XVI Domenica del Tempo Ordinario (B): "venite in disparte"
30Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. 31Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. 32Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. 33Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. 34Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. (Mc 6,30-34)
Gesù, domenica scorsa, inviava in missione, due a due, i suoi discepoli, ordinando loro di affidarsi solo a Dio non facendo conto sulle proprie ricchezze e di lottare - con il Suo potere - contro il male (anche fisico, stando vicino ai malati) . Fra le altre opere c'era anche l'invito alla conversione, quasi a dire di non fare tanto affidamento nelle parole, ma in una testimonianza credibile, fedele.
Al loro ritorno si raccolgono attorno a Gesù condividendo le loro esperienze (azioni e parole) e possiamo immaginare il loro mix di stanchezza ("non avevano neanche il tempo di mangiare") e di entusiasmo.
Gesù ora li invita a riposare con Lui ("venite", dice, e non "andate"), a vivere un'esperienza di riposo fatta di deserto e di solitudine con Lui: azione e riposo, servizio e ricarica spirituale, devono alternarsi nella nostra vita per non rimanere "spompati", invischiati nelle cose da fare, frustrati e illusi che la nostra azione sia indispensabile. Dobbiamo fermarci ogni tanto e ricordarci che non siamo noi il Salvatore del mondo, che per quanto importanti per qualcuno non siamo indispensabili: gli altri possono sopravvivere senza che per qualche minuto al giorno o qualche giorno al mese, ci siamo noi ad accudirli.
Si tratta di vivere momenti di "ricarica" spirituale, di intimità e di riposo: non tanto "vacanze" (= tempo vuoto o svuotato dagli impegni quotidiani), ma "ritiri" in cui rientrare in noi stessi e nel rapporto con Dio per tornare in mezzo agli altri arricchiti della sua presenza.
Prenditi tempo per pensare, perché questa è la vera forza dell’uomo.Gesù rinuncia al ritiro per la compassione che gli nasce dal vedere questa gente che brancola come "pecore senza pastore".
Prenditi tempo per leggere, perché questa è la vera base della saggezza.
Prenditi tempo per pregare, perché questo è il maggior potere sulla terra.
Prenditi tempo per ridere, perché il riso è la musica dell’anima.
Prenditi tempo per donare, perché il giorno è troppo corto per essere egoisti.
Prenditi tempo per amare ed essere amato, è il previlegio dato da Dio.
Prenditi tempo per essere amabile, questo è il cammino della felicità.
Prenditi tempo per vivere!
(Pablo Neruda)
è gente incredula, che cerca Gesù con ambiguità e interessi non trasparenti, ma per Gesù merita compassione. Sono “pecore senza pastore”, non hanno nessuno che dia loro da mangiare cibo, nessuno che si prenda cura di loro, nessuno che rivolga loro la parola per sostenerli nel duro mestiere di vivere e nessuno che li sostenga nei loro dubbi e contraddizioni. (E. Bianchi)
Il
brano di oggi può dunque essere letto come una sorta di “manifesto della
vacanza cristiana” che dovrebbe avere queste caratteristiche:
- È un tempo di riposo e di ricarica spirituale dove Gesù è presente, è ancora più presente che nell’ordinario della nostra vita;
- Richiede luoghi deserti e silenziosi: il contrario di quanto si faccia ordinariamente nelle vacanze: ricerca di luoghi affollati e chiassosi dove potersi “sballare” o comunque divertirsi perdendo sé stessi e la propria interiorità;
- Non è necessariamente un’esperienza solitaria: la comunità degli apostoli è chiamata a condividere questo ritiro proposto da Gesù; comunque non vanno disdegnati momenti di solitudine che ci facciano recuperare un’intimità con il Signore;
- Non è propriamente una vacanza, cioè un “vuoto” rispetto agli impegni del quotidiano: Gesù sente compassione per questa gente vaga alla ricerca di una guida, che è senza punti fermi, sballottata dalle onde. Se la compassione per la stanchezza degli apostoli lo ha mosso verso questa sorta di “fuga”, di “stacco”, ora la compassione per la folla affamata di parole vere, di relazioni autentiche e di un cibo che sfami corpo e anima, gli fa cambiare programma e, probabilmente, rimandare il progetto di ritiro.