IV domenica di Quaresima: "Bisognava far festa"


Da "Il Vangelo dell'amore" di p. Stefano Liberti (2017)
LE PARABOLE DELLA MISERICORDIA (Lc 15)
Perché Gesù “accoglie i peccatori e mangia con loro” (Lc 15,2)? Gesù risponde a questa accusa, che gli viene rivolta dai farisei e dagli scribi, attraverso tre parabole in cui evidenzia la gioia di ritrovare ciò che si era perduto. Sottointese sono una serie di domande sulla natura e l’agire di Dio:
il nostro Dio, è un Dio solo dei giusti o anche dei peccatori? Dio attende che i peccatori si convertano e facciano ritorno a lui, oppure va lui stesso a cercarli, nella situazione di peccato in cui si trovano? Il perdono che Dio concede al peccatore richiede la volontà e il cammino della conversione oppure è anteriore alla stessa conversione? E soprattutto, l’amore di Dio va meritato o è amore gratuito che vuole raggiungere tutti?[1]
Se le risposte possono oggi apparire almeno teoricamente scontate è anche grazie a questi stupendi racconti che Gesù ci ha trasmesso per rivelarci come agisce Dio. Li troviamo nel capitolo 15 del Vangelo lucano che presenta queste tre parabole dette “della misericordia” e che hanno molti elementi comuni: nella prima c’è un pastore che ha perso una pecora e lascia le altre novantanove per andarla a  cercare; nella seconda c’è una donna che ha perso una delle dieci monete che costituisce il suo “tesoretto” e non si dà pace finché non l’ha ritrovata; nell’ultima – la più celebre ed elaborata - c’è un padre che vede partire il figlio minore, fuggito con la sua parte di eredità, ma continua a sperare nel suo ritorno. Tre perdite che hanno in comune la gioia e la festa per il ritrovamento di ciò che si era smarrito.
Qual è allora il messaggio che Gesù vuole dare a chi lo accusa di accogliere i peccatori? É che chi ama veramente qualcosa (e ancor più qualcuno) soffre per la perdita di ciò che ama, desidera e si impegna a ritrovarla, fa festa e condivide con gli altri la gioia di averla ritrovata. Dio ci ama e per questo soffre se ci smarriamo, ed è nella gioia se ci ritrova. Dio non è un giudice inclemente, ma un padre misericordioso che ci ama in modo esagerato.
Per gli ebrei l’uomo peccatore è indegno di avvicinarsi al Signore, ma se il peccatore non si può avvicinarsi al Signore - l’unico che può toglierlo da questa condizione di peccato - cosa può fare? Niente: è condannato e non ha speranze. Può solo continuare a vivere nel peccato e cercare di godersi la vita prima che la sua condanna venga eseguita.
Gesù è come se rispondesse: “Questo non è vero, Dio ti ama e desidera il tuo bene, non la tua condanna. Mi ha mandato proprio per fartelo sapere, per guarirti, per purificarti. Accoglimi e lascia che io ti guarisca e ti purifichi. Non sei tu che devi purificarti per accogliere me, ma sono io che, accogliendomi, ti purifico”. Non solo, ma iovi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione” (v.7).
Gesù rifiuta il peccato, ma ama il peccatore, spera che si converta, e agisce perché ciò possa avvenire. E in effetti i peccatori e i pubblicani si avvicinavano a Gesù per ascoltarlo e riescono a convertirsi, mentre i giusti che si reputano puri e santi, criticano e accusano Gesù, non lo capiscono e lo rifiutano. Questi pensano di meritare l’amore di Dio, ma l’amore di Dio è gratuito: non si può meritarlo, si può solo accoglierlo.
Questo amore – rivela l’Apostolo Paolo in uno dei testi più vertiginosi nella sua profondità – è un amore che Dio prova per l’uomo mentre l’uomo è peccatore, mentre è suo nemico, mentre lo nega e lo bestemmia (cfr. Rm 5,6-11). É un amore folle o una follia d’amore, potremmo dire; è un amore che non possiamo nutrire in noi stessi; è un amore scandaloso, infatti l’unico nome che merita è croce (“lo scandalo della croce”: Gal 5,11). Dio dà se stesso, il Figlio, al mondo, perché ama il mondo nel medesimo momento in cui il mondo odia Dio fino a rifiutare il Figlio e metterlo in croce[2].
