22 novembre: Santa Cecilia, bonus matrimonio e altri articoli interessanti
Oggi, 22 novembre, ci viene riproposto il Vangelo della "fine del mondo", o meglio del suo fine, del suo scopo, come realizzazione del progetto di bene di Dio.
Commenta papa Francesco:
I discepoli di Cristo non possono restare schiavi di paure e angosce; sono chiamati invece ad abitare la storia, ad arginare la forza distruttrice del male, con la certezza che ad accompagnare la sua azione di bene c’è sempre la provvida e rassicurante tenerezza del Signore. Questo è il segno eloquente che il Regno di Dio viene a noi, cioè che si sta avvicinando la realizzazione del mondo come Dio lo vuole. È Lui, il Signore, che conduce la nostra esistenza e conosce il fine ultimo delle cose e degli eventi (…) La Vergine Maria sostenga, con la sua materna intercessione, il nostro cammino di fede quotidiano, alla sequela del Signore che guida la storia. (Angelus, 17 novembre 2019)
Ricordiamo Santa Cecilia, martirizzata nel III secolo e posta nel cimitero di san Callisto (nelle omonime catacombe romane). Il suo legame con la musica è dovuto forse all'antifona di ingresso della Messa nella sua festa dove si legge: “ .. mentre gli organi suonavano, ella cantava nel suo cuore soltanto al Signore”.
Tra gli articoli segnalo quello di Alessandra D'Avenia ("Venire al mondo", Corriere, 21 novembre), di Enzo Bianchi ("Io e Bergoglio. Noi monferrini", La Repubblica 21 novembre) e l'intervista di Rocca (n.23, 1° dicembre) ad Alberto Maggi ("Quanto più si è umani tanto più si manifesta il divino che è in noi").
Il fatto del giorno (di ieri) è la proposta dei leghisti di dare un bonus di ben 20 mila euro a chi si sposa in Chiesa. La proposta lascia perplessi anche i cattolici, come afferma Aleteia con l'articolo: "Che cos’è la proposta dei 20 mila euro per chi si sposa in Chiesa?" dove si riporta anche quanto affermato da mons. Vincenzo Paglia:
Il matrimonio per la Chiesa è un sacramento e un sacramento non si compra. Il credente che sceglie la celebrazione del matrimonio in Chiesa non si fa convincere a questo passo dalle detrazioni economiche, almeno spero. Sono altre le ragioni che lo spingono al sacramento. Altro discorso sono tutte quelle misure che sostengano la realizzazione della vita familiare ed eliminino gli ostacoli, anche finanziari, che rendono difficile il progetto familiare. Su questo c’è da augurarsi un lavoro più robusto.