III domenica di Avvento Anno C ("Rallegratevi!)
Questa domenica, la III di Avvento,
ritroviamo Giovanni Battista, l’annunciatore della venuta del Messia, colui
che, più di ogni altro, ci invita a prepararci, attendere, convertirci.
Domenica scorsa lo abbiamo lasciato
mentre ci esortava a preparare la strada alla venuta del Signore. Molti si sono
battezzati da lui e ora, gli stessi (e noi con loro), chiedono:
“Ma adesso, praticamente, che cosa
dobbiamo fare?”. La Parola di Dio ci offre almeno 3
preziose indicazioni:
1- RALLEGRATEVI!
“Siate lieti! Vivete nella gioia!
Rallegrati, grida di gioia, esulta ed acclama (Dio) con tutto il cuore” E’ quanto
ci raccomanda il profeta Sofonia (1L). E ribadisce l’apostolo Paolo: “Siate
sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti!”.
* C’è ovviamente da distinguere la
“gioia del mondo” da quella che viene dal Signore. Il “divertimento” è,
etimologicamente, un “distogliere, distrarre l’animo da pensieri o situazioni
molesti”: è una gioia carnevalesca, rumorosa, superficiale e di breve
durata. Spesso è artificiale: frutto di sostanze chimiche o di altri sballi
indotti. Questa è una gioia che svanisce presto e ci lascia intontiti,
svogliati e, in fondo, con la bocca amara e, soprattutto, con le difficoltà di
prima. La gioia di cui ci parla la Parola di Dio riempie invece il cuore di
pace, è duratura, è una serenità di fondo, diffusa, è una sicurezza tranquilla
che nemmeno il dolore e gli imprevisti negativi può sommergere, perché è
fondata su qualcosa di solido:
* MOTIVO della gioia è Dio, il suo amore
per noi, la sua presenza. Siate nella gioia perché “il Signore non ti
condanna…è in mezzo a te, è un salvatore potente” (1L). “Il Signore è vicino!”
(2L). Dio è vicino a noi come amico, come un padre che dà sicurezza, come una
madre che mostra tutto il suo affetto. Dio perdona chi si sente peccatore e si
pente. “Viene colui che ci battezza in Spirito Santo e fuoco” (V).
* Ma si può chiedere di essere nella
gioia? Non dovrebbero essere una cosa spontanea? La gioia deve essere
ALIMENTATA e il suo alimento è la PREGHIERA, la fede, la speranza, la carità.
Paolo ci esorta: “In ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste con
preghiere, suppliche e ringraziamenti” (2L). E dice: “La vostra AMABILITA’ sia
nota a tutti”: imparate ad essere amabili, cioè positivi, sorridenti, sereni,
gioiosi. Pronti ad apprezzare gli altri più che criticarli, capaci di guardare
il positivo degli altri, disponibili nei loro confronti, desiderosi di
relazionarci per costruire comunione e fraternità. Entusiasti, cioè, come dice
etimologicamente la parola, “pieni di Dio”, propositivi. Sono atteggiamenti che
dobbiamo imporci a vivere. All’inizio può sembrare una cosa imposta, ma poi
diventa uno stile di vita, una virtù che ci rende migliori e rende migliori le
persone che ci incontrano. “L’OTTIMISMO è il profumo della vita” (Tonino
Guerra), ma l’ottimismo non si acquista in un supermercato: è il frutto di una
fede matura.
2- SIATE SOLIDALI! (e onesti, giusti, non violenti: fate bene il vostro lavoro per fare del bene col vostro lavoro)
“Non lasciarti cadere le braccia”, non
SCORAGGIARTI di fronte alle difficoltà, piuttosto “chi ha due tuniche ne dia a
chi non ne ha e chi ha da mangiare faccia altrettanto”: c’è più gioia nel dare
che nel ricevere. Siamo invitati alla solidarietà, alla condivisione, a rompere
ogni egoismo tra gli individui e tra i popoli.
3- SIATE CRISTIANI COERENTI!
A chi chiede al Battista cosa fare
concretamente egli non indica cose difficili, eroiche, quasi impossibili, ma
cose concrete, alla portata di tutti: solidarietà e giustizia. In particolare a
chi ha ruoli pubblici e può approfittare del proprio potere (coloro che
raccolgono tasse, i pubblicani, e coloro che devon far rispettare le leggi in
maniera coercitiva, i soldati) chiede giustizia, rispetto, coerenza.
Quante volte anche noi approfittiamo dei
ruoli che abbiamo, cerchiamo raccomandazioni, cerchiamo di fare i furbi, di
avanzare a spintoni, di trovare scorciatoie a danno di chi rispetta le regole.
Magari siamo STUDENTI e cerchiamo di ottenere il massimo con il minimo sforzo,
di copiare, frodare, ingannare. Mettiamo all’angolo chi è più debole,
emarginiamo chi è meno fortunato.
L’invito che ci viene fatto è quello di
vivere cristianamente ogni momento e ogni situazione della nostra vita. Non
possiamo dimenticarcene quando svolgiamo i nostri impegni, il nostro lavoro, i
nostri ruoli. Essere cristiani significa amare gli altri, perdonarli, metterci
al loro servizio, cercare il loro bene insieme al nostro, privilegiare chi è
emarginato, stare accanto a chi è povero, deluso, malato.
Non dobbiamo allora fare nulla di
eccezionale, ma vivere la nostra vita correttamente e coerentemente. Nella
gioia, nella solidarietà. Essere amabili e rendere migliore il mondo in cui
viviamo, costruire comunione e fraternità, disposti a pagarne il prezzo
personale per realizzare tutto ciò.
“Ecco, viene colui che vi BATTEZZA in
Spirito Santo e fuoco”, che vi immerge in questa realtà di amore, di comunione,
di fraternità. Che scalda i vostri cuori purificandoli col fuoco da tutte le
impurità, dai compromessi, dalle mezze misure, dal tiepidume e dallo
scoraggiamento.
Lasciamoci infuocare dal suo amore e lasciamo che, attraverso di noi, questo
fuoco si propaghi nel mondo e incendi tutte le nostre realtà. Anche per questo:
rallegriamoci sempre!