La parabola del Padre buono e dei suoi due figli
(Lc 15,11-32)
Ora è un padre che perde un figlio fuggitivo e lo perde sentendosi considerato da lui come morto, pur di avere la sua parte di eredità. Così facendo egli esprime la volontà di dare un taglio radicale ai legami con il padre: l’unica cosa che vuole da lui è il denaro, non l’insegnamento, non la sapienza, non l’aiutarlo a crescere, non l’affetto... É come se gli dicesse: “Tu non mi servi più, per me sei come morto! Allora dammi quello che, da morto, serve a me per vivere!”. Il Padre (Dio) lo lascia scappare, Dio ci lascia peccare... perché l'Amore non può costringere! “L'Amore può soltanto amare, cioè soffrire e attendere, chiamare e attirare e aprire le braccia”[3].
Non c’è una figura femminile in questa storia, però non è difficile scorgere dietro al volto di questo padre, anche il volto e la tenerezza di una madre[4].
É facile leggere dietro la fuga del figlio minore la  situazione di tanti adolescenti che si allontanano da Dio – con cui avevano una relazione infantile imposta dai genitori – in nome di una pretesa libertà. Spesso essi fanno come il figlio minore che:
Inebriato dalla libertà di cui crede ormai di godere, si getta nei “paradisi artificiali” del divertimento, dell’alcol e del sesso, e dimentica il padre!
Ma il padre non si dimentica di lui. Anzi, il padre non ha mai pensato tanto intensamente al figlio come dal giorno in cui è partito. Egli attende il suo ritorno con ansia, lo spera con tutta l’anima, lo desidera, lo invoca giorno e notte. Non è difficile immaginare questo padre: ogni mattina, il primo pensiero è per il figlio lontano (Dove sarà? Povero ragazzo, così solo, così impulsivo, lo uccideranno! Tornerà mai a casa?); e ogni sera, fino a tarda ora, in attesa, con angoscia nel cuore. E il vangelo ce lo mostra questo padre, mentre scorge il figlio “quando questi era ancora lontano” (v.20). Quel giorno egli stava là sulla porta della casa ad attendere il figlio, con la speranza di vederlo apparire in lontananza; quel giorno come sicuramente tutti i giorni precedenti, per mesi e per anni; un’attesa silenziosa, lunga, sofferta; un desiderio più forte della morte, che continuava a sperare contro ogni speranza. In quell’attesa del padre, c’è l’attesa di Dio, il suo sguardo colmo di affetto verso ogni peccatore, perché ritorni a lui; c’è la sua tenerezza indistruttibile verso ciascuno di noi, perché sappiamo tornare a casa ogni volta che ce ne fossimo allontanati. Egli non cessa mai di amarci. Non ci condanna; vuole solo che ci riconosciamo suoi figli e viviamo felici il nostro essere figli[5].
Prima di arrivare a questo incontro commovente, il figlio minore viene descritto in quella spirale di depravazione che lo priva di ogni dignità. Spende tutto pensando che la vita sia uno sballo e che gli amici e l’amore si possano comprare. Arriverà a fare il guardiano di porci, cosa che per un israelita è proibita essendo questi animali impuri. Mostra così di aver dovuto rinunciare anche all’eredità del proprio popolo rompendo definitivamente con la sua famiglia e per altro inutilmente, perché questo lavoro comunque non gli consente di sopravvivere: si ritrova infatti a guardare con invidia a questi animali, perché loro almeno mangiano le carrube e lui non ha neppure quelle. Questa è l’abiezione a cui lo ha portato il rifiuto del padre come datore di vita. E allora, una volta che il ragazzo ha toccato il fondo, “ritornò in sé” (v.17) e decide di tornare a casa, perché lì persino i servi stanno meglio di lui. Torna dal padre non perché pentito, ne tantomeno perché mosso dall’amore per lui, ma solo perché lì stava meglio. Questo figlio continua ancora a lasciarsi guidare dall’interesse e soprattutto continua ancora a non capire chi è il padre perché un padre non può trattare un figlio come un servo. Nonostante tutto, Dio si accontenta anche di questo! Ed è proprio
questa tenerezza misericordiosa che rivela tutta la profondità del peccato del figlio, che aveva cessato di vedere nel padre colui che l’amava veramente, rifiutandosi di lasciarsi amare, e questo era stato il suo peccato. Il peccato è sempre una negazione di amore, un fuggire dall’amore di Dio Padre per voler far da sé[6].
