Segnalo due articoli: l'intervista di Veltroni al cardinale Zuppi e la riflessione di Riccardi sul Papa


Due recenti articoli che ho trovato interessanti, entrambi sul Corriere:
- l'intervista che Vetroni ha fatto al cardinale Zuppi, vescovo di Bologna: "Ripartire dagli ultimi con il vaccino del lavoro"
- l'editoriale di Andrea Riccardi: "A confronto con il Vangelo. La svolta di papa Bergoglio"

L’arcivescovo di Bologna al Corriere della Sera: "Prevalgono protagonismi, furbizie e polemiche astiose"
Eminenza Zuppi, c’è, in questo tempo inedito, un interrogativo spirituale che si è posto alla sua coscienza con maggiore drammaticità?
«Il confronto col male. È qualcosa di molto fisico e molto concreto, di decisivo. E lo capisci perché l’acqua è arrivata fino alla gola, perché è cambiata la vita, la città è diventata un deserto, perché hai avuto persone che si sono ammalate, hai visto le immagini di Bergamo, perché hai capito che, come ha detto Papa Francesco, era sbagliato credersi sani in un mondo malato. La lotta contro il male diventa quasi fisica. È come quando uno parla a favore della pace, contro la guerra ma poi, quando la violenza scoppia e ti raggiunge, capisci che quello che dicevi o pensavi non era esercitazione volontaristica, puramente morale, ma una lotta di fondo, decisiva per la vita tua e per la vita degli altri. Direi che questo è stato il grande esercizio spirituale. L’altro è stato la riflessione sull’interdipendenza dei comportamenti, sulla natura di relazione dei gesti tra noi. Se io sono uno sconsiderato e metto in pericolo qualcuno, o se non aiuto qualcuno e scappo, comprometto il suo destino, il mio e quello degli altri. È come se questa pandemia abbia legato gli umani in una “comunità di destino”. Privato e pubblico sono tornati in stretta relazione. Cosa che, in fondo, quando eravamo un po’ più giovani, avevamo addirittura l’ambizione di far coincidere. Il mondo si è improvvisamente interconnesso, da monadi isolate siamo diventate cellule interdipendenti di un organismo unico. L’uomo planetario, fatto di sofferenza, relazione, speranza. Non è soltanto un problema di igiene, è anche una dimensione molto spirituale. E come tutte le cose spirituali deve essere molto concreta e fondata sulla relazione con gli altri. Lo spirituale è l’anima delle nostre relazioni e si nutre di esse, dà senso, linfa al nostro vivere sociale».

Il virus genera paura e bisogno degli altri, insieme. Come le sembra abbia fatto irruzione nelle coscienze il tema dell’altro da sé?
«L’assenza ci fa capire il valore della presenza. Il fatto che l’assenza sia stata fisica, perché dovevamo mantenere la distanza dal prossimo, ci ha fatto comprendere la decisività del nostro rapporto con l’altro. L’uomo, come disse Thomas Merton, non è un’isola. Non può essere un’isola. La solitudine può essere, nel nostro tempo, una malattia. Individuale e sociale. Gli anziani che non potevamo andare a trovare, i figli che hanno visto i loro padri e le loro madri andare via in solitudine... Tutto questo, per fortuna, ci scandalizza, ci fa male, non ci appartiene, non ci assomiglia. Quelle bare nella notte di Bergamo sono state un pugno nello stomaco. La solitudine, l’idea che gli anziani siano “scartati”, è uno scandalo che si è rivelato nella sua brutalità. E non lo possiamo accettare. Ma ciò che di più importante abbiamo imparato in questa crisi è che noi dobbiamo isolare il virus, non l’altro da noi. Qualche volta si fanno coincidere le due cose e questo è suicida, perché siamo tutti “altri” di fronte alla minaccia della vita e ci vuole poco a diventare anche noi il nemico. Così l’isolamento, paradossalmente, può aiutarci a vincere la distanza, se capiamo che il vero isolamento è dal virus, non dall’altro».

Chi le è mancato di più in questo periodo?
«La comunità, nel senso dell’incontro con le persone. Celebrare l’eucarestia senza le persone è stato un digiuno, un digiuno molto faticoso. Quello che io vivo, ciò per cui vivo, è la comunità, la relazione con gli altri. L’assenza di questa fisicità è ciò che mi è mancato di più».

