Nadia Toffa: la sua testimonianza e la bufala postuma


Non volevo parlare di Nadia Toffa: troppo clamore per una storia personale, struggente e insieme piena di umanità e di vita. Gli articoli che riporto di Avvenire, Aleteia e Famiglia Cristiana ne tratteggiano bene la sua figura e la sua umanissima e coraggiosissima testimonianza. Ciò che mi ha spinto a parlarne è l'ennesima bufala virale: "l'ultimo messaggio di Nadia". Parole che potrebbero ben adattarsi alla sua storia, ma che non sono sue. Parole pubblicate da siti cattolici (Il blog della preghiera, la pagina facebook "Io sono la vite e voi i tralci" e poi, via via, tutti coloro che, in breve tempo, lo hanno condiviso), siti che dovrebbero fare più attenzione a quello che pubblicano per non perdere di credibilità. Ma chi ha dato inizio a questo odioso falso?
L’ULTIMO MESSAGGIO DI NADIA TOFFA
Se si potesse vedere il mio corpo oltre le apparenze so’ che non riuscireste a riconoscere il mio volto, fa’ male in ogni secondo che respiro, ho dolore ovunque, il mio corpo fa’ male ed io non posso farci nulla, lui ha deciso di fare il suo corso senza di me!!!!!
Che mi stà succedendo??? voglio vivere, essere libera di vivere come è libera la mia anima, la mia mente e il mio corpo voglio vivere… respirare… gioire…. voglio abbracciare questa vita e goderne di ogni singolo secondo come dono, …… ma sono stanca, non ci riesco, devo riposare…. se riesco , il riposo è diventato un traguardo da raggiungere … ogni singolo cm del mio corpo fa male, voglio reagire cerco di farlo ma poi ritorno sul mio letto!!!
Vedo la vita in modo diverso, tutto mi è diventato banale…. potere soldi liti invidie desideri stupidi …. ahhhhh se questa umanità capisse la vita che è un dono e quanto darei per viverla senza questi dolori,senza la malattia !!!!!
Perché si passa una vita intera a rovinarla rincorrendo obiettivi terreni ??? quando il vero obiettivo è la vita in sé?!?!?
Inizio a dialogare con Dio, Signore mio, che sarà di me? della mia vita? della mia famiglia? …
In quei momenti mi rendo conto che nulla è mio … mi era solo in prestito.. .. mi aggrappo a Dio, inizio a vedere la vita dall’alto al basso …. mi affido completamente nelle braccia di Dio … mi rendo conto che era li …il mio posto dal mio primo respiro!!!!!
Alla fine ciò che conta è come l’hai affrontata questa vita.Contano gli esempi dati, i ricordi che lasci,gli affetti curati,i legami creati…conta
l’ impronta che lasci su questa terra.
RINGRAZI CHI TI HA DONATO UN SORRISO E PERDONI CHI TI HA DATO ALTRO …

