9 novembre: basilica di san Giovanni in Laterano, Benedetto XVI...
Festa della dedicazione della basilica di san Giovanni in Laterano, Chiesa Madre e Capo di tutte le chiese di Roma e del mondo.
Per l’occasione il cardinale vicario Angelo De Donatis presiederà la Messa alle ore 17.30.
«Il nome Laterano – spiegano le Missionarie della Divina Rivelazione – deriva dal fatto che la basilica è stata edificata sulla tenuta della famiglia dei Laterani, ereditata poi da Fausta, moglie dell’imperatore Costantino. Fu consacrata da Papa Silvestro il 9 novembre 324 ed ecco la ragione per cui la liturgia ne fa memoria in questo giorno. La festa che celebriamo ha un’importanza speciale perché la basilica lateranense fu la prima chiesa intitolata al Santissimo Salvatore e voluta dall’imperatore Costantino. Fino ad oggi tutta la Chiesa celebra questa festa come un’attestazione di unità con il Papa, che è vescovo di Roma e capo della Chiesa universale».
“Dedicare/consacrare” a Dio un luogo, è un rito che fa parte di tutte le religioni. Un “riservare” a Dio un luogo, riconoscendogli gloria e onore.
IL VANGELO DEL GIORNO:
Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe, e i cambiavalute seduti al banco. Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato». I discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divora. Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. (Giovanni 2,13-22)
Il denaro e il commercio ci danno l’illusione di poter controllare la divinità. Dio ovviamente non ha bisogno del denaro, ma immaginare di poter acquistare la sua benevolenza, la sua attenzione e il suo amore con una qualche forma di scambio, di commercio, di merito è ciò che alla base della perversa usanza di mescolare il denaro con le cose di Dio.
Ma le cose di Dio sono realmente Sue solo se si portano addosso una delle caratteristiche più importanti del Suo Essere, e cioè la gratuità. Solo Dio è gratuito e non chiede nulla in cambio per il suo Amore.
Vivere come se Egli pretendesse qualcosa da noi significherebbe mettergli addosso le caratteristiche del paganesimo. Oggi il Vangelo ci interroga sul rapporto “gratuito” che abbiamo o meno con Dio.
L'ARTICOLO DEL GIORNO: "Un Papa in tribunale" di M. Gramellini (Corriere, 9.11.2021):
Un anziano leader che ha dominato le cronache degli ultimi decenni ed è stato raggiunto da un’accusa infamante ha deciso a sorpresa di difendersi nel processo anziché dal processo, come avrebbe potuto fare richiedendo la prescrizione. Non so a chi stiate pensando voi, ma immagino non a lui: . Nel 1980 un prete pedofilo tedesco, don Peter Hullermann, fu trasferito da Essen a Monaco di Baviera per tacitare lo scandalo. Una delle vittime di quel prete accusa l’allora vescovo di Monaco di avere avallato l’operazione. Ratzinger conferma di avere dato l’assenso al trasferimento, ma nega di essere stato a conoscenza delle ragioni che lo avevano determinato: gli era stato detto che in Baviera don Peter avrebbe dovuto sottoporsi a una non meglio precisata «terapia». Una versione che, scagionandolo, confermerebbe però come già all’epoca questo raffinatissimo frequentatore di libri si fidasse troppo degli uomini per trovarsi a suo agio nel governarli. Ma dell’innocenza o colpevolezza di Ratzinger si occuperà il tribunale. Per adesso noi non possiamo che restare stupefatti di fronte allo spettacolare rovesciamento del luogo comune. Proprio il Papa che per verdetto unanime è considerato il capofila dei conservatori, secondo qualcuno addirittura dei reazionari, ha compiuto i due gesti più rivoluzionari nella storia bimillenaria della Chiesa: non solo dimettersi, ma accettare di sottoporsi al giudizio degli uomini prima ancora che a quello di Dio.
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RICORRENZA DEL GIORNO: 9 novembre 1989: CADE IL MURO DI BERLINO