Dio e Auschwitz. Dio e una pandemia che uccide, specie i più fragili. Le epidemie evocano il carattere millenaristico della punizione divina. Ma quanto conta la responsabilità umana, il libero arbitrio degli uomini?
«Questa è sempre la grande domanda. Per Auschwitz ricordiamo le parole di Elie Wiesel. C’è un bambino impiccato dai nazisti che sta morendo. Una voce dice “Ma dov’è Dio adesso?”. La risposta: “Eccolo, è lì, appeso a quella forca”. Su Auschwitz la storia ha parlato chiaro. Non si può attribuire a Dio la responsabilità degli umani. Anche sul virus, un po’ di responsabilità ce la dobbiamo prendere. Dobbiamo chiederci “dove è finito l’uomo”. Abbiamo sfruttato tutte le risorse, ambientali e umane, per edificare una società fragile e vorace. E non sappiamo unirci neanche di fronte alla più grande tragedia del nostro tempo. Soltanto insieme si può pensare di affrontare una sfida come questa. Ma anche in questi mesi, ovunque, hanno prevalso i protagonismi, le furbizie, le polemiche astiose, il piccolo cabotaggio. Costruiamo i muri, ma ovviamente i muri non ci difendono e il virus invisibile dilaga. Ci convince a costruire muri e poi li irride. Questa crisi ci ha messo di nuovo, come succede in tempi di guerra, a confronto con la morte. È un confronto alto e necessario, per la vita. È la coscienza di un limite naturale, chi non lo affronta vive male, vive in maniera sconsiderata. Questo ci aiuta a stringerci di più, a ritrovare parole più vere, ad essere più essenziali. E credo anche a dare una prospettiva spirituale. La nostra fede ci parla di un Dio che si è preso il virus della vita, perché, nascendo, ha accettato la vulnerabilità. È un Dio, non dimentichiamolo, crocefisso, che ci aiuta a vedere e sopportare le sofferenze. È un Dio che aiuta ad affrontare il male. Capisco, sento che non è un estraneo ma che è qui, vicino a me. Conosce il dolore. Viene spesso usata una frase: “Io non ci credo, ma mi manca tantissimo”. È una formulazione bellissima, che esprime l’umiltà del dubbio, il desiderio di ricerca. Il virus ci ha forse aiutato anche a porci le domande vere della vita. E della vita oltre la vita».

Si può parlare di un’apocalisse a proposito della pandemia?
«Apocalisse è il confronto a cui il Vangelo stesso ci invita. Ci dice: “Io non ti garantisco la cuccagna. La vita ti aiuta a vivere, a non scappare, a non passare dall’incoscienza al terrore. Ma ad essere uomini veri”. Quando il cielo cadrà sulla terra e la natura si trasformerà, quando piomberanno le guerre, le pestilenze — usa proprio questi termini — l’invito di Gesù è: “Alza lo sguardo”. È l’invito alla speranza, al non farsi prendere dal terrore. E poi l’altro grande invito: cambia, cambia il tuo atteggiamento. E questa è una cosa molto seria, anche per chi non crede. Quello che è successo ci deve far cambiare. Dobbiamo provare a cambiare e fare tesoro di quello che è successo per rendere meno malato il mondo, per mutare noi nelle nostre relazioni con gli altri, per cercare di capire quello che conta davvero. Cambia quegli atteggiamenti, perché tu puoi essere più forte dell’Apocalisse. L’Apocalisse non vince. Per questo bisogna “alzare lo sguardo”. Dobbiamo cambiare. Ma avremo il coraggio di farlo? C’è chi dice che non saremo più come prima, saremo peggiori. Io ho speranza negli umani, invece».

L’obiettivo che ci dobbiamo proporre è di tornare alla vita precedente?
«Tornare alla vita precedente, cambiando noi stessi e ricominciando a cambiare il mondo. Certamente tante cose saranno diverse e di questo dobbiamo farne un tesoro di crescita e di consapevolezza, ma la virtù che più ci servirà, per il tempo che sta arrivando, è l’umiltà nel cercare il futuro. Umiltà, perché questa pandemia che ha messo in ginocchio il mondo è stata una grande umiliazione per tutti. La generazione dei nostri genitori l’Apocalisse l’aveva nella testa e nel cuore. Ma quegli italiani si misero a costruire con umiltà le case per i loro figli e il benessere per i figli dei loro figli. Penso che questa umiltà ci servirà per capire che noi stiamo bene solo se stanno bene gli altri. Che ogni ingiustizia produce dolore collettivo. Eravamo fragili e arroganti, prima. Di fatto, perché è da arroganti vedere e non fare niente, accorgersi e rimandare. Eravamo sconsiderati, come i narcisisti e gli arroganti. Come chi pensa di potercela fare sempre, comunque. La normalità che dobbiamo presto conquistare è quella di una vita cambiata».