Alloraritornò in sé. Dà l’idea di una ritrovata interiorità: dopo aver vissuto solo in maniera esteriore, superficiale, la disperazione lo porta a riflettere sulla sua vita, a farsi delle domande importanti, a chiedersi cosa veramente cercava di ottenere e perché non l’ha ottenuto. 
Luca ha qui l'occasione di illustrarci tutta la dinamica della conversione, per quanto ancora immatura, scandita da tre momenti:
a) ritornare in sé è il primo passo: rendersi conto della propria situazione. É necessario per questo fare silenzio dentro di sé e attorno a sé: dal frastuono esteriore e dalle distrazioni riscoprire la propria interiorità.
b) "mi alzerò e andrò da mio padre". Bisogna maturare la decisione di un radicale cambiamento.
c) "Si alzò e tornò da suo padre". É necessario che quanto maturato interiormente sia anche attuato. Quell’alzarsi (lo stesso verbo della resurrezione) dice l'attuazione del piano di conversione; mentre il “tornare da" indica un nuovo orientamento di vita che il giovane ha dato a se stesso.
Era ancora lontano”: il processo di conversione, o meglio di maturazione interiore verso il padre, era ancora lontano dall'essere compiuto, era dettato solo dal bisogno. Ma a Dio non interessa che l'uomo sia pienamente convertito, né gli importa sentire parole di conversione. Per Dio è importante cogliere nell'uomo almeno un accenno di pentimento, al resto pensa lui. Non è l'uomo, infatti, che si salva con il suo pentimento, ma è Dio che compie la sua salvezza. L'importante è che l'uomo si renda disponibile. Basta poco! 
Ora l’attenzione della narrazione si concentra tutta sul padre e non più sul figlio. Il padre – si dice – lo vede da lontano. Questo vuol dire che non ha mai rinunciato ad aspettare il ritorno del figlio. Commosso, gli corre incontro così che non debba neppure fare tutta la strada, perché tutta la strada per andare incontro al padre può essere penosa e umiliante.
Questo padre, senza parole, prima ancora che il figlio parli, gli dice: io ti voglio bene; tu per me sei figlio e “gli si gettò al collo” (v. 20). Non per strozzarlo, non per rinfacciargli le scelte fatte o per come lo aveva fatto penare, ma per abbracciarlo e baciarlo.
Cinque verbi descrivono tutta la dinamica del grande amore di questo padre: "lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò". É l'esplosione di un amore incontenibile che, finalmente, può esprimersi nella sua pienezza.
Gli corse incontro”: nel mondo orientale non esiste la fretta, tutto è molto più calmo, tranquillo. Sono poveri, ma molto ricchi di tempo. Non si corre mai: il correre è considerato un atto di cattiva educazione e una persona adulta - come qui il padre - che corre per raggiungere una persona di grado inferiore, compie un gesto disonorante. Dio Padre non esita a disonorarsi pur di onorare il figlio.
Gli impedisce inoltre di completare la frase che il figlio aveva preparato per farsi riaccettare: può dire “Padre, ho peccato verso il cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio” (v.21), ma senza arrivare a ripetere: “trattami come uno dei tuoi salariati”. Il padre risponde donandogli ciò che solo un figlio può ricevere: il vestito bello; l’anello con lo stemma di famiglia e il sigillo che serviva per i documenti, che lo reintegra totalmente come figlio e poi i calzari ai piedi, che portavano i figli e non i servi, perché i servi andavano a piedi nudi. Sono tutti gesti che esprimono il desiderio del padre di riconoscerlo come figlio, nella piena dignità di figlio. E ordina ai servi di preparare il vitello grasso per fare festa.
