24 novembre: i martiri vietnamiti, l'omosessualità come "abominio", la consolazione...
Oggi, 24 novembre, la Chiesa ricorda Andrea Dung-Lac e i compagni martiri vietnamiti.
L'imminente fine dell'anno liturgico comporta che il Vangelo odierno parli della fine del mondo e ci inviti alla speranza:
"Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina" (vedi anche il commento di don Epicoco).
Riesplode la polemica sull'omosessualità considerata dalla Bibbia un "abominio". La ripropone un senatore di FdI, Lucio Malan e Gramellini lo rilancia nel suo caffè del Corriere:
Tutto ciò ha spinto p. Alberto Maggi, biblista poco ortodosso, a rispolverare un suo cavallo di battaglia scrivendo su Facebook:
A proposito di Bibbia, Omosessualità e Abominio
Uno degli errori più madornali e strumentali è quello di cercare nella marea di testi contenuti nella Bibbia la spiegazione di argomenti che in essa non vengono trattati. Il termine omosessualità, assente nella Bibbia, traduzione italiana della parola tedesca Homosexualität (dal greco omoios “simile”, e dal latino sexus,), venne coniato solo nel 1869 dal letterato ungherese di lingua tedesca Karl-Maria Kertbeny (1824-1882 (prima di allora il termine usato era sodomia con riferimento al noto episodio narrato nel Libro della Genesi, cap. 19).
Andare a cercarne tracce in brani biblici è fuorviante oltre che non onesto dal punto di vista scientifico e teologico. Nei tanto citati versetti del Libro del Levitico, non tratta di omosessualità. In essi viene considerato abominevole l’uomo che si corica con un uomo come si fa con una donna ma nulla viene detto della donna che si comporta allo stesso modo: “Non ti coricherai con un uomo come si fa con una donna: è cosa abominevole” (Lv 18,22); “Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro”, Lv 20,19)
È da notare che entrambe le proibizioni riguardano solo i maschi e non esiste analogo divieto per le femmine. La proibizione non riguarda la sfera sessuale della persona, ma quella importantissima in quella cultura della generazione. Nella lingua ebraica non esisteva il vocabolo “genitori”, ma solo un padre che genera e una madre che si limita a partorire. Pertanto è solo il maschio colui che ha il potere di generare. In un mondo dove vigeva l’imperativo “crescete e moltiplicatevi”, il celibato veniva considerato alla stregua di un reato.
Nello stesso capitolo del Levitico in cui si condannano rapporti tra maschi, si legifera anche: “Se uno commette adulterio con la moglie del suo prossimo, l'adultero e l'adultera dovranno esser messi a morte” (Lv 20,10). Non sembra che questo precetto abbia frenato l’adulterio, ma è certo che nessuna nazione civile punisce con la morte gli adulteri. Ci si può chiedere: perché questo precetto della Bibbia non è più considerato valido e quello dell’omosessualità si?
Ieri il Papa, nell'udienza, è tornato a parlare della CONSOLAZIONE che viene da Dio...
“È un’esperienza di gioia interiore, che consente di vedere la presenza di Dio in tutte le cose; essa rafforza la fede e la speranza, e anche la capacità di fare il bene. La persona che vive la consolazione non si arrende di fronte alle difficoltà, perché sperimenta una pace più forte della prova”