Il decalogo della pastorale giovanile secondo don Armando Matteo
Crescere in una società senza adulti /1: i giovani si trovano a vivere in una società “senza adulti”.
...Nessuno può diventare adulto senza la mediazione di un altro adulto, allo stesso modo in cui nessuno può passare ad una «fede bambina» a una «fede adulta» senza la testimonianza di un adulto credente. Assolutamente pertinenti sono, perciò, le parole del Documento Preparatorio del sinodo: «Il ruolo di adulti degni di fede, con cui entrare in positiva alleanza, è fondamentale in ogni percorso di maturazione umana e di discernimento vocazionale». Iniziare a pensare alla pastorale giovanile vocazionale significherà partire da questa nuova condizione in cui le nuove generazioni si trovano ad affrontare il loro cammino: quella di chi è chiamato a crescere in una società senza adulti.Se credere non è più di moda /2: oggi la fede costa, fa differenza, crea impegni, impone scelte controcorrente.
Ripartire dagli adulti /3: 1° principio di Pastorale Giovanile Vocazionale....la scelta del credere (non è più solo) una delle tante possibilità dell’esistenza umana; quella del credere diventa, in verità, giorno dopo giorno, una scelta minoritaria; di più, diventa un’opzione di cui non essere più orgogliosi e fieri (...): «Occorre un outing della fede?».
...lo stesso numero di ore che una comunità dedica ai giovani, per incontri, momenti di preghiera, spazi di lettura biblica condivisa, occasioni di festa, deve essere speso per il mondo degli adulti. E qui con adulti ci si riferisce a coloro che sono nati tra la metà degli anni Quaranta e la fine degli anni Settanta. Insomma, non parliamo dei nonni dei nostri ragazzi; parliamo dei loro adulti di riferimento sia in famiglia che in società.La vocazione all’adultità /4: 2° principio: Si diventa adulti nella misura in cui si è capaci di dimenticarsi di sé in vista della cura d’altri;
La domenica al centro /5: 3° principio.
Ci potrebbe essere una spiritualità più autentica, più liberatoria, più umanizzante di quella che si nutre della dimensione della festa, della gioia e della fraternità? E non sono, questi, tutti doni della domenica?Insegna a pregare /6: 4° principio.
La Chiesa non può più restare un luogo dove si prega. Deve assumere anche la forma di un luogo ove si apprende a pregare.Credi di più nella Bibbia /7: 5° principio.
...il contatto domenicale con la Parola non è sufficiente per far sorgere un adulto credente all’altezza di quanto richiesto da Lumen fidei. Serve più Bibbia in ogni giorno di vita delle nostre comunità.Una fede a schemi non funziona più /8: 6° principio.
Per la Pastorale giovanile vocazione non si tratta più della consegna di un pacchetto di dottrine e di istruzioni, valevoli per tutti e per ogni occasione dell’esistenza. È tempo, piuttosto, di invitare ciascuno a percepire l’amore di Dio e di accompagnarlo ad assumere lo sguardo di Gesù sulla propria vita,Sacramenti e solidarietà /9: 7° principio:
Unisci sempre sacramenti e carità. Indicazione che ci spinge a lavorare affinché la partecipazione alle opere di carità della parrocchia e alle esperienze di volontariato sia sempre di più proposta e richiesta quale elemento di verifica del cristianesimo interiorizzato. E dell’assunzione del carattere missionario proprio della fede, che i sacramenti dell’iniziazione indicano e propiziano.Scommettere sulla creatività digitale /10: 8° principio:
Sono loro che debbono e possono aiutarci a costruire una Chiesa 2.0. Se non ci lasceremo aiutare da giovani, il rischio è di trasformarci in roba da museo 2.0!A scuola dai monaci /11: 9° principio.