Famiglia Cristiana:
In una recente intervista al Corriere della sera, Nadia Toffa, l'inviata e conduttrice delle Iene morta a 40 anni, aveva confessato: «Quando mi sono sentita male per la prima volta, mi sono tornate in mente le preghierine che recitavo da piccola. Se mi hanno fatto bene? Sono state come un abbraccio. E ne avevo tanto bisogno».
La sua battaglia contro il cancro è iniziata nel gennaio 2017 a Trieste: Nadia fu trasferita in elisoccorso al San Raffaele di Milano per iniziare gli accertamenti. Due mesi dopo tornò dietro il bancone delle Iene e raccontò ai colleghi e al pubblico la sua malattia: «Non lo sapeva nessuno. Ho pensato tanto a questo momento... Fra di noi c'e' sempre stata sincerità». Lo scorso ottobre aveva pubblicato "Fiorire d'inverno, nel periodo più difficile dell'anno", un libro in cui aveva raccontato quanto stava vivendo, provando a lanciare un messaggio di rinascita e di speranza, Aveva scritto di aver tentato di trasformare il cancro «in un dono, un' occasione, una opportunità», parole che le erano costate attacchi dagli hater del web e critiche (molti hanno pure insinuato che si era inventata tutto solo per farsi pubblicità),ma conquistando il plauso del mondo della scienza per l'invito ai malati a seguire le uniche cure certe, la chemio e la radioterapia.
E aveva instaurato un filo diretto con i suoi fan, tra sorrisi e immagini postate anche dal letto d'ospedale. Un dialogo che si era interrotto da alcune settimane, mettendo in allarme il suo pubblico, preoccupato per il possibile aggravarsi delle sue condizioni. Del resto, a maggio non aveva partecipato all'ultima puntata delle Iene: «La conduttrice - aveva spiegato il programma - ha intrapreso una cura un pò stancante e ha deciso di conservare le energie riposandosi a casa». 
Sono stati proprio i suoi colleghi delle Iene a dare la notizia della sua morte con un messaggio sulla pagina Facebook del programma. «Hai combattuto a testa alta, col sorriso, con dignità e sfoderando tutta la tua forza, fino all'ultimo, fino a oggi», si legge «Sei riuscita a perdonare tutti, anche il fato, e forse anche il mostro contro cui hai combattuto senza sosta: il cancro. E dato che sei stata in grado di perdonare l'imperdonabile, cara Nadia, non ci resta che sperare con tutto il cuore che tu sia riuscita a perdonare anche noi, che non siamo stati in grado di aiutarti quanto avremmo voluto. Ed ecco le Iene che piangono la loro dolce guerriera, inermi davanti a tutto il dolore e alla consapevolezza che solo il tuo sorriso, Nadia, potrebbe consolarci, solo la tua energia e la tua forza potrebbero farci tornare ad essere quelli di sempre. Niente per noi sarà più come prima».
Nadia Toffa era diventata inviata delle Iene nel 2009, segnalandosi per importanti inchieste sulle truffe ai danni del servizio sanitario nazionale, sulle slot machine, sullo smaltimento del traffico di rifiuti illegali in Campania, sull'Ilva di Taranto (che le ha conferito la cittadinanza onoraria), sull'infanzia violata. Nel 2016 era stata promossa alla conduzione del programma. Ha raccontato il suo impegno sociale e di denuncia in libri come Quando il gioco si fa duro, uscito nel 2014, dedicato al problema dell'azzardopatia, e ha ricevuto tra l'altro il Premio internazionale Ischia di giornalismo nel 2015 e il premio Luchetta nel 2018. 
Sempre nell'intervista al Corriere, Nadia aveva aggiunto di aver paura «che mia madre resti sola. Penso che le madri non dovrebbero mai restare da sole, senza i figli. È troppo». L'ultimo suo messaggio su Facebook è datato 1° luglio e la mostra su un letto d'ospedale con il suo bassotto: «Io e Totò unite contro l'afa.. e dalle vostre parti come va? Vi bacio tutti, tutti, tutti». 
 Avvenire:
Dopo una lunga battaglia contro il cancro è morta a 40 anni Nadia Toffa, storica conduttrice e inviata de "Le Iene".
Lo ha annunciato stamattina lo staff della trasmissione tv.
"Hai combattuto a testa alta, col sorriso, con dignità e sfoderando tutta la tua forza, fino all'ultimo, fino a oggi", si legge sulla pagina Facebook de Le Iene.
Sarà don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, a celebrare i funerali di Nadia Toffa, il 16 agosto alle 10,30 nel Duomo di Brescia. Lo ha annunciato lo stesso Patriciello sulla sua pagina Facebook. "Nadia ha voluto che fossi io a celebrare il suo funerale. Mi costa molto, ma vado a Brescia volentieri e con grande riconoscenza. Partirò nel pomeriggio di Ferragosto per trovarmi in chiesa alle 10,30 del 16. Ho il dovere di portarle tutto l'affetto e la gratitudine degli abitanti della "Terra dei fuochi"".
Toffa per anni si è battuta per le popolazioni della Terra dei Fuochi. "Era il 2013", ricorda su Facebook Patriciello, "e il resto dell'Italia non conosceva ancora il dramma di Terra dei Fuochi, il genocidio che ormai da oltre un decennio colpisce le province di Napoli e Caserta nell'indifferenza delle istituzioni, dei tanti politici e di tutte quelle 'figure' che rispetto al problema si sono avvicendate in questi anni. Tante chiacchiere, molte promesse! Tutto in fumo. Nadia Toffa, inviata delle Iene, arrivò con la sua troupe sul nostro territorio, incontrò gli attivisti storici e con i suoi servizi, anche contestati da molti negazionisti che le hanno augurato la morte, accese i riflettori sul nostro dramma".
Don Maurizio Patriciello e Nadia Toffa
Don Maurizio Patriciello e Nadia Toffa
"In questi anni - conclude il sacerdote - Nadia Toffa non ha mai abbandonato il popolo campano, e durante le sue interviste il suo sorriso solare e rassicurante si spegneva solo di fronte al dolore degli intervistati. Sapeva sostenere, essere vicina a chi soffriva, a chi aveva subito il torto più grande per un essere umano. Quel che è veramente cambiato, è che oggi Nadia non c'è più lasciandoci sgomenti, mentre la Terra dei Fuochi brucia ancora, brucia sempre, brucia di più. Continua a toglierci il respiro e la vita".
La camera ardente è stata allestita al teatro Santa Chiara - Mina Mezzadri di Brescia, in contrada Santa Chiara 50. 
Nata a Brescia nel 1979 e laureata in lettere a Firenze, le prime apparizioni sul piccolo schermo sono arrivate all'età di 23 anni in due reti locali: prima ha debuttato su Telesanterno, in Emilia-Romagna, poi il passaggio a Retebrescia, dove ha lavorato per quattro anni. Il grande salto a "Le Iene" è arrivato nel 2009, con numerosi servizi e inchieste su truffe farmaceutiche, smaltimento illegale di rifiuti e gioco d'azzardo. Proprio sul fenomeno dell'azzardopatia, nel 2014 ha fatto uscire il suo primo libro dal titolo "Quando il gioco si fa duro". Un altro importante traguardo per Nadia Toffa è costituito dalla vittoria del "Premio Luchetta", che si è che si è aggiudicato insieme a Marco Fubini, a giugno 2018: a valerle il premio è stato un servizio incentrato sulla prostituzione minorile nella periferia barese. 
A stravolgere la vita dell'inviata è un malore nel dicembre del 2017 che l'ha costretta a una pausa dal lavoro. Al suo ritorno in tv, due mesi più tardi, ha rivelato la natura della sua malattia: "Ho avuto un cancro". Poche settimane dopo, Nadia Toffa ha pubblicato un libro dal titolo "Fiorire d'inverno" in cui ha raccontato la propria esperienza alle prese con la malattia "Vi spiego come sono riuscita a trasformare quello che tutti considerano una sfiga, il cancro, in un dono, un'occasione, una opportunità" così si presentava il racconto. In particolare la parola "dono" associata alla malattia ha scatenato una serie di polemiche e prese di distanza. La giornalista è stata accusata di aver semplificato un argomento troppo delicato.
Dopo l'uscita del libro, Nadia Toffa aveva continuato a pubblicare sui canali social gli aggiornamenti sulla sua salute, sui cicli di chemioterapia e sugli impegni in tv con "Le Iene", stavolta nel ruolo di conduttrice. "Sono come mi vedete, sono me stessa" si descriveva nella sua bio di Instagram.
Innumerevoli i messaggi di cordoglio per la morte di Nadia. Tra tutti, ricordiamo quello del presidente Sergio Mattarella, che si dichara "colpito dalla prematura scomparsa" e "ricorda la vivacità e simpatia del suo impegno di giornalista e il coraggio con cui ha affrontato la malattia".
Aleteia:
Il suo dolore, il suo fardello, quello che le era toccato e del quale diceva “è mio, devo portarlo” e al quale aveva osato riconoscere lo status di “dono” , l’aveva sorpresa nel 2017. Durante una trasferta a Trieste per un servizio aveva accusato un malore e la diagnosi non aveva tardato a raggiungerla: cancro.
Bene, anzi male, nessuno vuole il cancro, il cancro è una brutta notizia, racconterà nel pieno della battaglia, il viso gonfio e i tratti alterati dall’aggressività delle cure, in una commovente intervista a Verissimo, di fronte a Silvia Toffanin. Eppure ha mostrato una dignità e una forza che meritano, anzi esigono il nostro rispetto e tutto il conforto spirituale che possiamo assicurarle con le nostre preghiere. E meritano anche la nostra gratitudine: chiunque si metta alla testa di una cordata per una parete così ripida e insidiosa e nel frattempo sostenga i compagni di salita con parole di incoraggiamento è un vero benefattore.
Dipenderà dal fatto che, forse, è il primo ad intravvedere la cima?

