17 novembre: Gesù piange, la desolazione spirituale secondo papa Francesco, "La Chiesa brucia?", il caffè di Gramellini...
Oggi, 17 novembre, ricordiamo Sant'Elisabetta d'Ungheria, figlia del re, moglie di un conte e madre di tre figli, rimasta precocemente vedova sceglie la vita religiosa come terziaria francescana dedicandosi completamente alla carità. Muore a 24 anni nel 1231.
Il Vangelo ci parla di Gesù che, alla vista di Gerusalemme, piange per essa, per la sua bellezza sciupata dal rifiuto di Dio, del bene, della pace.
Ieri Papa Francesco, all'UDIENZA, ha parlato della desolazione spirituale, occasione di crescita per la vita.
Ho finito di leggere un importante saggio di Andrea Riccardi: "La Chiesa brucia? Crisi e futuro del cristianesimo" (2021). Voto: 7 (consigliato).
VANGELO DEL GIORNO: Lc 19,41-44
In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo:«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi.
Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».
“Ma anche oggi Gesù piange. Perché noi abbiamo preferito la strada delle guerre, la strada dell’odio, la strada delle inimicizie. Siamo vicini al Natale: ci saranno luci, ci saranno feste, alberi luminosi … tutto truccato: il mondo continua a fare la guerra, a fare le guerre. Il mondo non ha compreso la strada della pace (…) Ci farà bene anche a noi chiedere la grazia del pianto, per questo mondo che non riconosce la strada della pace. Che vive per fare la guerra, con il cinismo di dire di non farla. Chiediamo la conversione del cuore”. (Omelia Santa Marta 19 novembre 2015)
DALL'UDIENZA DI IERI (16 novembre)
La desolazione provoca uno “scuotimento dell’anima”: quando uno è triste è come se l’anima si scuotesse; mantiene desti, favorisce la vigilanza e l’umiltà e ci protegge dal vento del capriccio. Sono condizioni indispensabili per il progresso nella vita, e quindi anche nella vita spirituale. Una serenità perfetta ma “asettica”, senza sentimenti, quando diventa il criterio di scelte e comportamenti, ci rende disumani: noi non possiamo non fare caso ai sentimenti, siamo umani e il sentimento è una parte della nostra umanità