A questo punto appare in scena il figlio maggiore: anche lui è un figlio mancato che non ha capito la vera identità del padre. Per il figlio minore il padre è un concorrente ("devo andarmene di casa per realizzarmi"); per il figlio maggiore egli è un despota ("mi tocca lavorare tutta la vita facendo il bravo ragazzo senza una piccola soddisfazione"). Il figlio maggiore è il figlio perbene, proprio come i farisei e gli scribi che si sentono puri e non capiscono perché Gesù si contamini con i peccatori. É un figlio mancato che ha vissuto un’obbedienza servile, senza libertà, senza gioia. Un figlio mancato è, di conseguenza, un fratello mancato, incapace di gioire per il ritorno del fratello che definisce “tuo figlio” (così come avviene spesso tra i genitori che scaricano sull’altro i difetti o le marachelle del loro figlio). É il fratello che ora fa emergere tutto il suo risentimento perché è possibile stare col Padre senza comprendere chi veramente sia, puoi lavorare con lui senza gioirne, puoi lasciare che la tua fede diventi ossequio rispettoso senza che ti faccia esplodere il cuore di gioia. Quante volte anche noi, nei confronti di fratelli che hanno sbagliato, ma a volte ritornano, rischiamo di essere ben poco accoglienti e festosi:
non disposti ad accoglierli al banchetto festoso dell’eucaristia. Si sentono dire che hanno sbagliato gravemente, hanno rotto l’alleanza, hanno fatto storie di vita e di amore che contraddicevano la Legge e la volontà di Dio, perciò devono pagarla. Possono ritornare a casa, entrare in casa ed essere nuovamente figli nella casa del Padre, ma senza partecipare alla tavola, senza fare festa in un banchetto. Quelli che sono sempre rimasti a casa, che hanno cercato di essere irreprensibili, fedeli ad ogni comando e precetto, non possono tollerare la festa, il banchetto in onore di chi era perduto e ha fatto ritorno! Non gli basta che gli altri facciano un cammino di pentimento, che chiedano perdono, né che siano sottoposti a umilianti rituali per essere riammessi: vogliono che regni la giustizia come loro la immaginano… Non sanno pensare a Dio come a colui che “chiude gli occhi sui peccati degli uomini” (cfr. Sap 11,23), che “è buono verso gli ingrati e i malvagi” (Lc 6,35), né immaginano suo Figlio come colui che è venuto per i malati, non per i sani, per i peccatori, non per i giusti[7].
Il padre esce a pregare lo stizzito fratello maggiore, tenta di spiegargli le sue buone ragioni, di coinvolgerlo nella gioia.
La persona umana può sprecare la sua vita in due modi, dice in sostanza la parabola:
-          uno consiste nel fuggire Dio, sottraendosi alla responsabilità dell’essere figlio, non riconoscendo l’amore di Dio e distruggendo la parte più nobile della propria natura; questo è male, e la persona deve pentirsi di una simile condotta e cambiare vita per essere nuovamente accolta nella casa del Signore;
-          l’altro modo è quello di coloro che non sanno apprezzare il dono di essere figli e rimangono a casa senza gioia, senza mai sentirsi felici in niente, anzi coltivando uno spirito di rivendicazione per un capretto mai avuto; anche questo modo è sbagliato, anche loro commettono una colpa, poiché non sanno amare, e il loro spirito spiace al Signore.
É questo il lieto annunzio di Gesù: un Dio di bontà, un Dio di letizia, che vuole la felicità dei suoi figli: vuole che tornino a lui, quando se ne fossero allontanati, e vuole che rimangano nella sua casa in armonia ed entusiasti (…) capaci di tenerezza l’uno per l’altro e verso la vita. Non più spirito di rivalsa o di rivalità, ma di rispetto e di fraternità sincera, amante e perdonante[8].


[1] E. Bianchi, Raccontare l’amore, p.61
[2] Idem, p.62-63
[3] A. Comastri, Lettera pastorale (Quaresima 2002)
[4] E’ quanto ha voluto mostrare Rembrandt nel celebre quadro “Ritorno del figliol prodigo” (1668) dipingendo le due mani del Padre misericordioso differenti: una maschile che sostiene il figlio ed una femminile che accarezza teneramente le spalle del figlio ritrovato.
[5] C. Rocchetta, Teologia della tenerezza, pp.226-227. Corsivi nell’originale.
[6] Idem
[7] E. Bianchi, Raccontare l’amore, p.105-106.