La carriera come conduttrice

Prima di diventare un volto noto al grande pubblico aveva fatto gavetta in emittenti locali; dal debutto in Telesanterno, passando in seguito a Retebrescia, dove lavora per quattro anni, ci ricorda la pagina di Wikipedia. Del 2009 è l’inizio della sua collaborazione per Le Iene, prima come inviata in seguito anche come conduttrice.
Tra i servizi più caldi per tematiche affrontate e nervi scoperti toccati, ci sono quello sulla diffusione delle slot machine (cui era seguito anche un libro) e quello sul crescente numero di tumori nella zona inequivocabilmente detta “triangolo della morte”, tra Napoli e Caserta.
Alla conduzione, prima della puntata infrasettimanale poi di quella domenicale, Nadia giungerà solo del 2016. Con i colleghi Giulio Golia, Marco Viviani, Nicola Savino (tra gli altri) ha stretto un legame intenso, che dalla condivisione professionale è tracimato in una vera amicizia.
Ecco come la ricorda via Instagram Giulio Golia
A Nadia piacevano i contrasti, sembra, le cose difficili e insieme buone, come può esserlo il carattere irsuto e dolce di un orso buono. Come è stata di fatto la sua battaglia con la malattia. La stessa che, a tratti, mostrava il suo volto paradossale di alleata.