"Nella fine, l'inizio"/12: 10° principio:
A me pare sia giunta l’ora che ogni comunità cristiana rediga una sorta di “carta di identità dell’adulto credente” da offrire proprio ai giovani. In essa potrebbero essere indicati alcuni elementi essenziali per reggere cristianamente alla vita adulta contemporanea: quanto spazio dedicare ogni giorno alla preghiera, per esempio, e come vivere questa preghiera; quali testi evangelici si dovrebbero avere sempre sottomano per i momenti di decisione o di fatica interiore; quali opere di carità poter scegliere in quello specifico contesto sociale; quali impegni poter assumere all’interno della parrocchia… ed altro ancora.***
Vedi anche l'elaborazione del DECALOGO (di pastorale giovanile vocazionale) in Armando Matteo, La Chiesa che manca, San Paolo 2018:
- Spendi il massimo delle tue energie per convertire gli adulti nel compito educativo. Senza gli adulti non c'è generazione alla fede. Senza adulti non vengono al mondo altri adulti. La trasmissione della fede e la generosità intergenerazionale sono la loro vocazione specifica. Questo è il dinamismo fisiologico. Qui si deve prioritariamente realizzare il principio fondamentale della nuova pastorale giovanile vocazionale, secondo il quale è l'intera comunità che si fa carico e si prende cura dei giovani.
- Insegna a tutti ad onorare la vocazione all'adultità propria di ogni essere umano. Tutti siamo chiamati a diventare adulti. Quella dell'adultità - ovvero la risposta alla domanda "per chi sono io?" (P. Sequeri) è la forma zero di ogni altra vocazione ed è la premessa di un vero e pieno compimento di sè.
- Riscopri la centralità del terzo comandamento. Che cosa intendiamo lasciare come eredità dell'intero percorso dell'iniziazione cristiana ai nostri ragazzi e ai nostri adolescenti? Questo è il nodo critico da affrontare oggi: la vita cristiana si nutre la domenica e di domenica. Si nutre dell'incontro eucaristico con il Signore Gesù, dell'incontro con la comunità, con i propri familiari e amici ed infine con se stessi. Per questo è opportuno tener desto il carattere "festivo" dei giorni festivi.
- Insegna a pregare, Sempre. Senza preghiera non c'è fede.
- Credi di più nella Bibbia. La Bibbia sia come l'anima del catechismo. Il cristianesimo è in verità colui che guarda il mondo come Gesù: da qui la necessità di sviluppare una decisa familiarità con la Scrittura come obiettivo minimo del credente futuro possibile.
- Esci dagli schemi e pensa per singolarità. Non sforzarti di incasellare i giovani negli schemi/negli itinerari del tuo catechismo, ma cerca di adattare questi ultimi al giovane che hai davanti. Bisogna imparare ad aiutare ciascuno a trovare il proprio sentiero verso il luogo del proprio incontro con il Dio del Vangelo.
- Unisci sempre sacramenti e carità. L'esperienza del volontariato e della partecipazione alle opere di carità della parrocchia sia pertanto presentato e proposto come elemento di verifica del cristianesimo interiorizzato e dell'assunzione del carattere missionario proprio della fede.
- Scommetti sulla creatività digitale delle nuove generazioni. Se non da qui, da dove dovrebbe partire e svilupparsi quel protagonismo dei giovani, considerato oggi come secondo un principio fondamentale della nuova pastorale giovanile? Lasciamoci istruire da essi ad abitare e ad evangelizzare questo universo digitale e accompagniamoli con la massima fiducia nella costruzione di una nuova e più bella Chiesa 2.0.
- Impara dai monaci l'arte del silenzio e della contemplazione. L'autentica spiritualità cristiana non è fatta solo di parole e di prediche, ma anche di spazi di interiorità. Permetti ai giovani di ritrovare se stessi, di gustare l'esperienza della solitudine non come spazio dello stare da soli, ma quale tempo per stare con se stessi, con le proprie domande, con le proprie ferite e delusioni e infine con i propri desideri e sogni.
- Abbi sempre molto chiaro in mente cosa significhi "essere adulto credente" nel contesto specifico nel quale ti trovi a lavorare. Ogni volta che metti mano ad un progetto, chiediti dove miri, quale modello di adulto credente desideri proporre alle persone alle quali ti rivolgi. Devi perciò pensarne concretamente gli stili di vita e le prassi appropriate. Se la meta sarà chiara, allora il cammino si aprirà da solo.