Tornare a una nuova vita, dunque. Il concetto di distanziamento sociale non è un ossimoro?
«Lo è senz’altro. Il rischio, se lo viviamo non per combattere il virus ma per pensare di farcela da soli o per combattere gli altri, è che aumenti ulteriormente l’ingiustizia. Oggi crescono le differenze, le diseguaglianze e questo pesa sulla vita e la sicurezza di ciascuno. Quando ci si ritrova nell’apocalisse, si capisce quanto tempo si è perso e quante occasioni si sono mancate. Ora non si può rimandare più. I nostri genitori vedevano le macerie fisiche e quelle morali. Capirono che bisognava ripartire e cambiare, che non si poteva perdere tempo».

Un vescovo pastore come lei ha paura dell’impoverimento di questo Paese? Delle persone che perdono il lavoro, dei negozi che chiudono?
«Sono calcolati in milioni gli italiani sulla soglia della povertà. E, siccome la soglia è sottilissima, è molto facile precipitare. C’è bisogno di lavoro e di meno precarietà della vita. Dobbiamo avere tanta attenzione e fare esattamente il contrario dell’isolamento, cioè la solidarietà. Molti segnali positivi ci sono: quello che hanno fatto i medici, gli infermieri, il pranzo preparato per chi non ha da mangiare... In diverse parrocchie i cittadini hanno donato beni alimentari: “Qui lascia chi ha e prende chi ha bisogno”. Non è assistenzialismo, è solidarietà».

Il principale cambiamento non è proprio ripartire dagli ultimi, dopo questa crisi?
«Non c’è dubbio. Conviene sempre ripartire dagli ultimi. Perché sono loro che pagano sempre le conseguenze più gravi. Se sappiamo aiutare gli ultimi, staranno meglio anche i primi. Un uragano, un’alluvione, una pandemia colpiscono indiscriminatamente tutti, ma lasciano segni differenti, dal punto di vista sociale. Bisogna alleviare il dolore. Non con il cerotto dell’assistenzialismo a pioggia ma con il vaccino del lavoro, che dona sicurezza e serenità. La pandemia ha agito come una radiografia che ha mostrato i punti di frattura della nostra casa comune. Bisogna curarla. Presto e nel modo giusto».

Come sono stati gli italiani? C’è il rischio che la responsabilità mostrata, per effetto della situazione sociale, possa trasformarsi in rabbia, in odio?
«Se le risposte tardano, la disillusione cresce. L’idea che, finita l’emergenza, ognuno resterà solo con le proprie difficoltà è esattamente quello che dobbiamo evitare. Altrimenti può crescere il senso di rabbia. C’era già prima, non dimentichiamolo. De Rita l’anno scorso parlava del rancore per il lutto non elaborato del benessere non ricevuto. Figuriamoci oggi, che abbiamo tutti enormi difficoltà. E l’altro rischio è riprendere come se niente fosse, cercare di ritornare quelli di sempre».

Walter Veltroni - Corriere della Sera
L'intervista integrale su www.corriere.it



Il messaggio di Francesco. Un tempo si parlava di alternanza tra Pontefici religiosi e politici. La distinzione non può reggere oggi, come del resto forse mai.

Durante le settimane di coronavirus, papa Francesco ha acquistato rinnovato risalto, non fosse che per la trasmissione quotidiana della messa che, solo sul TG1, ha raccolto un milione e mezzo di ascolti. Sono passati sette anni dall'elezione di un Papa che «viene dalla fine del mondo»: una svolta in una Chiesa colpita dal trauma delle dimissioni di Benedetto XVI, motivate da forte senso di responsabilità più che da gravi questioni di salute. Nel 1978, c'era stata la svolta dell'elezione del Papa «straniero», proveniente dal mondo comunista. In realtà Wojtyla, per soli due anni, non era nato suddito asburgico, come Pio X e Pio XI (e i lombardi Roncalli e Montini venivano, anni dopo, da terre prima asburgiche). Ratzinger poi non era distante dal cuore centroeuropeo del cattolicesimo. I Papi europei sono stati convinti del ruolo religioso del Continente per la Chiesa nel mondo. Ma anche del ruolo politico: Pio XII favorì l'integrazione europea comprendente i protestanti, superando l'Europa latino-cattolica; Wojtyla fece dell'unità europea il suo orizzonte.