[8] C. Rocchetta, Teologia della tenerezza, pp.226-227, p.230

Etichette

7 segni1 Abbè Pierre1 abitudine1 aborto20 Abramo1 Accattoli2 accidia1 accoglienza8 adolescenti49 adozioni gay1 adulazione1 Aforismi17 agire1 aiutare1 Al centro l'amore35 Albini1 alfabeto1 Alfie2 allegria1 Alpha1 altruismo1 Amazzonia3 amicizia11 Amirante5 Ammaniti1 Amore74 Amoris laetitia6 Andreoli2 angelo custode3 anima3 animali1 animazione6 Anniversari30 Anno liturgico1 anziani6 apologetica3 app4 apparizioni4 Arcabas1 arcangeli2 archeologia1 Argentina1 arte22 Articoli20 Ascensione4 Assisi1 Assunta2 ateismo4 Atenagora1 Attanasio1 attesa1 audio2 Augias1 autorità1 avarizia1 Avvento26 azioni1 baby gang2 baciamano1 Baggio1 bambini19 Bannon1 Banzato1 Baricco1 Bassetti5 Battesimo4 Battesimo di Gesù3 Battiato1 Bauman3 beatitudini10 Becciu2 Beltrame1 Benedetto XVI22 benedizione4 Benigni10 Bianchi58 Bibbia45 Bibbiano2 Biffi1 Bignardi1 Bignoli1 Blade Runner1 blasfemia3 blog23 Bloom1 Bocelli2 Bonhoeffer1 Bose1 Botta9 Bova1 Brown1 Brunelli1 bullismo3 buon ladrone1 Busca1 Buttiglione1 caccia1 Cacciari2 Caffarra1 Calcio sociale1 Camilleri3 Camisasca1 cammini1 campi estivi5 Cana1 Candelora1 Cannes1 Canopi3 Cantalamessa9 Canti religiosi31 Cardenal1 carismi1 Caritas2 Carlo Acutis15 Carrere1 Carròn1 cartine1 Castellucci1 castità7 catacombe1 Catechesi93 Caterina1 cattonerd7 Caviezel1 Cazzullo2 CEI6 Celentano1 celibato7 Ceneri5 censura1 Cevoli1 Chapman1 Che Guevara1 Cheaib9 Chiara Corbella3 Chiara Lubich12 Chiara Luce Badano2 chierichetti1 Chiesa26 Chiesa e società32 Chittister1 chosen1 Christus vivit1 Ciardi2 Cinema82 Cirinnà1 citazioni80 CL1 clausura1 Coccopalmerio1 Coco1 collaboratori1 Comastri3 comunicazione2 comunità1 Comunità Giovanni XXIII1 Concilio1 conferenze3 Confessione12 consacrati1 consacrazione1 conversione1 convivenza2 cooperazione1 coronavirus35 Corpus Domini5 Corviale1 Corvo1 Cosentino5 covid197 creazione1 Credo3 cremazione3 Crepaldi1 Cresima4 CRIC2 crisi10 cristianofobia6 Cristicchi3 Cristo Re2 croce3 Crocefisso3 crociate2 Cultura12 cuore1 curia3 Curtaz2 D'Avenia21 Dalla2 David Buggi3 ddlzan3 De Donatis9 de Foucauld5 De Whol1 Debora Vezzani1 Debrel1 decalogo7 defunti8 degrado1 Delpini9 demografia2 denaro1 denatalità2 depressione1 desideri1 devianze4 devozioni3 dialogo2 dibattiti45 dicembre 20181 digiuno2 Dio4 Diocesi1 Diotallevi1 diritti umani1 disagio2 discernimento5 dissenso29 divorziati6 dj Fabo2 Doglio1 Dom Gréa2 domande1 domenica3 don Benzi1 don Bosco2 Don Camillo1 don Ciotti1 don Gatta1 don Leonardi13 don Luigi Verdi3 don Marco Pozza3 don Milani5 don Peppe Diana1 don Probo1 don Zeno1 donne e Chiesa6 Dossetti1 Dostoevskij1 down1 Draghi1 Dreher3 droga4 dvd1 e-book1 ecclesiologia di comunione1 ecologia4 economia6 ecumenismo6 edicola1 editoria1 educare18 Einstein1 Eli1 Emmaus2 emozioni1 Epicoco14 Epifania6 