XIX domenica del T.O. (11 agosto 2019): "Beati quei servi che il padrone troverà svegli"
"Non temere piccolo gregge, perchè al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno"
"Non temere", esortazione che troviamo spesso nella Bibbia: non essere preda della paura e dell'ansia. Non temere di essere un "piccolo gregge", pochi e, agli occhi del mondo, insignificanti. Anche se tanti si proclamano cristiani o credenti, quanti seguono coerentemente il Signore? E noi siamo tra questi pochi? E' a quei pochi che al Padre è piaciuto dare il Regno, affidare il suo progetto di salvezza, un mondo ideale (e ultramondano) che siamo chiamati a costruire qui in terra "come in cielo".
Questa è la vera ricchezza donata: il Regno. Se accogliamo questo, accogliamo un tesoro che nessuno potrà toglierci. Ma attenzione: se continuiamo ad attaccarci alle ricchezze del mondo, il nostro cuore sarà schiavo di esse perchè "dov'è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore". Per questo ci esorta, in maniera "esagerata" o provocatoria: "vendete ciò che possedete e datelo in elemosina".
E' Dio il vero bene, ciò che deve occupare tutto il cuore del cristiano (...). È una questione di libertà: non farci possedere dai beni materiali, ma piuttosto esserne noi realmente i padroni. La ricchezza materiale, infatti, può occupare il “cuore” e generare una crescente ansia di possedere ancora, una vera e propria dipendenza. (Parola di vita, agosto 2019)Interviene Pietro: "questo lo chiedi a noi o a tutti?"
Risponde indirettamente Gesù: "A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto". Ogni dono divino è anche una responsabilità: quella di fidarci di Dio e di amministrare i suoi beni per il bene comune. A chi ha dato di più è chiesto di più: se sei un discepolo stretto o una persona che ha autorità nella Chiesa sei chiamato a dare di più, ad essere più radicale.
Pensiamo al giovane ricco del Vangelo: chiede cosa fare per ereditare la vita eterna e Gesù gli ricorda l'osservanza dei comandamenti (in particolare di quelli relativi al rapporto con gli altri). Ma il giovane che già segue i comandamenti desidera qualcosa di più. Gesù, guardandolo con amore, lo invita allora a vendere i suoi beni e a seguirlo, cosa che il giovane ricco non riuscirà a fare perchè troppo attaccato alle sue ricchezze. Se ne và per la sua strada triste e desolato.
Gesù ci chiede radicalità. Ci chiede di liberarci da ciò che ci opprime. Ci chiede vigilanza. E' proprio per sottolineare questa priorità che racconta le tre parabole del brano di oggi:
- nella prima c'è l'invito ad essere pronti ad accogliere il Signore. L'attesa "notturna" indica un desiderio, un legame profondo, intimo. E questa intimità sarà ripagata dal Padrone che si farà loro servo, che si mette a servirli. "Beati loro"!
- nella seconda distingue "l'amministratore fidato e prudente" (che metterà a capo di tutti i suoi averi, anch'esso definito "beato") da quello che sfrutta il suo ruolo e il suo potere per "percuotere" e sfruttare per sè la ricchezza che amministra: quest'ultimo sarà "punito severamente" per la sua infedeltà.
- nella terza distingue i credenti da coloro che non conoscono Cristo e il Vangelo: i primi hanno ricevuto molto e molto più gli è chiesto rispetto a coloro che hanno ricevuto di meno.
Teniamoci pronti ad accogliere il Signore allenandoci ad accogliere chi è nel bisogno e condividendo con loro quanto "amministriamo" di beni materiali e spirituali: è questo che ci tiene svegli!