacramenti a causa di un santo disagio che avevano con il modo di vivere che stavano conducendo. (...)Il Vangelo di questa domenica ci chiama alla santa inquietudine, quella che non ci dà ragione se siamo in errore. Quella che ci fa crescere. Quella che ci rende figli di Dio e non camerieri del mondo. (F. Rosini)
Gesù, come ci ricorda la seconda lettura, ci vuole come atleti che combattono contro il male (e sanno togliersi di dosso "tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia") e corrono con perserveranza, allenandosi quotidianamente, tenendosi in forma e "tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento".
Lui avrebbe potuto starsene in pace, godendo del suo potere di figlio di Dio. Ma accetta di spogliarsi di ogni privilegio e di immergersi nella nostra storia. Accetta il disonore della Croce sopportando l'ostilità dei peccatori (per i quali donava la vita). Di fronte a tale esempio come potete perdervi d'animo? Come potete indietreggiare di fronte alle prove e alle difficoltà della vita?
E' questa la pace intima, interiore che ci dona: una forza che ci mantiene saldi di fronte alle difficoltà, che ci fa sentire amati, che ci illumina e dona speranza. Allora non importa se dobbiamo subire affronti anche dai nostri stessi familiari, se la nostra fede sembra causare più dissidi che altro. Chi, tra i familiari, non condivide la nostra fede sarà facilmente pronto a criticarci per le nostre incoerenze, a rinfacciarci ogni nostra debolezza. La pace che il Signore ci dona ci sprona ad andare avanti senza scoraggiarci e perderci d'animo: quanti familiari sono poi stati conquistati dalla fede di chi avevano prima disprezzato e hanno ringraziato coloro che li hanno aiutati a trovare o ritrovare la fede.