Ermes Ronchi6 esame di coscienza2 escatologia4 esegesi1 esercizi2 esorcismo3 estate4 Etty Hillesum2 Eucarestia7 Europa3 eutanasia17 evangelizzare3 Fabrizio Moro1 facebook3 fake11 famiglia40 Fano1 Farina1 Fatima6 Fazi2 Fazio1 fede16 felicità13 Fellini1 femminicidio2 femminismo1 Ferrero2 Fini1 Fittipaldi1 Fo1 Focolarini5 Follereau1 Fontana1 Fontanelle1 formazione1 foto1 Francesco226 fratel Biagio1 Fratelli tutti1 fraternità6 Frisina1 Fromm1 Fumagalli1 fumetti3 Galantino1 Galileo1 Galimberti1 Galli della Loggia6 Gandhi2 Garelli3 Gargiulo1 Gasparino2 Gaudete2 Gen Rosso1 gender13 genitori6 Gerusalemme1 Gesù25 Gesù Re1 Giaccardi1 Gianluca Firetti3 Gibran1 Gibson2 Giotto1 giovani69 Giovanni Battista2 Giovanni Paolo I1 Giovanni Paolo II11 Giovanni XXIII3 Gironda1 giubileo1 Giuda2 giudizio1 GMG11 gnosticismo1 Gramellini2 gregoriano1 grest12 Greta1 Grillo1 Grossman1 Grun1 Guareschi1 guerra Ucraina4 Gutierrez1 Guzzo1 Hadjadi3 Halloween5 Hargot3 Harry Potter1 Hexameron1 hikikomori2 Hill1 Hong kong1 Humanae vitae1 icone1 Il Regno1 Immacolata8 immagini53 immigrazione21 individualismo2 infedeltà1 inferno3 ingiustizia3 inquisizione1 interiorità2 internet12 Introvigne1 Isacco1 Islam1 Jean Venier1 Kasper1 Kilgour1 Kirill2 Koder2 Koll2 Konrad1 Kuby1 Ladaria1 laicismo4 Lambert1 Lambiasi1 lamentele1 Lasconi1 Laterano1 Law1 Le pen1 Leopardi1 letteratura5 letto15 Lewis2 liberazione2 libertà4 Libri153 Ligabue1 Lind1 Link2 liturgia53 Livatino1 Lonardo16 Loppiano1 Loreto1 Lorizio6 Lumini1 Lutero1 Luxuria1 M.L.King1 Madonna5 Madre Elvira1 Madre Teresa7 mafia5 Maggi20 MaggiLidia1 Magi1 Magister2 Magnificat1 Magris2 Mainetti1 malattia7 malattie spirituali3 male1 male innocente4 Manara1 Mancuso7 Manicardi2 Mannoia1 Manns1 Manzoni1 Maraini1 Marazziti1 Marco1 Marco Gallo1 Maria47 Mariani1 MariaVoce1 Marta e Maria1 Martin1 Martinelli1 Martini7 martiri5 Marzano3 mass media7 Mastracola1 maternità3 maternità surrogata3 Matino1 matrimonio28 Matteo A.8 Mazzolari7 media2 meditazioni2 Medjugorje12 Melloni1 Meloni2 Mencarelli1 Mentana1 Mercier1 Merini1 Messa17 Messale1 Messiah1 Messori3 miracoli5 Miriano13 Mirilli1 misericordia7 Missione7 MMSOTT20191 Molari1 Monda6 Monica Mondo1 morale6 morte2 movimenti1 Muller2 Murgia4 Musica39 Nadia Toffa1 Natale53 Natività di Maria1 Natuzza2 Negri1 Nembrini5 Neocatecumenali1 Newman2 no vax1 Noa1 non ti arrendere1 Normadelfia1 Notre Dame1 Novena5 Nuzzi3 Oceania1 Odifreddi1 odio2 Olmi2 olocausto1 omelia6 omelie164 omosessualità33 opzione Benedetto3 oratorio6 Ordine di Malta1 Oriente1 Orlandi1 oroscopo1 Oscar5 Oxfam1 p.Livio Falzaga3 pace8 Padre Livio2 padre Michal1 Padre nostro5 Padre Pino Puglisi1 Padre Pio1 Pagano1 Pagazzi1 Paglia3 Palme4 Palumbo2 pandemia8 Pannella1 Paolo VI2 papà2 paradiso1 Parigi1 Parola di vita38 parrocchia9 Pasqua30 passione6 pastorale31 paternità6 Pati Trigo1 