Centri estivi: le parrocchie riprendono vita (giovanile)!
Mi limito, per il momento, a condividere due riflessioni sull'importanza di queste iniziative nella Chiesa italiana. La prima riflessione è tratta da Avvenire, la seconda da Famiglia Cristiana.
Giovani. Al via la bella estate degli oratori
Dal Nord al Sud, parrocchie mobilitate con attività dedicate ai bambini e ai ragazzi. Una proposta educativa che coinvolge anche migliaia di adolescenti, come “animatori” dei più piccoli.
È partita ieri l’avventura degli oratori estivi, che in oltre ottomila parrocchie italiane, saranno frequentati da più di due milioni di bambini, ragazzi e adolescenti. Un popolo chiassoso e colorato che animerà queste prime settimane dopo la fine della scuola. Un appuntamento voluto, aspettato e preparato con cura dalle comunità parrocchiali.
«L’oratorio è ormai di casa in tante diocesi italiane e in altre lo sta diventando – si legge sul sito del Foi, il Forum degli oratori italiani –. Si tratta dell’investimento più concreto con cui una comunità cristiana esprime vicinanza e attenzione alle giovani generazioni, donando loro la possibilità di spazi di accoglienza, di tempi dedicati a loro, di percorsi significativi che hanno come scopo la crescita di tutta la persona, umana e spirituale».
Tra le “sorprese” più belle dell’oratorio estivo ci sono i 350mila adolescenti che, per un mese, diventeranno “animatori” dei bambini più piccoli. Un esercito di giovanissimi che si mette a disposizione della comunità, sprigionando energie e fantasia e rendendo più bello e accogliente l’oratorio. «Il Forum degli oratori italiani – proseguono i responsabili del Foi – si mette a servizio di questa fantasia educativa delle nostre comunità: è un tavolo nazionale all’interno del Servizio nazionale di Pastorale Giovanile della Cei attorno al quale sono sedute tutte le organizzazioni e le istituzioni religione che si occupano di oratori in Italia. Il Forum ha, inoltre, la “mission” di dare più forza agli oratori, cercando di aumentarne la visibilità, di coordinare alcune riflessioni, di accompagnare le organizzazioni presenti sul territorio offrendo suggerimenti e incrociando le esperienze degli oratori. Far crescere il mondo degli oratori è il modo con cui, insieme alla nostra Chiesa italiana, crediamo nella centralità dell’educazione e ci impegniamo perché ad ogni ragazzo sia data una possibilità in più per crescere e per crescere bene».
FALABRETTI: «L’ORATORIO ESTIVO È UNA GRANDE SCUOLA DI VITA»18/06/2019 È tempo di vacanze e in tutta Italia, particolarmente in Lombardia, inizia l’esperienza estiva nelle parrocchie. Quasi due milioni di bambini sono coinvolti in un percorso che è educativo e ricreativo al tempo stesso. Don Michele Falabretti, 51 anni, responsabile del Servizio Cei per la pastorale giovanile (Snpg), dice: «Vorrei che sempre di più potesse ispirare la realtà quotidiana».
Gli ultimi dati confermano la partecipazione di circa due milioni di bambini agli oratori estivi. Un’esperienza, che per tradizione, spicca in Lombardia (più del per cento) ma è rappresentata in tutta Italia. Don Michele Falabretti, 51 anni, responsabile del Servizio Cei per la pastorale giovanile (Snpg) ci racconta l’importanza di un percorso unico nel suo genere. «Tanto che, anche laddove non c’è un vero e proprio oratorio estivo le regioni e le diocesi si sono attrezzate per fare una proposta per la stagione calda». Quali sono i temi su cui si lavora?«Diversi in ogni parte del Paese. Il tema è un pretesto, è qualcosa che “viene messo prima” appunto, che aiuta a realizzare un’esperienza. Crea le condizioni per realizzare l’esperienza. C’è un grande lavoro di progettazione attorno ai temi dell’estate che dice della scoperta che, grazie ai pensieri, si costruisce la vita. Un esercizio un po’ carente durante l’anno, in cui si tende ad andare con inerzia, e molto più spiccato nel periodo caldo.
Che opportunità è l’oratorio?«È un’opportunità su diversi fronti. Per le famiglie, di avere uno spazio che non è commerciale. Ha costi ridicoli rispetto ad altre esperienze e non punta a guadagnare. Mentre ci sono realtà associative che fanno cose egregie a costi stratosferici. Ma non è solo il costo basso che lo rende un’opportunità non commerciale. Ma anche che all’oratorio corrisponde una tensione, un desiderio di un ambiente educativo. Garanzia per i genitori».
E poi?«È un’opportunità per i ragazzi. che vivono un’esperienza fortissima, strutturata, per nove mesi come la scuola. Il fatto che esistano i centri estivi in cui si sta insieme, ma in modo più destrutturato (senza campanella o registro) è una grande risorsa. Le due realtà coesistono. Esattamente come accade nella vita. E poterle vivere entrambe, per bimbi e preadolescenti, è davvero interessante».
Un’occasione anche per gli adolescenti?«La terza opportunità è per loro che fanno gli educatori: si responsabilizzano, si sento importanti per qualcuno; essere utili, poi, li spinge a essere meno narcisisti, meno concentrati su di loro. È un ‘esperienza che li mette a confronto col mondo e, in cui, imparano a fare. E in cui imparano la dedizione, la cura e il senso della gratuità. Un’esperienza molto formativa. Considerati tutto l’anno dei problemi, d’estate diventano una risorsa. Perché senza di loro il centro estivo non si fa. E questa è un’opportunità che nessun altro dà loro».
La preghiera che ruolo ha?«La preghiera c’è ed è quello che dovrebbe essere nella vita. È importante, a volte rapida e veloce, ma molto intensa. Se fatta bene un momento di riflessione e rilancio come nella vita. Noi non viviamo per pregare, ma dobbiamo imparare a pregare per vivere».
Cosa vorrebbe per l’oratorio estivo?«Che passasse dall’essere un mondo da favola a poter ispirare la realtà quotidiana. Perché l’oratorio è una grande scuola di vita che ha da insegnare a grandi e piccini».