Con Bergoglio, c'è un salto nel papato. I commentatori hanno faticato a collocare Francesco nel panorama cattolico. C'è talvolta un diffuso fastidio, piuttosto irrazionale, di fronte a una figura che si smarca dalla continuità nella gestione del potere politico dei Papi, specie in aspetti esteriori e protocollari. Pure i predecessori dopo il Vaticano II si sono mossi in tal senso, pur con altro passo. E' una tensione antica, tanto che Bernardo di Chiaravalle criticava Eugenio III, Papa nel 1145: «tu sembri essere succeduto non a Pietro ma a Costantino». Per il teologo conciliare, padre Chenu, era arrivata la «fine dell'era costantiniana» con una Chiesa missionaria, amica dei poveri, in cui «vive» il Vangelo, più che diritto o filosofia.

Francesco, con scarna semplicità, si presenta come prete e vescovo. È segnato dalla storia argentina e dalla formazione gesuitica. È stato protagonista del documento di Aparecida, con cui i vescovi latinoamericani hanno rilanciato la Chiesa nel Continente. Soprattutto colpisce l'evangelismo che vibra in lui, con il richiamo alla conversione, impastato dalle Scritture. Chi l'ascolta percepisce un Vangelo vivo, più che ideologia o visione del mondo.

Questo crea ovviamente simpatie e antipatie. Costante è l'insistenza sui poveri: la Chiesa dei poveri del Vaticano II vissuta nel contatto con i feriti della vita, ma anche congiungendo mistica del povero (evangelica) e impegno sociale con ben altra vibrazione dalla prassi istituzionale delle grandi organizzazioni assistenziali cattoliche. Migranti e rifugiati, cui spesso il Papa si riferisce, sono un tema ostico ai settori nazional-cattolici. La lettura della Exsul Familia di Pio XII sui migranti (1952) mi colpisce. Pacelli afferma un sorgivo «diritto a uno spazio vitale» della famiglia migrante: è più radicale di Francesco, anche se in situazione diversa. Bergoglio, come posizione sociale, si colloca in una postura «terza», estraneo alle suggestioni marxiste, ma critico del capitalismo globale. Nel 1981, proprio Giovanni Paolo II confidò ad Andreotti che pensava per la Polonia futura: «né capitalismo né marxismo». Per l'Urss post '89, consigliava di non appiattirsi sul capitalismo.

Come Bergoglio guarda l'Europa? Su questo, Ferruccio de Bortoli lo interrogò nella prima intervista. Non richiamo poi i vari interventi ufficiali, ma solo l'ultima operazione di pressione, da lui fatta, in tempo di Covid-19 (culminata nell'appello di Pasqua), per un'UE solidale con il Sud, che ha il punto di forza nel rapporto con Angela Merkel, sensibile al pensiero del Papa.
Per quel che riguarda il governo del primo Papa globale in un mondo scomposto, gli accorpamenti e gli aggiustamenti non hanno creato una nuova architettura d'istituzioni. Il centralismo romano, spiacente a varie Chiese locali, s'è moderato, ma il governo romano resta punto di coesione. Il Papa, accessibile a molti, governa con uno stile che ad alcuni ricorda in qualcosa il proposito generale, cui fa capo immediatamente l'azione della Compagnia di Gesù. In realtà, come la società globale, la Chiesa vive un'incerta transizione: non si delineano già le istituzioni di domani.

Intanto il Papa pone al centro il confronto personale ed ecclesiale con il Vangelo. E, percorrendo questa strada, si colloca come un autorevole leader globale e spirituale. Un tempo si parlava di alternanza tra Papi religiosi e politici. Bergoglio, Papa religioso o politico? La distinzione non può reggere oggi, come del resto forse mai. 