Le battaglie e la battaglia

Tra le tante battaglie nelle quali si era arruolata non possiamo dimenticarne più di una tutt’altro che condivisibili, ma non è giusto ricordarle adesso, certi del fatto che non conosciamo a fondo il cuore di nessuno né i progressi che possa avere fatto in ordine alla verità, proprio grazie alla durezza del tratto finale del suo cammino. Io ne sarei capace? C’è da pregare per questo, ognuno preparandosi alla prova decisiva della propria vita, quando sarà in prossimità della fine. Quando l’ora coinciderà con quell’ora.
Nadia ha reagito subito all’urto della malattia cercando, forse inizialmente con una certa fretta, di mostrare i lati positivi della sorte che le era toccata e poi via via approfondendo insieme alla sofferenza e alla consapevolezza della propria fragilità, anche la certezza di un destino buono per sé, per tutti.
Colpiscono davvero le sue parole (a me viene da piangere, ma non faccio testo), autorevoli per forza data la sua condizione, quando già nel 2018, mentre il cancro si era da poco ripresentato, era tornata negli studi Mediaset ospite di Silvia Toffanin e aveva parlato del dolore, delle prove, delle sofferenze con una serietà così disarmata e uno spicchio di gioia così irriducibile per le quali dobbiamo solo esserle riconoscenti.
La chiamavano la guerriera perché sapeva bene di avere a che fare con un nemico. E perché aveva intenzione di vincere: la vita è una faccenda interessante, da non lasciarsi sfuggire per distrazione o pusillanimità, diceva con il suo resistere a suon di sorrisi, incoraggiamenti e dimostrazioni di affetto che andava a prendersi a piene mani. Ma proprio nel cuore della battaglia sembrava avere imparato il segreto, quello per cui siamo di fatto tutti uguali o addirittura si può essere privilegiati a trovarsi in prima linea, ai ferri corti con il nemico più forte.
La vita è ora, la vita è un dono, per questo il miglior assetto “in battaglia” è proprio la gratitudine.
Il Signore non è cattivo, ci mette di fronte secondo me a sfide che possiamo affrontare. Questa è la mia sfida. Io all’inizio mi chiedevo: “Perché proprio a me?” Perchè, Silvia, chi è che vuole il cancro Silvia, parliamone, nessuno! E’ una brutta notizia, no? però poi mi sono detta, “ma perché non a me? Perché non a me! E’ pieno di bambini che muoiono il primo giorno di vita. Pensa a quei genitori. Questo è il mio dolore e me lo devo portare, è il mio fardello.(…)
Sentendola parlare dei bimbi colpiti all’inizio della propria vita, subito strappati all’amore dei genitori, ho pensato a questa e storia (e tante altre simili), guardatela.
Sa bene che potrà non vincere la sfida terrena con la malattia ma sa che è chiamata a restare presente a sè stessa, nelle circostanze che le sono date. “Non bisogna mollare”, dice. E prosegue aumentando l’enfasi:
Il Signore non è crudele, non ci vuol vedere soffrire. Io in Dio ci credo e penso che non sia cattivo.
Il pubblico scoppia in un “brava!” e in un caldo applauso. Come ha potuto parlare così del Signore proprio mentre la vita sembrava così ingiusta?

La fede: il finale è solo quello ultraterreno

Servono gli occhi acuti della fede, serve l’esperienza di un pugnace abbandono per riconoscere, nella prova, proprio mentre picchia più duro, gli indizi amorosi del più tenero dei Padri. Che regalo, ci ha fatto Nadia, condividendo con tutti questa sorprendente scoperta.
In una recente intervista al Corriere aveva raccontato
Quando mi sono sentita male per la prima volta, mi sono tornate in mente le preghierine che recitavo da piccola. Se mi hanno fatto bene? Sono state come un abbraccio. E ne avevo tanto bisogno.
Anche questo prova come i piccoli semi, ben piantati, fioriscano o rifioriscano a tempo debito.
E ora penso all’Altro per eccellenza, l’unico decisivo interlocutore, taciuto, cercato, ritrovato. Penso al Signore, al mio, che è il suo, l’unico per tutti a prescindere dal momento in cui ci è dato di intravvederne il volto. E provo ad immaginare la gioia che avrà provato nel vedere il cuore di una figlia aprirsi via via sempre di più a Lui. Non fa come noi Dio, che non appena mostriamo la nostra debolezza dopo anni di arrogante disinteresse nei suoi confronti, si affretta a rinfacciarcelo, a dirci “vedi che da solo non ce la fai? Ora arrangiati”. Va subito al sodo e ci offre quello che solo Lui può darci e che ogni cuore, pur negandolo a sé stesso, cerca: il suo perdono e con esso la vita piena, intera e che non finisce.
Ecco perché di Nadia non posso che dire che ha davvero, definitivamente,tutta la vita (vera) davanti.

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