Preghiera del catechista
(Tonino Lasconi)
Signore Gesù,
nonostante i miei limiti
le mie paure
e i miei numerosi impegni,
accetto di fare il catechista,
perché tu, lasciando la terra,
hai detto ai tuoi discepoli:
"Andate in tutto il mondo
e predicate il vangelo
a ogni creatura".
Non ti chiedo di essere capace
di scacciare i demoni,
di guarire i malati,
di prendere in mano serpenti
o di bere veleni
senza subire danni.
Ti chiedo di concedermi
intuito vivace,
fantasia fervida,
parola efficace.
Per farti conoscere al meglio,
e per farti scegliere
come via verità e vita
da coloro
che mi sono affidati.
Questo puoi concedermelo.
Anzi,
se posso permettermelo,
devi concedermelo.
«Attraverso la più spessa muraglia di una prigione buia e sotterranea, la più piccola fenditura è sufficiente per attestare il sole. Così è in questo mondo opaco e pesante, un incontro furtivo con un santo è sufficiente per attestare Dio».
Henri de Lubac
Famiglie come monasteri
Ciò che in Europa durante il crollo dell’Impero romano e le invasioni barbariche hanno fatto i monasteri benedettini, oggi nell’impero della nuova barbarie spirituale-antropologica lo possono fare le famiglie credenti. E grazie a Dio esistono ancora. (...) Le famiglie credenti saranno le vere fortezze. E il futuro è nelle mani di Dio.
Carlo Caffarra, Prediche corte Tagliatelle lunghe, Spunti per l’anima

Piccole comunità, opere grandiose
In quella distruzione totale di tutto che fu la caduta dell’Impero romano, Benedetto si ritirò con alcuni suoi amici nel bosco di Subiaco, semplicemente “per servire il Signore” dice nella sua Regola. Però da quel piccolo gruppo è stata generata una nuova Europa. Cioè vedete le piccole comunità sono piccole – certo – quantitativamente, ma una delle regole che il Signore segue nel Suo agire, è che Lui fa le opere grandi con le forze piccole. Questo nella Bibbia è chiarissimo. Abbiamo letto in questi giorni la storia di Gedeone: manda a casa l’uno, manda a casa gli altri, dice il Signore, e sono rimasti qualche centinaio contro un esercito di migliaia e migliaia, e il Signore ha vinto. Il santo Curato d’Ars diceva: “Vedete, il Signore con Gedeone si è servito di una mascella d’asino per vincere i suoi nemici. Pensate cosa non può fare con me che sono un asino tutto intero!”. Quindi queste piccole comunità come la vostra sono i luoghi della fioritura della nuova società, sono i luoghi dove si pongono le basi per la vera città degli uomini, e anche per la guida e un orientamento nella Chiesa.
Carlo Caffarra, Prediche corte Tagliatelle lunghe, Spunti per l’anima

Con il denaro puoi comprare una casa, ma non una famiglia,
un orologio, ma il tempo;
un letto, ma non il sonno;
un libro, non la conoscenza.
Con il denaro può pagare un medico ma non la salute
puoi comprare il sesso ma non l’amore
una posizione, ma non il rispetto
compagnia, piaceri, risate, ma non veri amici.
Con il denaro può comprare il cibo, ma non l'appetito;
una casa, ma non la famiglia;
lo svago, ma non la felicità;
un crocifisso, ma non la fede;
un posto nel cimitero, ma non nel cielo.

Ama la tua parrocchia (Paolo VI, omelia inaugurazione parrocchia N.S. di Lourdes, Roma 23-2-1964)
Collabora, prega e soffri per la tua parrocchia, perché devi considerarla come una madre a cui la Provvidenza ti ha affidato: chiedi a Dio che sia casa di famiglia fraterna e accogliente, casa aperta a tutti e al servizio di tutti. Da' il tuo contributo di azione perché questo si realizzi in pienezza. Collabora, prega, soffri perché la tua parrocchia sia vera comunità di fede: rispetta i preti della tua parrocchia anche se avessero mille difetti: sono i delegati di Cristo per te. Guardali con l'occhio della fede, non accentuare i loro difetti, non giudicare con troppa facilità le loro miserie perché Dio perdoni a te le tue miserie. Prenditi carico dei loro bisogni, prega ogni giorno per loro.
Collabora, prega, soffri perché la tua parrocchia sia una vera comunità eucaristica, che l'Eucaristia sia "radice viva del suo edificarsi", non una radice secca, senza vita. Partecipa all'Eucaristia, possibilmente nella tua parrocchia, con tutte le tue forze. Godi e sottolinea con tutti tutte le cose belle della tua parrocchia. Non macchiarti mai la lingua accanendoti contro l'inerzia della tua parrocchia: invece rimboccati le maniche per fare tutto quello che ti viene richiesto. Ricordati: i pettegolezzi, le ambizioni, la voglia di primeggiare, le rivalità sono parassiti della vita parrocchiale: detestali, combattili, non tollerarli mai!
La legge fondamentale del servizio è l'umiltà: non imporre le tue idee, non avere ambizioni, servi nell'umiltà. E accetta anche di essere messo da parte, se il bene di tutti, ad un certo momento, lo richiede. Solo, non incrociare le braccia, buttati invece nel lavoro più antipatico e più schivato da tutti, e non ti salti in mente di fondare un partito di opposizione!
Se il tuo parroco è possessivo e non lascia fare, non farne un dramma: la parrocchia non va a fondo per questo. Ci sono sempre settori dove qualunque parroco ti lascia piena libertà di azione: la preghiera, i poveri, i malati, le persone sole ed emarginate. Basterebbe fossero vivi questi settori e la parrocchia diventerebbe viva. La preghiera, poi, nessuno te la condiziona e te la può togliere.
Ricordati bene che, con l'umiltà e la carità, si può dire qualunque verità in parrocchia. Spesso è l'arroganza e la presunzione che ferma ogni passo ed alza i muri. La mancanza di pazienza, qualche volta, crea il rigetto delle migliori iniziative.
Quando le cose non vanno, prova a puntare il dito contro te stesso, invece che contro il parroco o contro i tuoi preti o contro le situazioni. Hai le tue responsabilità, hai i tuoi precisi doveri: se hai il coraggio di un'autocritica, severa e schietta, forse avrai una luce maggiore sui limiti degli altri.
Se la tua parrocchia fa pietà la colpa è anche tua: basta un pugno di gente volenterosa a fare una rivoluzione, basta un gruppo di gente decisa a tutto a dare un volto nuovo ad una parrocchia. E prega incessantemente per la santità dei tuoi preti: sono i preti santi la ricchezza più straordinaria delle nostre parrocchie, sono i preti santi la salvezza dei nostri giovani.
P.S.: Alcuni nostri utenti hanno messo in dubbio che la frase sia attibuibile al Papa Paolo VI, infatti sul sito vaticano viene riportata l'omelia indicata ma senza questa parte: e a quel tempo l'intervento a braccio non sembra pensabile.
https://www.qumran2.net/ritagli/index.php?autore=Paolo%20VI