Etichette

7 segni1 Abbè Pierre1 abitudine1 aborto20 Abramo1 Accattoli2 accidia1 accoglienza8 adolescenti49 adozioni gay1 adulazione1 Aforismi17 agire1 aiutare1 Al centro l'amore35 Albini1 alfabeto1 Alfie2 allegria1 Alpha1 altruismo1 Amazzonia3 amicizia11 Amirante5 Ammaniti1 Amore74 Amoris laetitia6 Andreoli2 angelo custode3 anima3 animali1 animazione6 Anniversari30 Anno liturgico1 anziani6 apologetica3 app4 apparizioni4 Arcabas1 arcangeli2 archeologia1 Argentina1 arte22 Articoli20 Ascensione4 Assisi1 Assunta2 ateismo4 Atenagora1 Attanasio1 attesa1 audio2 Augias1 autorità1 avarizia1 Avvento26 azioni1 baby gang2 baciamano1 Baggio1 bambini19 Bannon1 Banzato1 Baricco1 Bassetti5 Battesimo4 Battesimo di Gesù3 Battiato1 Bauman3 beatitudini10 Becciu2 Beltrame1 Benedetto XVI22 benedizione4 Benigni11 Bianchi58 Bibbia45 Bibbiano2 bici1 Biffi1 Bignardi1 Bignoli1 Blade Runner1 blasfemia3 blog23 Bloom1 Bocelli2 Bonhoeffer1 Bose1 Botta9 Bova1 Brown1 Brunelli1 bullismo3 buon ladrone1 Busca1 Buttiglione1 caccia1 Cacciari2 Caffarra1 Calcio sociale1 calendario1 Camilleri3 Camisasca1 cammini1 campi estivi5 Cana1 Candelora1 Cannes1 Canopi3 Cantalamessa9 Canti religiosi31 Cardenal1 carismi1 Caritas2 Carlo Acutis15 Carrere1 Carròn1 cartine1 Castellucci1 castità7 catacombe1 Catechesi94 Caterina1 cattonerd7 Caviezel1 Cazzullo2 CEI6 Celentano1 celibato7 Ceneri5 censura1 Cevoli1 Chapman1 Che Guevara1 Cheaib9 Chiara Corbella3 Chiara Lubich12 Chiara Luce Badano2 chierichetti1 Chiesa26 Chiesa e società32 Chittister1 chosen1 Christus vivit1 Ciardi2 Cinema82 Cirinnà1 citazioni80 CL1 clausura1 Coccopalmerio1 Coco1 collaboratori1 Comastri3 comunicazione2 comunità1 Comunità Giovanni XXIII1 Concilio1 conferenze3 Confessione12 consacrati1 consacrazione1 conversione1 convivenza2 cooperazione1 coronavirus35 Corpus Domini5 Corviale1 Corvo1 Cosentino5 covid197 creazione1 Credo3 cremazione3 Crepaldi1 Cresima4 CRIC2 crisi10 cristianofobia6 Cristicchi3 Cristo Re2 croce3 Crocefisso3 crociate2 Cultura12 cuore1 curia3 Curtaz2 D'Avenia22 Dalla2 David Buggi3 ddlzan3 De Donatis9 de Foucauld5 De Whol1 Debora Vezzani1 Debrel1 decalogo7 defunti9 degrado1 Delpini9 demografia2 denaro1 denatalità2 depressione1 desideri1 devianze4 devozioni3 dialogo2 dibattiti45 dicembre 20181 digiuno2 Dio4 Diocesi1 Diotallevi1 diritti umani1 disagio2 discernimento5 dissenso29 divorziati6 dj Fabo2 Doglio1 Dom Gréa2 domande1 domenica3 don Benzi1 don Bosco2 Don Camillo1 don Ciotti1 don Gatta1 don Leonardi13 don Luigi Verdi3 don Marco Pozza3 don Milani5 don Peppe Diana1 don Probo1 don Zeno1 donne e Chiesa6 Dossetti1 Dostoevskij1 down1 Draghi1 Dreher3 droga4 dvd1 e-book1 ecclesiologia di comunione1 ecologia4 economia6 ecumenismo6 edicola1 editoria1 educare18 Einstein1 Eli1 Emmaus2 emozioni1 Epicoco14 Epifania6 Ermes Ronchi6 esame di coscienza2 escatologia4 esegesi1 