patria1 Patriciello16 paura1 peccato originale2 pedofilia17 pelagianesimo1 Pelati1 Pell1 Pellai1 pellegrinaggi3 Pelligra1 pena di morte2 Pentecoste5 Percorsi1 perdono4 Personaggi45 pettegolezzo1 Piccolo1 Pietro e Paolo1 Pinocchio1 Pio XII2 podcast2 poesia3 polemiche87 Poli1 politica56 Polonia1 Poretti7 pornografia2 povertà3 prediche1 preghiera27 preghiere98 pregiudizi1 presepe7 Pro Vita4 profeti1 profezie2 Proietti1 Pronzato1 psicologia8 pubblicazioni59 Quaresima48 racconti5 radio2 Raggi1 Ravagnani6 Ravasi19 razzismo2 reali1 Recalcati8 relativismo2 religione9 religioni4 Repole1 report2 Riace1 Riccardi7 ricchezza10 Ricci1 Rivi1 RnS1 Rom2 Roma19 Romero2 Ronaldo1 rosario9 Rosini32 Ruini1 Rumiz1 Rupnik9 Sabattini2 sacerdoti31 sacramenti5 Sacro Cuore1 Sadhguru1 Saint-Exupery1 Salmi1 salvezza2 Salvini16 samaritana1 San Filippo Neri1 San Francesco9 San Francesco di Sales1 San Giovanni Crisostomo1 San Giovanni Evangelista1 San Giuseppe11 San Leone Magno1 San Martino1 San Paolo2 san Tommaso dìAquino1 Sanremo11 Sant'Agostino10 Sant'Egidio1 Santa Bernardette1 Santi31 santità16 Santo Sepolcro1 Santoro1 santuari3 Sarah2 sardine1 Sassoli1 Satana3 Savagnone1 Saviano3 sballo1 Scalfari4 scandali7 Scaraffia4 Schmitt2 scienza e fede9 Scifoni6 scisma2 Scola1 Scorsese3 scuola5 Scurati2 secolarizzazione2 Secondin1 segreti1 Semeraro1 sentenze1 Sequeri3 serie TV31 Serra2 sessualità64 Sesta3 sette1 Settimana santa4 sexting1 Silence2 Silone1 Silvia Romano3 simonia1 Sindone2 single1 sinodalità1 Sinodo15 Siti cattolici27 smartphone2 Snoopy1 Socci4 social4 società44 sociologia3 sondaggi2 Sorrentino1 Sosa1 Soul1 Spadaro5 speranza5 Spidlik1 spiritismo1 Spirito Santo17 Spiritualità81 Spoleto2 sport2 Springsteen1 Squid game1 Staglianò5 Staino2 Star wars1 Stark1 statistiche10 storia7 storicità2 streaming8 strumenti1 studente1 suicidio3 suor Faustina1 suore3 sussidi44 Tagle1 Tamaro3 Taylor1 teatro1 tentazioni7 teologia12 terremoto3 terrorismo3 Testimoni di Geova1 testimonianze18 The chosen2 Theobald1 Tolentino5 Tolkien1 Tolomeo1 Tonino Bello17 Tornatore1 Tornielli1 Tosatti2 Totti1 tradizione1 transessuali5 trasfigurazione4 trash1 trekking1 Triduo pasquale15 Trinità9 Trisulti1 Trump1 Turoldo3 TV29 Twenge1 twitter1 UCCR2 udienze1 unioni civili1 utero in affitto3 vacanze2 Valli5 Vallini1 Vangeli1 Vanier1 Vanni1 Vaticano6 veggenti5 Veltroni2 verità2 Veronesi1 Via Crucis10 Vialli1 Video117 Viganò3 vignette10 VIP2 virtù1 visto10 vita8 vita eterna5 vita religiosa11 vizi1 vocazioni9 volontariato2 voti1 Zanardi2 Zichichi1 Zingaretti1 Zuppi11
Mostra di più

Archivia

Mostra di più

Post popolari in questo blog

Sussidi online per la Quaresima 2018

Preghiere per i sacerdoti (di don Tonino Bello e di un anonimo)

Sull'amore (marzo 2019)

Principali VEGGENTI italiani viventi

V Domenica di Pasqua, Anno B. La vite e i tralci