XXIV del tempo ordinario: "perdonare, sempre, come fa Dio"
Letture
Dopo aver ascoltato le esortazioni di Gesù sulla correzione fraterna, Pietro prende l'iniziativa e, probabilmente perplesso, chiede: "Quante volte dobbiamo perdonare chi ci ferisce? Qual'è il limite del perdono?". Se la legge del tempo indicava tre volte come il limite del perdono, Pietro si spinge fino a sette, mostrandosi particolarmente "generoso". Ma Gesù è chiaro: il limite del perdono è illimitato ("fino a settanta volte sette"). Perché? Perché Dio così fa con noi e noi suoi figli dobbiamo cercare di imitarlo in tutto. Non solo: perché se non perdoniamo ci chiudiamo nel nostro egoismo, nei nostri pensieri negativi, in progetti di vendetta, nel rancore... e diveniamo impermeabili al perdono di Dio.
L'insegnamento è chiaro: siamo debitori a Dio della nostra stessa vita (la cosa più preziosa che abbiamo), siamo da Lui continuamente perdonati, liberati, condonati. Anziché la misericordia che gli era stata usata lui usa la giustizia.
La giustizia di Dio è diversa dalla giustizia umana che tende semplicemente ad arginare il male infliggendo una pena al colpevole. “Questa strada – ha affermato il papa Francesco - non porta ancora alla vera giustizia perché in realtà non vince il male, ma semplicemente lo argina. È invece solo rispondendo ad esso con il bene che il male può essere veramente vinto”.
Dio Padre fa giustizia perdonando, incoraggiando, sostenendo… Non fa giustizia punendo, ma amandoci con misericordia.
Dopo aver ascoltato le esortazioni di Gesù sulla correzione fraterna, Pietro prende l'iniziativa e, probabilmente perplesso, chiede: "Quante volte dobbiamo perdonare chi ci ferisce? Qual'è il limite del perdono?". Se la legge del tempo indicava tre volte come il limite del perdono, Pietro si spinge fino a sette, mostrandosi particolarmente "generoso". Ma Gesù è chiaro: il limite del perdono è illimitato ("fino a settanta volte sette"). Perché? Perché Dio così fa con noi e noi suoi figli dobbiamo cercare di imitarlo in tutto. Non solo: perché se non perdoniamo ci chiudiamo nel nostro egoismo, nei nostri pensieri negativi, in progetti di vendetta, nel rancore... e diveniamo impermeabili al perdono di Dio.
L'unica misura del perdono è perdonare senza misura. Perché vivere il vangelo di Gesù non è spostare un po' più avanti i paletti della morale, del bene e del male, ma è la lieta notizia che l'amore di Dio non ha misura.(E. Ronchi)Ribadisce il concetto raccontando la parabola del re che vuole fare i conti con i suoi servi. Il primo gli deve una cifra colossale (stiamo parlando di quintali di oro), impossibile da rimborsare. La giustizia del tempo prevedeva che fosse venduto con tutta la sua famiglia come sorta di risarcimento del debito. Ma di fronte al suo dolore, al suo appello di avere misericordia di lui ("ti restituirò tutto" - lo supplica - anche se ciò non è umanamente possibile), ebbe compassione e gli condonò tutto. Appena uscito (non tempo dopo, ma subito dopo aver ricevuto un dono così impressionante) ecco che la situazione si ribalta: è lui a pretendere il risarcimento di un debito di gran lunga inferiore e non cede alle sue suppliche e lo fa imprigionare.
L'insegnamento è chiaro: siamo debitori a Dio della nostra stessa vita (la cosa più preziosa che abbiamo), siamo da Lui continuamente perdonati, liberati, condonati. Anziché la misericordia che gli era stata usata lui usa la giustizia.
La giustizia di Dio è diversa dalla giustizia umana che tende semplicemente ad arginare il male infliggendo una pena al colpevole. “Questa strada – ha affermato il papa Francesco - non porta ancora alla vera giustizia perché in realtà non vince il male, ma semplicemente lo argina. È invece solo rispondendo ad esso con il bene che il male può essere veramente vinto”.
Dio Padre fa giustizia perdonando, incoraggiando, sostenendo… Non fa giustizia punendo, ma amandoci con misericordia.
Se nel nostro cuore non c’è la misericordia, la gioia del perdono, non siamo in comunione con Dio, anche se osserviamo tutti i precetti. Perché è l’amore che salva, non la sola pratica dei precetti. E’ l’amore per Dio e per il prossimo che dà compimento a tutti i comandamenti. E questo è l’amore di Dio, la sua gioia: perdonare[1].
E in
un’altra occasione ammonisce: “Se non sappiamo unire la compassione alla
giustizia, finiamo per essere inutilmente severi e profondamente ingiusti”[2].
Quante volte in nome della
giustizia (“non è giusto!” diciamo) distruggiamo relazioni importanti e dimentichiamo
di esercitare l’arte della misericordia. Quante volte appellandoci alla legge,
alle regole, alla consuetudine, rischiamo di mettere sul collo dei fratelli
pesi insostenibili. Pretendiamo il castigo, la punizione per chi ha compiuto il
male e ha infranto delle regole e gli accordiamo “misericordia” solo se è stato
sufficientemente umiliato e chiede perdono come un mendicante. Per la nostra
mentalità la misericordia deve avere dei confini e dei criteri di merito per
non risultare “ingiusta”. D’altra
parte essere misericordiosi non significa essere indulgenti, di “manica larga”
e, in fondo, conniventi con il male.
[1] Papa Francesco, Angelus del 15 settembre 2013
[2] Papa Francesco, Veglia di preghiera per la famiglia, 3
ottobre 2015