esercizi2 esorcismo3 estate4 Etty Hillesum2 Eucarestia7 Europa3 eutanasia17 evangelizzare3 Fabrizio Moro1 facebook3 fake11 famiglia40 Fano1 Farina1 Fatima6 Fazi2 Fazio1 fede16 felicità13 Fellini1 femminicidio2 femminismo1 Ferrero2 Fini1 Fittipaldi1 Fo1 Focolarini5 Follereau1 Fontana1 Fontanelle1 formazione1 foto1 Francesco228 fratel Biagio1 Fratelli tutti1 fraternità6 Frisina1 Fromm1 Fumagalli1 fumetti3 Galantino1 Galileo1 Galimberti1 Galli della Loggia6 Gandhi2 Garelli3 Gargiulo1 Gasparino2 Gaudete2 Gen Rosso1 gender13 genitori6 Gerusalemme1 Gesù25 Gesù Re1 Giaccardi1 Gianluca Firetti3 Gibran1 Gibson2 Giotto1 giovani70 Giovanni Battista2 Giovanni Paolo I1 Giovanni Paolo II11 Giovanni XXIII3 Gironda1 giubileo1 Giuda2 giudizio1 GMG11 gnosticismo1 Gramellini2 gregoriano1 grest12 Greta1 Grillo1 Grossman1 Grun1 Guareschi1 guerra Ucraina4 Gutierrez1 Guzzo1 Hadjadi3 Halloween5 Hargot3 Harry Potter1 Hexameron1 hikikomori2 Hill1 Hong kong1 Humanae vitae1 icone1 Il Regno1 Immacolata8 immagini53 immigrazione21 individualismo2 infedeltà1 inferno3 ingiustizia3 inquisizione1 interiorità2 internet12 Introvigne1 Isacco1 Islam1 Jean Venier1 Kasper1 Kilgour1 Kirill2 Koder2 Koll2 Konrad1 Kuby1 Ladaria1 laicismo4 Lambert1 Lambiasi1 lamentele1 Lasconi1 Laterano1 Law1 Le pen1 Leopardi1 letteratura5 letto15 Lewis2 liberazione2 libertà4 Libri153 Ligabue1 Lind1 Link2 liturgia53 Livatino1 Lonardo16 Loppiano1 Loreto1 Lorizio6 Lumini1 Lutero1 Luxuria1 M.L.King1 Madonna5 Madre Elvira1 Madre Teresa7 mafia5 Maggi20 MaggiLidia1 Magi1 Magister2 Magnificat1 Magris2 Mainetti1 malattia7 malattie spirituali3 male1 male innocente4 Manara1 Mancuso7 Manicardi2 Mannoia1 Manns1 Manzoni1 Maraini1 Marazziti1 Marco1 Marco Gallo1 Maria48 Mariani1 MariaVoce1 Marta e Maria1 Martin1 Martinelli1 Martini7 martiri5 Marzano3 mass media7 Mastracola1 maternità3 maternità surrogata3 Matino1 matrimonio28 Matteo A.8 Mazzolari7 media2 meditazioni2 Medjugorje14 Melloni1 Meloni2 Mencarelli1 Mentana1 Mercier1 Merini1 Messa17 Messale1 Messiah1 Messori3 miracoli5 Miriano13 Mirilli1 misericordia7 Missione7 MMSOTT20191 Molari1 Monda6 Monica Mondo1 morale6 morte2 movimenti1 Muller2 Murgia4 Musica39 Nadia Toffa1 Natale53 Natività di Maria1 Natuzza2 Negri1 Nembrini5 Neocatecumenali1 Newman2 no vax1 Noa1 non ti arrendere1 Normadelfia1 Notre Dame1 novembre1 Novena5 Nuzzi3 Oceania1 Odifreddi1 odio2 Olmi2 olocausto1 omelia8 omelie165 omosessualità34 opzione Benedetto3 oratorio7 Ordine di Malta1 Oriente1 Orlandi1 oroscopo1 Oscar5 Oxfam1 p.Livio Falzaga3 pace8 Padre Livio2 padre Michal1 Padre nostro5 Padre Pino Puglisi1 Padre Pio1 Pagano1 Pagazzi1 Paglia3 Palme4 Palumbo2 pandemia8 Pannella1 Paolo VI2 papà2 paradiso1 Parigi1 Parola di vita38 parrocchia9 Pasqua30 passione6 pastorale31 paternità6 Pati Trigo1 patria1 Patriciello16 paura1 peccato originale2 