II domenica di Avvento (9 dicembre 2018): "preparate la via del Signore"
In questa seconda Luca ci mostra come agisce Dio:
- lo fa "storicamente", entrando nella nostra storia, concretamente e non in maniera astratta, come nelle favole (che iniziano tutte con "C'era una volta"): questa non è una favola, ma il racconto di come Dio ci salva;
- lo fa attraverso chi si rende disponibile, si lascia infiammare e guidare dalla Parola.
L'elenco dei poteri politici e religiosi serve all'evangelista solo a collocare in maniera precisa gli avvenimenti che sta per raccontare, ma Dio non sceglie i potenti, ne i luoghi di potere (politico: Roma o religioso: Gerusalemme). Dio sceglie un "outsider": Giovanni, figlio di Zaccaria, e lo raggiunge nel luogo più isolato: il deserto.
Il deserto è il luogo dell'incontro col Signore, delle tentazioni, del cammino di liberazione: luogo in cui siamo obbligati a fare i conti con noi stessi e, nel silenzio e nella desolazione, ci accorgiamo di Dio. Per questo sono importanti anche esperienze di deserto nella nostra vita.
Giovanni propone un "battesimo di conversione per il perdono dei peccati": ci invita a riconciliarci con Dio e con noi stessi, a lasciarci purificare. Solo Dio può cambiarci interiormente, offrirci speranza, farci sentire perdonati ed amati nonostante i nostri limiti: i potenti non possono renderci persone nuove, migliori, così come può far poco in questo senso l'economia o la scienza, la medicina o la dieta...
Occorre rimetterci in contatto con Dio, in cammino, nella giusta direzione: ci siamo allontanati da Lui, abbiamo eretto mura per difenderci, abbiamo reso il nostro cuore accidentato, appesantito, intorpidito, stanco e freddo.
"Dio stesso spianerà la strada" (Baruc), ma occorre il nostro consenso e la nostra collaborazione per:
- RIEMPIRE I BURRONI: "baratri, disperazioni, abbattimenti, sconforti, delusioni e tutto il nero che c’è nel nostro cuore" (Rosini). Rischiamo di auto affliggerci per trovare "pietà" negli altri, di crogiolarci nei nostri pensieri negativi, di scavarci una fossa con le nostre mani.
- ABBASSARE I MONTI: "autoillusioni, presunzioni, superbie, arroganze, immodestie, pretese e tutto quel che ci fa volare al di sopra di una reale percezione di noi stessi" (Rosini).
Sono due vie che ci allontanano da Dio, che ci rendono indifferenti e indisponibili nei suoi confronti: sopravvalutarci o disprezzarci sono entrambe forme di egocentrismo, in cui perdiamo il contatto con noi stessi, con la nostra realtà. Occorre l'aiuto di un Altro (e di altri) per uscirne fuori: da soli possiamo fare ben poco. Lo Spirito può riempire (o aiutarci a farlo) i nostri burroni e abbassare i monti, ma se non lo vogliamo, se non glielo permettiamo, se non lo accogliamo e invochiamo, lo Spirito non ci toglie la libertà, anche quella di farci del male.
L'avvento ci ricorda che Dio irrompe nella nostra storia, ci vuole liberi dalle schiavitù dell'io, ci rinnova, ci fortifica, ci dona speranza, ma dobbiamo imparare a dialogare con Lui, fargli spazio perchè ci doni il suo perdono e possa condurci verso una meta grande facendoci rinascere con Lui e in Lui come creature nuove.
P. Stefano Liberti