pedofilia17 pelagianesimo1 Pelati1 Pell1 Pellai1 pellegrinaggi4 Pelligra1 pena di morte2 Pentecoste5 Percorsi1 perdono4 Personaggi45 pettegolezzo1 Piccolo1 Pietro e Paolo1 Pinocchio1 Pio XII2 podcast2 poesia3 polemiche87 Poli1 politica56 Polonia1 Poretti7 pornografia2 povertà3 prediche1 preghiera27 preghiere98 pregiudizi1 presepe7 Pro Vita4 profeti1 profezie2 Proietti1 Pronzato1 psicologia8 pubblicazioni59 Quaresima48 racconti5 radio2 Raggi1 Ravagnani6 Ravasi19 razzismo2 reali1 Recalcati8 relativismo2 religione9 religioni4 Repole1 report2 Riace1 Riccardi7 ricchezza10 Ricci1 Rivi1 RnS1 Rom2 Roma19 Romero2 Ronaldo1 rosario9 Rosini32 Ruini1 Rumiz1 Rupnik9 Sabattini2 sacerdoti31 sacramenti5 Sacro Cuore1 Sadhguru1 Saint-Exupery1 Salmi1 salvezza2 Salvini16 samaritana1 San Filippo Neri1 San Francesco9 San Francesco di Sales1 San Giovanni Crisostomo1 San Giovanni Evangelista1 San Giuseppe11 San Leone Magno1 San Martino1 San Paolo2 san Tommaso dìAquino1 Sanremo11 Sant'Agostino10 Sant'Egidio1 Santa Bernardette1 Santi31 santità17 Santo Sepolcro1 Santoro1 santuari4 Sarah2 sardine1 Sassoli1 Satana3 Savagnone1 Saviano3 sballo1 Scalfari4 scandali7 Scaraffia4 Schmitt2 scienza e fede9 Scifoni6 scisma2 Scola1 Scorsese3 scuola5 Scurati2 secolarizzazione2 Secondin1 segreti1 Semeraro1 sentenze1 Sequeri3 serie TV31 Serra2 sessualità64 Sesta3 sette1 Settimana santa4 sexting1 Silence2 Silone1 Silvia Romano3 simonia1 Sindone2 single1 sinodalità1 Sinodo15 Siti cattolici27 smartphone2 Snoopy1 Socci4 social4 società44 sociologia3 sondaggi2 Sorrentino1 Sosa1 Soul1 Spadaro5 speranza5 Spidlik1 spiritismo1 Spirito Santo17 Spiritualità81 Spoleto2 sport2 Springsteen1 Squid game1 Staglianò5 Staino2 Star wars1 Stark1 statistiche10 storia7 storicità2 streaming8 strumenti1 studente1 suicidio3 suor Faustina1 suore3 sussidi44 Tagle1 Tamaro3 Taylor1 teatro1 tentazioni7 teologia12 terremoto3 terrorismo3 Testimoni di Geova1 testimonianze18 The chosen2 Theobald1 Tolentino5 Tolkien1 Tolomeo1 Tonino Bello17 Tornatore1 Tornielli1 Tosatti2 Totti1 tradizione1 transessuali5 trasfigurazione4 trash1 trekking1 Triduo pasquale15 Trinità9 Trisulti1 Trump1 Turoldo3 TV29 Twenge1 twitter1 UCCR2 udienze1 unioni civili1 utero in affitto3 vacanze2 Valli5 Vallini1 Vangeli1 Vanier1 Vanni1 Vaticano6 veggenti5 Veltroni2 verità2 Veronesi1 Via Crucis10 Vialli1 Video117 Viganò3 vignette10 VIP2 virtù1 visto10 vita8 vita eterna5 vita religiosa11 vizi1 vocazioni9 volontariato2 voti1 Zanardi2 Zichichi1 Zingaretti1 Zuppi11
Mostra di più

Archivia

Mostra di più

Post popolari in questo blog

Sull'amore (marzo 2019)

Per parlare a catechismo della CREAZIONE: immagini, video e altro materiale utile

Preghiere per i sacerdoti (di don Tonino Bello e di un anonimo)

Principali VEGGENTI italiani viventi

Catechismo: il nuovo anno liturgico (immagini e materiale utile)